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Cercando il gene della longevità

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Caccia al gene della longevità in 154 ultranovantenni che hanno risposto all'appello dei ricercatori dell'Università di Bologna, per il Programma di Ricerca Europeo "Geha" (Genetics

Caccia al gene della longevità in 154 ultranovantenni che hanno risposto all'appello dei ricercatori dell'Università di Bologna, per il Programma di Ricerca Europeo "Geha" (Genetics of healthy aging, genetica dell' invecchiamento in salute).
Al programma, che ha un budget di 8,6 milioni di euro e vedra' al lavoro per cinque anni 130 scienziati di 26 centri di ricerca in 13 diversi Paesi, partecipano anche i ricercatori del Centro interdipartimentale Galvani (Cig) dell'ateneo bolognese, sotto la guida del professor Claudio Franceschi. Si tratta di 61 nuclei familiari, per lo piu' della provincia di Bologna, composti da almeno due sorelle o fratelli con un'eta' compresa tra i 90 e i 102 anni e che godono ancora di buona salute.
Lo riferisce con una nota Aster, il consorzio che coordina la Rete dell'alta tecnologia dell'Emilia-Romagna, costituita da 57 tra laboratori di ricerca e centri per l'innovazione, di cui il Cig e' uno dei nodi di eccellenza.
A oggi il 60% degli anziani, tra quelli con le caratteristiche adeguate e interpellati dagli scienziati, ha accettato di partecipare alla ricerca. La piu' longeva tra le famiglie di volontari comprende un fratello e una sorella di Faenza (Ravenna), Luigi e Santa Berdondini, che hanno rispettivamente 103 e 101 anni.
L'obiettivo dei ricercatori bolognesi e' arrivare, entro l' aprile del 2007, termine ultimo per il reclutamento, a 150 famiglie di super anziani. La ricerca e' in corso anche in molte altre parti d'Europa e alla fine saranno 2.800 i nuclei presi in esame. Gli studi finora condotti sulle basi genetiche dell' invecchiamento in salute si fermavano tra i 100 e i 200 casi esaminati.
''La difficolta' maggiore nel trovare i centenari - ha spiegato Franceschi - e' che non ci interessano individui presi singolarmente, ma coppie o nuclei piu' numerosi di fratelli e sorelle, tutti oltre i novanta anni e in buona salute. Il che e' molto piu' raro. L'obiettivo e' infatti scoprire il ruolo giocato dal Dna nella salute in eta' avanzata, e questo e' possibile solo mettendo a confronto persone con una patrimonio genetico parzialmente comune. Per ciascun nucleo inoltre scegliamo un soggetto di controllo, per esempio un marito, una nuora, o comunque una persona che non abbia alcun legame di sangue con i centenari, ma che sia vissuta a lungo nello stesso ambiente. Questo e' utile per studiare l'influenza delle condizioni ambientali sull'invecchiamento''. Gli anziani sono considerati in salute se non hanno particolari problemi con le malattie tipiche dell'eta' avanzata, come quelle cardiovascolari, il diabete, il cancro, le demenze, l'ictus.

Fonte: Ansa (24/10/2005)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: Geha, longevità, anziani, invecchiamento
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