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Staminali embrionali riducono il Parkinson nei topi


Un gruppo di dieci ricercatori dellUniversita di Santiago (USC) diretti dal professore di Medicina José Luis Labandeira, stanno studiando luso di cellule staminali di origine embrionale per curare

Un gruppo di dieci ricercatori dell'Universita' di Santiago (USC) diretti dal professore di Medicina José Luis Labandeira, stanno studiando l'uso di cellule staminali di origine embrionale per curare il Parkinson, una malattia degenerativa originata dall'incapacita' dei neuroni di generare la dopamina. Fino ad ora hanno lavorato solo con topi e chiariscono che occorreranno ancora anni prima che i loro metodi possano applicarsi agli uomini: "In queste questioni, conviene essere molto prudenti e non creare aspettative infondate nei malati; per questo deve essere chiaro che il nostro lavoro dara' frutti solo a lungo termine", ha chiarito Labandeira.
Eppure i precedenti sono promettenti. L'esperienza di questo gruppo di ricercatori nel trattamento del Parkinson con la terapia cellulare, risale all'inizio degli anni Novanta. Allora la linea seguita era quella di trapiantare in cervelli umani malati neuroni ottenuti da aborti donati in maniera legale.
I risultati erano irregolari, perche' molti di questi neuroni morivano poco dopo il trapianto o smettevano di essere funzionali e di secretare dopamina; ma il problema piu' impellente era quello di trovare una fonte di neuroni piu' costante e affidabile.
Cosi' l'équipe dell'USC ha sviluppato negli ultimi 5 anni un metodo per coltivare in laboratorio cellule staminali derivate da embrioni di topo e ottenere da queste neuroni produttori di dopamina, e in seguito questi venivano trapiantati nel cervello di animali malati di Parkinson. I risultati ottenuti sono molto positivi: si e' riuscito a far si' che i neuroni trapiantati sopravvivessero per un lungo periodo e anche che i sintomi della malattia regredissero senza necessita' di farmaci, qualcosa che fino ad ora non avevano ottenuto altri gruppi di lavoro in studi simili.
"Se gli sperimenti continuano ad essere soddisfacenti, arrivera' un momento in cui noi o altri gruppi di ricerca dovremmo confermare o adattare i risultati utilizzando cellule staminali di origine umana", ha ricordato Labandeira. In merito al dibattito etico sull'utilizzo delle staminali embrionali, il ricercatore sentito dal quotidiano La Voz de Galizia spiega come le staminali adulte siano piu' controllabili ma con minori possibilita', quelle embrionali presentino maggiori possibilita' ma sono piu' difficili da controllare. Tutto questo potrebbe cambiare quando si riuscira' a dominare i meccanismi di specializzazione cellulare, cosi' il professor Labandeira propone di parlare di "cellule precursori" e di rompere la barriera che separa artificialmente i concetti di cellule staminali adulte e embrionali.
I risultati del gruppo di Labandeira verranno pubblicati sulle riviste Synapse e European Journal of Neuroscience.

Fonte: Aduc (07/07/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: Parkinson, staminali embionali
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