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Virus H5N1 mutato ma non minaccia l'uomo

Virus H5N1


Il virus H5N1 in circolazione in Turchia e' mutato, ma non abbastanza da minacciare il contagio da uomo a uomo . Inoltre si tratta di mutazioni analoghe a quelle avvenute nel 2003 a Hong Kong e lo

Il virus H5N1 in circolazione in Turchia e' mutato, ma non abbastanza da minacciare il contagio da uomo a uomo . Inoltre si tratta di mutazioni analoghe a quelle avvenute nel 2003 a Hong Kong e lo scorso anno in Turchia: ''sono mutazioni che vanno nel senso di favorire lo sviluppo del virus verso la capacita' di legarsi alle cellule umane, ma che da sole non sono sufficienti ad allarmare'', ha detto il microbiologo Michele La Placa, dell'universita' di Bologna.
Le mutazioni del virus H5N1 osservate dagli esperti britannici del Medical Research Council non soltanto sono sostanzialmente simili a quelle osservate nel 2003 a Hong Kong e nel 2005 in Vietnam, ma riguardano una sola componente del virus: l'enzima che permette all'H5N1 di moltiplicarsi, chiamato polimerasi.
Che sul virus isolato in Turchia sia presente la stessa mutazione osservata due anni fa e lo scorso anno del Sud Est asiatico non stupisce: l'H5N1 che sta circolando in Turchia potrebbe appartenere allo stesso ceppo del virus isolato due anni fa a Hong Kong e l'anno scorso in Vietnam, oppure la mutazione osservata nei tre casi potrebbe essere una di quelle che compaiono piu' facilmente.
''Siamo ancora lontani dalla comparsa di un virus sicuramente trasmissibile da uomo a uomo'', ha osservato La Placa.
Perche' il virus diventi capace di agganciarsi ai recettori presenti sulle cellule umane deve subire anche un'altra mutazione importante, quella della proteina del suo rivestimento chiamata emoagglutinina (indicata con H).
Se e quando anche questa mutazione avverra' e' impossibile prevederlo:''l'accumulo delle mutazioni - ha proseguito l'esperto - avviene in modo puramente casuale, e' un processo lungo che puo' prendere anni o che potrebbe non verificarsi mai, ed e' anche possibile che compaiano mutazioni inverse''. Vale a dire che e' possibile che il virus muti in modo da azzerare tutte le mutazioni subite e torni alle condizioni di partenza''.
Un caso esemplare, secondo La Placa, e' quello avvenuto nel 1976 negli Stati Uniti, nel New Jersey, quando si temette che fra le reclute di Fort Dix si stesse diffondendo un virus influenzale del tipo H1N1, molto simile a quello della Spagnola che nel 1918 fece milioni di vittime in tutto il mondo. Non appena si scateno' l'allarme 40 milioni di persone negli Stati Uniti vennero vaccinate in un tempo record. Tuttavia il focolaio influenzale svani' rapidamente e la successiva comparsa di malattie neurologiche associate alla vaccinazione origino' un contenzioso tuttora aperto.
Alla luce di questo esempio, secondo La Placa resta ancora oggi aperta la questione se al primo segnale di allarme sia opportuno prendere qualche contromisura in piu' ed accettarne i rischi, oppure osservare l'evoluzione degli eventi.

Fonte: Ansa (16/01/2006)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: H5N1
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