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Usa/Italia: le diverse difficolta' e i diversi tempi per cambiare rotta

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Da molto tempo seguiamo cio' che accade negli Stati Uniti ed in Australia, i cui Governi hanno posto serie limitazioni alla ricerca con le cellule staminali. George W. Bush, che aveva fortemente l

Da molto tempo seguiamo cio' che accade negli Stati Uniti ed in Australia, i cui Governi hanno posto serie limitazioni alla ricerca con le cellule staminali. George W. Bush, che aveva fortemente limitato il finanziamento federale alla ricerca con le cellule staminali -recentemente confermati attraverso il veto-, e' uscito pesantemente sconfitto dalle elezioni di medio termine. E sono state moltissime le competizioni elettorali, specialmente per la carica di Governatore, che si sono incentrate sulla liberta' di ricerca. Il Governatore repubblicano della California, Arnold Schwarzenegger, e' stato ampiamente riconfermato dopo aver preso le distanze dalla politica del suo Presidente, anche sulla ricerca con le cellule staminali (ricordiamo la sua recente decisione di finanziare generosamente l'Istituto di medicina rigenerativa del suo Stato). Nel Missouri, seppur di poco, gli elettori hanno approvato un emendamento alla Costituzione dello Stato teso a proteggere la ricerca con le cellule staminali embrionali e la clonazione terapeutica. Il senatore repubblicano in carica del Missouri, Jim Talent, contrario al referendum, ha dovuto cedere il posto alla democratica Claire McCaskill, che ha fatto campagna per il "si'". Infine, c'e' l'Australia, dove il premier John Howard, che aveva fortemente voluto il divieto della clonazione terapeutica per motivi etici e religiosi, e' stato costretto ad accettare dal Senato una legge che la legalizza.

Ma restiamo negli Stati Uniti. Come sappiamo, le motivazioni della sconfitta dei Repubblicani sono molteplici: l'andamento della guerra in Iraq, gli scandali di corruzione, l'andamento dell'economia, il bisogno di novita'. Vi e' pero' un elemento che credo possa aver determinato sopra ogni altro la debacle repubblicana. Mi riferisco alla percezione –piu' che giustificata- da parte degli americani che la politica del presidente americano fosse dettata da idealismo (o ideologia) piu' che dalla conoscenza della realta'. E' innegabile che fino a due anni fa, questa forte carica ideologica dell'amministrazione Bush era piaciuta ai piu', stanchi di un realismo (da molti identificato con le ragioni della real-politik) che appariva troppo fatalista e passivo. Di fronte alla realta' dell'Iraq, e alle rassicurazioni sempre smentite dai fatti, gli americani hanno cominciato a chiedersi se il proprio Governo non fosse affetto da allucinazioni: bene l'idealismo, ma quando le cose non vanno bene non vi e' di peggio che far finta di non vedere. In altre parole, la sconfitta di Bush e', si', dovuta in gran parte all'Iraq, ma non tanto per un intervento militare che non sarebbe mai dovuto avvenire, quanto invece per il rifiuto di accettare la realta' e cambiare rotta in corso d'opera. E' la testardaggine di Bush, la sua manifesta volonta' di ignorare opinioni diverse dalla sua, che lo ha portato alla sconfitta.
Un errore si puo' perdonare, ma non certo il suo ripetersi.
Questa percepita chiusura mentale dell'amministrazione Bush ha trovato una importante conferma nella sua incrollabile vicinanza alla destra cristiana, quella dei tele-evangelisti, o dei cosiddetti teocon. Dall'astutissimo Karl Rove, infatti, era nata questa vincente alleanza con una parte molto importante dell'elettorato americano, pronto a mobilitarsi per il Partito Repubblicano. In cambio della sua opposizione ai matrimoni gay, all'aborto, alla ricerca con le cellule staminali, Bush ha ricevuto il supporto militante di milioni di cittadini motivati da e per il Bene assoluto (indiscutibilmente una motivazione convincente).
Oggi, questa strategica alleanza si e' rivelata un cul-de-sac. Non solo e' stato approvato il referendum del Missouri, ma tutti i referendum tesi a vietare l'aborto, appoggiati quindi da Bush e dalla destra cristiana, sono stati respinti dagli elettori. Cosa ben piu' importante, la motivazione religiosa di Bush e' stata percepita dalla gran parte degli elettori come pilastro della sua forte impronta ideologica e della sua testardaggine, madre anche del disastro iracheno.

