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Una nuova molecola aiuta a rompere il binomio diabete obesità

Iniezione di insulina


Novità anche dal primo trattamento specifico per la Retinopatia Diabetica

Exenatide, il primo di una nuova classe di farmaci per il trattamento del diabete di tipo 2 detti incretino-mimetici, dimostra in tre studi differenti di essere l’unico trattamento antidiabetico non orale in grado di far perdere peso.

Gli studi presentati oggi dalla Eli Lilly a Copenhagen nel corso del 42° Congresso dell’Associazione Europea per lo studio del Diabete (EASD) hanno valutato l’efficacia di Exenatide a confronto con due tipi di insulina e nella nuova formulazione a lento rilascio (LAR – Long Acting Release) che potrebbe permettere in futuro ai pazienti diabetici di ottenere il controllo della glicemia con una singola somministrazione a settimana.

Il diabete e l’obesità costituiscono un binomio sempre più difficile da scindere, tanto che oggi si parla sempre più spesso di diabesity. Molti trattamenti a cui i diabetici sono costretti a ricorrere per tenere sotto controllo la propria glicemia, infatti, favoriscono questa associazione provocando un aumento di peso. Prima dell’arrivo di Exenatide, già disponibile negli Stati Uniti e presto in arrivo anche in Europa, nessun trattamento per il diabete di tipo II ha dimostrato di poter spezzare questo binomio.

“Il meccanismo d’azione di Exenatide, volto a recuperare la funzionalità delle beta cellule e a migliorare quindi la produzione endogena di insulina, dimostra di avere pari efficacia della stessa somministrazione di insulina per via iniettiva” ha osservato Francesco Giorgino, Direttore dell’U.O. di Endocrinologia presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari e professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Università degli Studi di Bari.

A seconda della durata dello studio la perdita di peso è risultata più o meno considerevole. Nello studio clinico che ha messo a confronto Exenatide con insulina aspart la differenza di peso registrata tra i due gruppi di pazienti è stata di quasi 6 kg (2,5 i kg persi dai pazienti trattati con Exenatide e 2,9 i kg acquisiti dai pazienti in trattamento con insulina).

In fase di studio una nuova formulazione a lento rilascio (LAR) di Exenatide che permetterebbe ai pazienti diabetici in terapia con Exenatide di ottenere un controllo glicemico, e un sostanzioso calo ponderale, ‘pensando’ alla terapia una sola volta a settimana. “La prospettiva di un trattamento efficace come quello rappresentato dall’Exenatide LAR - ha spiegato Giorgino - che i diabetici potranno iniettarsi autonomamente e con facilità una sola volta alla settimana, non fa altro che aumentare l’aspettativa per l’arrivo in Europa di questo molecola”.


Ottime novità anche dai risultati presentati da Lilly relativi al primo trattamento specifico per la Retinopatia Diabetica, la causa principale di cecità nella popolazione in età lavorativa. Ruboxistaturin, questo il nome della molecola, ha dimostrato di poter ridurre del 41% rispetto al placebo il rischio di perdita visiva in pazienti affetti da retinopatia diabetica (RD) non proliferante da moderata a severa.


Di seguito un breve riassunto degli studi clinici presentati oggi a Copenhagen

Exenatide comparato ad Insulina aspart bifasica e ad insulina glargine

Exenatide, in due studi distinti, conferma un’efficacia paragonabile a quella di due comuni insuline nel controllo glicemico. I risultati degli studi clinici comparativi attestano che Exenatide eguaglia l'insulina aspart bifasica e l’insulina glargine nel controllo della glicemia in pazienti diabetici di tipo2 che non hanno ottenuto validi risultati con antidiabetici orali. Si tratta del secondo trial clinico europeo a lungo termine, che dimostra come Exenatide sia in grado di controllare la glicemia altrettanto efficacemente dell’insulina. “Con questi due studi Exenatide conferma ancora una volta di essere l’unico trattamento antidiabetico non orale in grado di far perdere peso” ha aggiunto Francesco Giorgino. Gli studi hanno evidenziato, infatti, un significativo calo ponderale nei pazienti trattati con Exenatide mentre, dopo entrambi gli altri trattamenti, i soggetti hanno subito un incremento di peso (pari una media di di 2,9 chilogrammi con l’insulina aspart bifasica e pari ad una media di 0,35 chilogrammi con insulina glargine) effetto collaterale comune nella terapia con insulina.

Exenatide: i primi risultati sull’efficacia della formulazione a lento rilascio

Per la prima volta presentati i dati relativi a una nuova formulazione di Exenatide che permette un ottimale controllo della glicemia e perdita di peso con una singola somministrazione a settimana. Secondo lo studio presentato oggi a Copenhagen Exenatide LAR (Long Acting Release) permette all’86% dei pazienti di raggiungere i livelli raccomandati di controllo glicemico. La nuova formulazione prevede l’incapsulamento del farmaco in microsfere a base di polimeri, che vengono iniettate nell’organismo, dove si degradano lentamente e rilasciano il farmaco in maniera graduale e ad una concentrazione controllata. “La nuova formulazione conferma l’efficacia di Exenatide su controllo glicemico e sulla perdita di peso grazie a una sola iniezione in grado di coprire le esigenze di insulina per 7 giorni” ha illustrato Francesco Giorgino, Direttore dell’U.O. di Endocrinologia presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari. Lo studio è stato condotto su 45 pazienti con diabete di tipo 2 che non erano stati in grado di ottenere un controllo glicemico adeguato con metformina o un regime di dieta ed attività fisica. A 15 settimane si sono osservati miglioramenti in termini di HbA1C e di perdita di peso dose-correlati.

Ruboxistaurin: un nuovo trattamento in vista per la retinopatia diabetica

Due studi clinici di fase III condotti dimostrano l’efficacia del primo trattamento specifico per la RD (Retinopatia Diabetica), una malattia oculare legata al diabete e considerata nei paesi industrializzati la causa principale di cecità nella popolazione in età lavorativa. Si tratta di Ruboxistaurin la prima di una nuova classe di molecole in fase di sperimentazione per il trattamento delle principali complicanze microvascolari diabetiche (DMC). Con Ruboxistaurin si è verificata una diminuzione della capacità visiva solo nel 6,1% dei pazienti, rispetto al 10,2% dei pazienti trattati con placebo. “Questo è il primo principio attivo la cui efficacia è validata scientificamente. Non esistevano, infatti, fino ad oggi trattamenti specifici sulla retinopatia diabetica supportati da evidence based medicine”. commenta Massimo Porta, responsabile Centro retinopatia diabetica, Dipartimento Medicina Interna, Università di Torino. “La retinopatia diabetica è una conseguenza del diabete sottovalutata anche se molto invalidante” continua Porta. “I pazienti che ne soffrono hanno un notevole peggioramento della qualità di vita. Noi, per questo motivo, in collaborazione con altri due centri italiani, stiamo conducendo uno studio sull’handicap visivo di pazienti diabetici a confronto con altri pazienti non diabetici che soffrono di perdita visiva. I risultati sono attesi per il prossimo anno”.


Redazione MolecularLab.it (25/09/2006)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: Diabete, Exenatide, Ruboxistaurin, retinopatia
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