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Italiani isolano staminali del cuore

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Cellule staminali adulte sono state per la prima volta isolate dal cuore umano e, successivamente trattate in laboratorio, si sono dimostrate in grado di riparare i danni causati dall'infarto una

Cellule staminali adulte sono state per la prima volta isolate dal cuore umano e, successivamente trattate in laboratorio, si sono dimostrate in grado di riparare i danni causati dall'infarto una volta iniettate nel cuore di topi infartuati. L'annuncio - che apre la strada alla speranza che un giorno le staminali prelevate dal cuore del paziente possano riuscire a riparare i danni dell'infarto nel paziente stesso - è stato dato al Congresso dell'Associazione americana di cardiologia ed è frutto del lavoro di ricercatori italiani dell'Università La Sapienza di Roma in collaborazione con la Johns Hopkins University di Baltimora.
Per la prima volta, dunque, cellule staminali sono state prelevate direttamente dal tessuto cardiaco umano con un obiettivo preciso: arrivare a curare i danni dell'infarto nello stesso cuore da cui sono state isolate. Un traguardo che ha segnato i primi risultati positivi nella sperimentazione sui topi, secondo quanto annunciato a Dallas. Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Dipartimento di medicina sperimentale e patologia dell'Università La Sapienza, che hanno lavorato in collaborazione con i colleghi americani. Per isolare le staminali cardiache, gli esperti hanno utilizzato piccolissime quantità di tessuto cardiaco (circa 20 milligrammi) derivante da biopsie non invasive su pazienti infartuati o trapiantati, ma anche da biopsie diagnostiche di routine.
In pratica i ricercatori hanno isolato cellule staminali adulte dal tessuto cardiaco e poi le hanno fatte crescere in laboratorio.
In questa fase hanno osservato che le cellule, moltiplicandosi ed espandendosi, acquisivano una particolare struttura sferica e multicellulare (e per questo sono state definite Cardiosfere) rivelando tutte le proprietà caratteristiche del tessuto cardiaco. A questo punto, i ricercatori hanno impiantato le cardiosfere nel cuore di topi ai quali era stato indotto un infarto. Sorprendenti i risultati: i topi hanno dimostrato una capacità di recupero, in termini di contrazione del muscolo cardiaco infartuato, pari a ben il 30%.
Una scoperta che potrebbe aprire la strada ad enormi progressi nella cura del cuore, anche se, avvertono i ricercatori, si è ancora all'inizio del cammino ed ulteriori ricerche sono necessarie prima di un'applicazione concreta di questa tecnica all'uomo. Tuttavia, la scoperta si potrebbe rivelare eccezionale: "In futuro - ha spiegato il direttore del Dipartimento di cardiologia della Hopkins University, Edoardo Marban - le cellule staminali cardiache di un paziente infartuato potrebbero essere utilizzate per riparare i danni al cuore del paziente stesso, arrivando forse ad evitare in futuro il ricorso al trapianto".
Ma l'utilizzo delle staminali cardiache prelevate dallo stesso paziente, hanno sottolineato i ricercatori, eviterebbe anche il rischio di rigetto. Insomma, si tratterebbe di un passo avanti decisivo. Finora, infatti, le cellule staminali adulte utilizzate nella sperimentazione per riparare i danni determinati sul cuore dall'infarto, erano prelevate soprattutto dal midollo osseo e dal sangue periferico. La loro funzione, hanno precisato gli esperti, era però limitata a rendere il cuore più vascolarizzato: tali cellule staminali non avevano cioé la capacità di trasformarsi in cellule cardiache vere e proprie, ovvero di riparare effettivamente il tessuto danneggiato.
Nelle sperimentazioni sono state utilizzate anche cellule staminali derivate dal tessuto scheletrico, ma anche esse presentano delle complicanze poiché non 'legandosi' completamente alle cellule cardiache provocano delle gravi aritmie. Problemi che si eviterebbero, hanno concluso gli esperti, almeno stando ai primi risultati ottenuti sui topi, con l'utilizzo di cellule staminali cardiache prelevate dallo stesso organo che sono chiamate a 'riparare'.

Fonte: Ansa (15/11/2005)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: staminali, cuore
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