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Da farmaci biologici speranze per tumori piu' aggressivi


Risultati promettenti e insperati, contro tumori difficili come quelli del polmone e del rene, grazie ai farmaci biologici in grado di bloccare uno o piu meccanismi alla base della crescita del can

Risultati promettenti e insperati, contro tumori 'difficili' come quelli del polmone e del rene, grazie ai farmaci biologici in grado di bloccare uno o piu' meccanismi alla base della crescita del cancro. ''E' davvero un salto in avanti rispetto a quanto visto e ottenuto finora'', afferma Walter Stadler, oncologo dell'universita' di Chicago, commentando i risultati degli studi presentati al 40esimo Congresso della Societa' americana di oncologia medica (Asco) a New Orleans. Concorda Maurizio Tonato, direttore di Oncologia medica all'ospedale di Perugia ed esperto di cancro del polmone. ''La ricerca si muove a piccoli passi - sottolinea Tonato, il primo italiano a ottenere un incarico nell'Asco con la nomina a 'chairman of International Affairs Committee' - ma la direzione e' chiara: attraverso lo studio del profilo genetico, individuare i pazienti che trarranno benefici da un determinato trattamento.
Questo permette di evitare terapie tossiche, inutili e costose, e di scegliere per ogni paziente le cure migliori''. In tal senso si procede anche per il tumore del polmone, uno dei 4 'big killer'. Ogni anno colpisce 30 mila italiani: a 5 anni dalla diagnosi e' vivo il 15% dei malati, ma le chanche aumentano quanto piu' precocemente viene scovato il cancro. Anche i geni influenzano l'efficacia della terapia. Secondo due studi americani, le mutazioni del gene che controlla il recettore del fattore di crescita (EGFR) vanificano gli effetti di gefinitib, anticorpo monoclonale cui erano legate molte speranze contro il tumore del polmone. Allo stesso modo, uno studio italiano rivela che alterazioni delle molecole deputate alla trasmissione dei 'messaggi' fra le cellule influiscono sulla risposta del paziente alla terapia. I farmaci biologici, capaci di attaccare i meccanismi molecolari alla base della crescita tumorale, hanno ottenuto risultati promettenti anche contro il cancro del rene, raro ma dalla mortalita' elevata: solo il 10-20% dei pazienti e' vivo a due anni dalla diagnosi e la chemio puo' poco contro questa neoplasia. Gli oncologi guardano con speranza a due sigle, SU11248 e BAY 43-9006, due molecole che 'affamano' il tumore impedendone la vascolarizzazione e tagliandogli i viveri. Secondo gli studi presentati al congresso internazionale, il primo ha dimezzato la massa tumorale in 21 dei 63 pazienti trattati e ne ha arrestato la crescita in altri 23. BAY 43-9006 ha ridotto la massa tumorale o ne ha fermato la crescita in 82 dei 106 pazienti arruolati, molti dei quali erano stati sottoposti a precedenti trattamenti senza successo.

Fonte: AdnKronos (08/06/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag: farmac
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