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Gravità e sistema cardiovascolare

Una sonda analizza atmosfera di un pianeta


Secondo congresso per lo studio degli effetti della microgravità sul sistema circolatorio

Quando in quel lontano 12 aprile del 1961 Yuri Gagarin salutò per la prima volta la Terra dallo spazio, gli USA risposero prontamente varando il progetto Apollo, che di lì a 8 anni avrebbe portato l’uomo sulla Luna.
Fu del tutto chiaro, allora, che la presenza dell’uomo nello spazio non sarebbe stata episodica e che uno studio sistematico sul comportamento e la risposta dell’organismo umano in condizioni di microgravità avrebbero accompagnato l’esplorazione umana del sistema solare.
L’occasione per fare il punto sulle nostre conoscenze di questo settore fondamentale sarà il Secondo Congresso Internazionale sulla Gravità e il Sistema Cardiovascolare che si terrà a Roma il 24 novembre e a Pratica di Mare il 25 e il 26 novembre. Al congresso interverranno anche Filippo Castrucci, medico dello spazio in forza al Centro Astronautico Europeo dell’ESA di Colonia, in Germania, e l’astronauta europeo Roberto Vittori.

La tre giorni di discussioni è organizzata dal Centro Sperimentale Volo (CSV) dell'Aeronautica militare e dall'Istituto nazionale per la ricerca cardiovascolare (INRC), con la collaborazione della Società Italiana di Ricerche Cardiovascolari, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, del Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Agenzia Spaziale Italiana, Agenzia Spaziale Europea ed Università degli Studi di Roma "La Sapienza".

Molti sono gli aspetti di biologia, fisiologia e medicina in microgravità che saranno toccati nel corso del congresso: dalla biologia cellulare alla produzione di cellule staminali in condizioni di gravità variabile, dalla funzionalità polmonare e cardiovascolare agli effetti sul cuore delle accelerazioni nelle fasi lancio e rientro, dalle contromisure mediche e sportive che è possibile prendere per prevenire possibili effetti negativi agli aspetti nutrizionali degli astronauti costretti a lunghe permanenze senza peso.
Lo studio della medicina, della fisiologia e della biologia è ormai un settore tradizionale della ricerca spaziale. La svolta si ebbe negli anni ’70, quando la sfida tra NASA ed ex-URSS si spostò dall’esplorazione umana del sistema solare alla costruzione di una “casa orbitante” che fosse in grado di ospitare un numero rilevante di astronauti per periodi prolungati, un avamposto nello spazio facile da raggiungere e da cui fosse facile tornare a casa. Un vero e proprio laboratorio, in definitiva, nel quale astronauti e cosmonauti potevano dedicare molto del loro tempo a eseguire esperimenti i cui risultati potessero essere analizzati direttamente in orbita oppure spediti ai laboratori di Terra. Questo sogno si è poi concretizzato grazie alle pietre miliari dello Space Shuttle della NASA, della Mir sovietica e della grande impresa internazionale della Stazione Spaziale attualmente in orbita.

Negli ultimi trent’anni sono stati accumulate molte informazioni circa la risposta alle sollecitazioni della microgravità sull’apparato cardiovascolare e in generale sugli organi critici per le funzioni vitali umane. Si tratta di ricerche avanzate, i cui risultati vanno però consolidati e sistematizzati, anche in considerazione del rilancio dell’esplorazione umana nel sistema solare a cui si è assistito in questi anni.
NASA, ESA e Cina prevedono infatti un ritorno dell’uomo sulla Luna poi il grande salto verso Marte. Ma la tecnologia attuale della propulsione spaziale non consente di immaginare un viaggio per il pianeta rosso di durata inferiore ai sei mesi, solo per limitarci all’andata. Se poi consideriamo anche il viaggio di ritorno e una permanenza su Marte, è chiaro che una missione durerebbe oltre un anno. Gli astronauti sarebbero dunque sottoposti a una serie di condizioni di gravità variabile, passando dall’assenza di gravità durante il tragitto, alle fasi di gravità ridotta su Marte (circa il 40% di quella sul pianeta Terra), alle fasi di ipergravità legate al lancio nelle fasi di partenza dalla Terra e da Marte.
Oltre a interventi specifici, il Secondo Congresso Internazionale sulla Gravità e il Sistema Cardiovascolare propone anche una serie di tavole rotonde e dibattiti su temi di ampio respiro, come il diritto spaziale o il comportamento psicologico in microgravità e nel corso dell’esposizione prolungata ad ambienti confinati.Duilio Pacifico

Redazione MolecularLab.it (21/04/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: spazio, gravita, circolazione
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