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In condizioni estreme sviluppano capacità di difesa da cancro e vecchiaia

Piastra di coltura


I ricercatori: Crediamo di poterlo riprodurre in altri organismi

Aumentare l'aspettativa di vita, diminuire i danni provocati dall'invecchiamento e proteggerci dal cancro. Si spera un domani di raggiungere questi obiettivi negli uomini, oggi è possibile riuscirci negli organismi monocellulari. La strada è lunga e questo è un piccolo passo, anche se indicativo. La notizia arriva dall'Università del Sud della Carolina, i cui ricercatori, guidati dal gerontologo biomedico Valter Longo, hanno creato in laboratorio degli organismi in grado di vivere sei volte pù a lungo del normale.
Per riuscirci hanno basato i loro esperimenti sull'estrazione dei geni-chiave Sir2 e SCH9, il secondo quali è responsabile della trasformazione dei nutrienti in energia. Forzando questi organismi a vivere in condizioni estreme e negando loro gli alimenti, gli scienziati hanno notato come questi sviluppassero una maggiore resistenza e capacità di riparare ai difetti genetici che appaiono con l'età e che portano spesso al cancro.
"Abbiamo buone ragioni di credere che questo effetto si riproduca negli altri organismi: stiamo lavorando sui cellule di topi e di esseri umani e stiamo già vedendo la stessa risposta", ha spiegato Longo.
Va detto che il rapporto esistente tra privazione di cibo e rallentamento dell'invecchiamento non è una novità: la ricerca scientifica ha già dimostrato che una drastica riduzione della dieta può allungare la vita nelle mosche, nei bachi e nei topi anche del 40 per cento.
Questo avviene perché una diminuzione sensibile delle calorie determina una mutazione nell'organismo che, invece di crescere, si mette a riposo e smette di invecchiare.
Adesso l'obiettivo è ottenere il medesimo risultato senza dover diminuire drasticamente l'assunzione di cibo, cosa che tra le altre causa anche danni alle capacità riproduttive. "Non siamo lontani dal cominciare a pensare a farmaci capaci di mettere gli esseri umani in uno stato di anti-invecchiamento. Il che -ha concluso Longo- non vuol dire che vivremo sei volte di più, ma che potremo rallentare il danno genetico accumulato con l'età e proteggerci dal cancro".

Fonte: LaRepubblica (20/11/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: SCH9, Sir2, invecchiamento
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