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Cyberculla+top gun, rivoluzione in radioterapia


Radioterapia sempre piu precisa, tanto da poter aumentare da 7 a 35 volte le dosi ed essere utilizzata anche su tumori finora non irradiati perche troppo vicini a zone sane da non compromettere. E

Radioterapia sempre piu' precisa, tanto da poter aumentare da 7 a 35 volte le dosi ed essere utilizzata anche su tumori finora non irradiati perche' troppo vicini a zone sane da non compromettere. E' una rivoluzione assicurata dall'interazione tra un lettino robotizzato chiamato 'cyberculla' e un sofisticato collimatore di raggi x definito 'top gun' per la precisione delle sue armi antitumorali.
L'accoppiata, unica in Europa (ne esiste un' altra versione solo negli Usa, a Baltimora), e' stata montata presso l' Unita' di Radioterapia del Policlinico San Donato, diretta dal prof. Fabrizio Lombardi. Le sue caratteristiche sono state illustrate questa mattina a Milano in un incontro coi giornalisti, cui ha partecipato anche il prof. Giovanni Meola (universita' di Milano) direttore del Dipartimento di Neurologia al San Donato.
Cyberculla, ha spiegato Lombardi, e' in grado di mantenere il corpo del paziente perfettamente fermo nello spazio rispetto al raggio che esce dall'acceleratore lineare. Per fare questo si muove impercettibilmente ma continuamente, lungo vari assi (impossibili a tutti gli altri lettini analoghi) per correggere anche quei millimetrici movimenti involontari del paziente dovuti al respiro. ''In questo modo - ha detto Lombardi - il corpo del paziente e' sempre nell'esatto punto di posizionamento terapeutico, sempre sotto la mira esatta dei raggi. E questo significa la possibilita' di avere una fedele riproducibilita' anche per i trattamenti radianti di routine''.
A questo lettino ultratecnologico si accoppia ora 'top gun', un 'collimatore multilamellare dinamico', gia' in uso in una trentina di centri in Italia.
E' un apparecchio computerizzato che si applica al braccio dell'acceleratore di particelle, fonte delle radiazioni, e che, assistito da sofisticati strumenti di diagnostica per immagini (Tac, Risonanza), ''collima in tempo reale la radiazione conformandola al volume-bersaglio'', cioe' riesce a dare alla radiazione emessa la precisa forma del tumore nelle sue dimensioni spaziali. ''Questo significa - ha detto ancora Lombardi - che pure nella radioterapia di routine si raggiunge una assoluta precisione 'balistica', ottenendo cosi' di poter erogare dosi superiori al tumore e dosi minime ai tessuti sani circostanti''.
Il massimo delle prestazioni si ottiene pero' con l' accoppiata 'cyberculla+top gun', in grado di offrire una precisione piu' che millimetrica nell'irradiazione di numerosi tumori, da quelli del sistema nervoso centrale a quelli della sfera otorinolaringoiatrica, cosi' come quelli della prostata. ''Questo organo, ad esempio - ha spiegato Lombardi - per la sua vicinanza con il retto o la vescica era difficile da irradiare senza causare danni ai due organi limitrofi. Ora invece possiamo accrescere la radiazione (con minimi effetti dannosi) aumentando cosi' il tasso di guarigione''.
''Con questo sistema - ha osservato il professor Meola - si apre una nuova frontiera e una nuova sfida, soprattutto nell' ambito dei tumori del tronco cerebrale e del midollo spinale, finora irraggiungibili perche' normalmente circondati da strutture troppo importanti e determinanti per rischiare di aggredirli non solo chirurgicamente ma pure con le convenzionali terapie radianti''.
Altra ricaduta positiva - ha detto ancora Lombardi - e' la possibilita' di ridurre drasticamente il numero totale delle sedute di irradiazione, passando dalle attuali 30-35 (necessariamente diluite su piu' settimane) ad appena 5, o 4-3-2, a seconda dei casi, fino ad una volta soltanto nel caso di tumori cerebrali, quando si decide di utilizzare questo sistema come alternativa all'atto chirurgico. ''In questo caso - ha puntualizzato Meola - la 'radioterapia' diventa 'radiochirurgia' e la radiazione e' utilizzata come 'bisturi'''.
Con la precisione di questo sistema, inoltre, c'e' anche la possibilita' di 'reirradiare' con maggiori possibilita' di successo, sia palliativo che curativo, pazienti con tumori recidivati a un precedente trattamento radiante in vari distretti corporei: capo e collo, polmone, addome.
Ma non solo tumori, possono essere trattati con questa sofisticata apparecchiatura, gia' a disposizione del Sistema sanitario (il trattamento e' usufruibile pagando solo il ticket): grazie in particolare alla precisione assicurata dalla cyberculla, possono essere trattate anche le patologia artero-venose o altre lesioni in qualunque parte del corpo, laddove sia indicato il trattamento con radiazioni ionizzanti.

Fonte: Ansa (26/09/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag: radioterapia
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