Veniamo all'Italia. Come quelle dei tele-evangelisti, le posizioni dei vescovi italiani sull'aborto, sulla ricerca con le cellule staminali, sull'eutanasia, sono fortemente minoritarie nel Paese. Ma come i tele-evangelisti, i vescovi possono contare su mezzi potenti e su una parte consistente di elettorato pronto a mobilitarsi con vigore in nome del Bene. La politica, quella partitica, che vive di potere e quindi anche di voti, e' naturalmente attenta a tutte quelle lobby che hanno muscoli e voce. Come e piu' dei Repubblicani, il centro-destra italiano si e' buttato nella sua interezza sulla strategia, fino a poche ore fa vincente, di Bush e di Rove. E buona parte del centro-sinistra, con la sua forte componente cattolica, ha fatto lo stesso. Il risultato e' una Paese che assomiglia molto agli Stati Uniti di qualche anno fa, dove le decisioni su temi cosiddetti "etici" si prendono solo quando compatibili con i principi della Chiesa (basti pensare al ruolo che hanno avuto i cattolici nel Comitato nazionale di bioetica, a cominciare dal presidente Francesco D'Agostino).

Il percorso degli Stati Uniti, anche se con modalita' molto diverse, sara' prima o poi seguito dall'Italia. Purtroppo, questo avverra' non da subito per i seguenti motivi:
1. L'Iraq, con i suoi 100 soldati americani uccisi ogni mese e miliardi di dollari l'anno, e' lo schiaffo che ha fatto risvegliare cosi' bruscamente l'elettorato. Noi non abbiamo una dimostrazione cosi' inconfutabile del fallimento dell'ideologismo;
2. Negli Stati Uniti, il cristianesimo e' frammentato in decine di denominazioni, di cui i tele-evangelisti rappresentano una parte importante e vivace, ma pur sempre una parte. In Italia, la Chiesa Cattolica regna pressoche' indisturbata, rendendo molto piu' difficile il compito a chi vorrebbe leggi piu' liberali.
3. Uno scandalo come quello che ha colpito la chiesa evangelica americana, e che quindi ha contribuito alla sconfitta di Bush, difficilmente potrebbe accadere in Italia (ricordiamolo, uno dei piu' importanti tele-evangelisti, Ted Haggard, consigliere spirituale di Bush, si e' imbottito di metanfetamine prima di andare a letto con un prostituto). Sono migliaia, ad esempio, le denuncie contro preti cattolici americani (e non solo) per aver abusato sessualmente di bambini piccoli. Di questo si e' parlato moltissimo in tutto il mondo, ma poco, pochissimo in Italia. Nel nostro Paese, grazie anche all'informazione, la Chiesa Cattolica riesce molto meglio che altrove a nascondere i propri scheletri nell'armadio.
4. La scarsa qualita' dell'informazione, del giornalismo di inchiesta, in Italia. I telegiornali ed i giornali sembrano ormai grigi bollettini che riportano le diatribe di palazzo. Poco, pochissimo l'approfondimento e l'inchiesta. Nonostante il demenziale e incomprensibile umorismo che li accompagna, programmi come Le Iene e Striscia la notizia sono fra i pochi in Italia a fare giornalismo d'inchiesta. Senza informazione adeguata, difficilmente ci si puo' rendere conto dei danni provocati dall'ideologia.
5. Il rapporto diretto elettore-istituzioni che contraddistingue gli Stati Uniti e' infinitamente piu' tortuoso in Italia. Difficilmente i parlamentari italiani ascoltano i propri elettori, i quali sono spesso ininfluenti sui singoli temi (quanti di noi hanno l'indirizzo del proprio rappresentante a cui spedire una lettera di protesta o di incoraggiamento?). Infatti, e' evidente che i nostri rappresentanti temono ogni forma di espressione diretta dei loro rappresentati. Basti pensare a quanto si e' fatto per scoraggiare l'istituto referendario, usato ben 206 volte appena due giorni fa negli Stati Uniti.
6. Quella parte della politica italiana che non e' motivata dall'ideologia teocon o comunque dalla lobby cattolica, e' motivata da altre ideologie, di stampo pacifista, comunista, pauperista o altro. Pochissima e quasi ininfluente e' la componente laica e liberale nelle istituzioni, ovvero quella componente che negli Stati Uniti, ma anche in gran parte d'Europa, e' controparte a tutto cio' che agisce nel nome dell'ideologia (cristiana, comunista, o altro).

Siamo ancora lontani dal compiere quel passo che gli Stati Uniti, la piu' grande e solida democrazia nella storia dell'uomo, hanno dimostrato ancora una volta di saper fare: cambiare rotta. Ma questo non ci deve scoraggiare, prima di tutto perche' la nostra disperazione, che e' assenza di speranza e di fiducia nel futuro, e' l'arma con cui oggi siamo governati.

Fonte: Aduc (10/11/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Italia, stati uniti, ricerca
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