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Dibattito alla John Hopkins: etica e biotecnologie


Alla John Hopkins University si e tenuto un dibattito sulle implicazioni morali e psicologiche dell

Alla John Hopkins University si e' tenuto un dibattito sulle implicazioni morali e psicologiche dell'ingegneria genetica e delle piu' comuni forme di biotecnologie.
In particolare, uno dei tavoli di discussione si e' concentrato sulla diagnosi genetica pre-impianto, la cosiddetta PGD. Viene utilizzata in genere nei casi di gravidanza dove si sospettano malformazioni o malattie genetiche, e molti genitori la considerano l'unica alternativa al dare alla luce un figlio malato. Altri invece la considerano una forma di eugenetica, una selezione forzata di un nascituro, eticamente sbagliata.
Certo, questa tecnica puo' nascondere degli abusi moralmente discutibili. Abusi, cioe', che vanno oltre le necessita' di salvaguardare la salute e il benessere fisico, e sconfinano nel narcisismo o nella mania di controllo assoluto.
Forse alcuni sognano di poter progettare un figlio come se fosse un disegno o un robot, ma il buon senso degli scienziati fino ad ora non ha prodotto questi risultati.
Durante il dibattito hanno preso la parola molti esperti, tra i quali Newt Gingrich, presidente del Gingrich Group, secondo cui "il popolo americano e' in un periodo di transizione. Alcune decisioni pratiche infatti, occorre che vengano prese adesso, specie se si parla di designer baby".
D'altra parte pero', le problematiche legate alle tecnologie, sollevano questioni di carattere piu' intimo e riflessivo. Come ha spiegato Paul Miller commissario della U.S. Equal Employment Opportunity Commission, "la nostra societa' si interroga su cosa significhi avere una vita piena e soddisfacente. Le domande sulla vita degli embrioni sono veramente quelle giuste da porsi?"
Amy Hall assistente professore di etica teologica alla Duke University, nel suo intervento ha nuovamente posto l'attenzione sulla PGD e sul ruolo fondamentale dei genitori nella scelta. E' "onorevole" infatti attribuire lo status di persona ad un embrione, ma non e' accettabile imporre questa visione a tutta la societa'.
La tecnica di diagnosi pre-impianto prevede necessariamente una fecondazione in vitro, che parte da una cifra di 10.000 Usd. Con l'aggiunta della Pgd si puo' arrivare a 12/16 mila Usd. Negli Usa non esiste ancora una regolamentazione definitiva della procedura, che sara' pronta solo quando il Senato passera' la tanto attesa Human Cloning Prohibiction Act…e chissa' in quali termini.

Fonte: ADUC (26/01/2004)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
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