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Nuove immagini mostrano come l'influenza effettua il salto di specie


Alcuni ricercatori europei hanno prodotto un'immagine tridimensionale di una parte del virus dell'influenza coinvolto nella trasmissione delle patologie dai volatili agli umani aprendo nuove p

Alcuni ricercatori europei hanno prodotto un'immagine tridimensionale di una parte del virus dell'influenza coinvolto nella trasmissione delle patologie dai volatili agli umani aprendo nuove possibilità di cura o prevenzione dell'influenza.
Il lavoro, finanziato in parte dal Quinto programma quadro (5PQ) dell'Unione europea, è stato pubblicato on line dalla rivista «Nature Structural and Molecular Biology».
Poiché nel mondo insorgono incessantemente nuove epidemie del ceppo virulento H5N1 dell'influenza aviaria, si continua a temere il verificarsi di una mutazione che consentirà al virus di passare direttamente da un essere umano all'altro. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, dall'epidemia scoppiata nel 2003 sono stati registrati 274 casi confermati di H5N1 nelle persone e 167 decessi. La maggior parte dei soggetti viveva o lavorava nelle immediate vicinanze di volatili infetti.
Se il virus dovesse compiere il salto di specie, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche; nel 1918, si sono verificati 50 milioni di decessi nel mondo a causa di una pandemia di influenza causata da una mutazione del ceppo aviario della malattia.
I ricercatori hanno ora prodotto per la prima volta un'immagine tridimensionale di parte della proteina polimerasi, approfondendo la conoscenza del modo in cui modifiche di poco conto della struttura della polimerasi potrebbero aiutare il virus a compiere il salto di specie dai volatili agli esseri umani.
Quando una persona o un uccello contraggono per la prima volta l'influenza, il virus inizia a replicarsi all'interno delle cellule dell'ospite. La polimerasi svolge un ruolo fondamentale in tale processo, in quanto è responsabile della copiatura del genoma virale e della gestione della produzione delle proteine.
Benché si sappia ormai da tempo che la trasmissione da ospiti aviari a umani è imputabile a piccoli cambiamenti di alcune parti della polimerasi, la natura della proteina stessa ne rende molto difficile lo studio.
«Gli scienziati tentano da anni di avere un quadro completo della polimerasi dell'influenza e di individuare i punti deboli che potrebbero essere attaccati dai farmaci», ha commentato Darren Hart del Laboratorio europeo di biologia molecolare (EMBL), uno degli autori della pubblicazione.
«Tuttavia, nessuno è riuscito ad avere a disposizione una quantità di proteina sufficiente ad analizzarne la struttura».
Per ottenere un campione della proteina, i ricercatori hanno sviluppato una nuova tecnica di screening denominata «expression of soluble proteins by random incremental truncation» (ESPRIT, espressione di proteine solubili mediante troncamento incrementale casuale). «Abbiamo sviluppato un sistema che utilizza i robot per effettuare lo screening di decine di migliaia di condizioni sperimentali e abbiamo scoperto un pezzo di polimerasi dell'influenza che potrebbe prestarsi al nostro scopo», ha spiegato il dottor Hart. «Benché sia una parte minuscola dell'intera proteina, ci fornisce informazioni interessanti sul funzionamento della stessa e sul modo in cui le mutazioni potrebbero influire sui diversi ospiti».
Gli studi sulla struttura atomica della proteina hanno rivelato un segnale precedentemente trascurato riconosciuto dalla proteina umana per il trasporto nucleare, l'importina alfa. Una volta riconosciuto il segnale, l'importina alfa trasporta la polimerasi nel nucleo della cellula, dove viene replicato il materiale genetico del virus.
Utilizzando la fonte di raggi a elevata intensità del laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone, i ricercatori sono riusciti a produrre un'immagine ad alta risoluzione dell'interazione tra la polimerasi e l'importina alfa. Le immagini hanno rivelato che le mutazioni notoriamente coinvolte nella trasmissione dell'influenza aviaria agli umani sono ubicate all'interno del sito dell'interazione o in prossimità dello stesso. Secondo i ricercatori, tali mutazioni potrebbero influire sulla capacità del virus di replicarsi in specie diverse interferendo con l'efficacia del trasporto nucleare.
«L'interferenza con la funzione della polimerasi potrebbe dare luogo a nuove cure o alla prevenzione dell'influenza, ma a tal fine occorrerà un'immagine dettagliata del resto della polimerasi», ha spiegato Stephen Cusack, responsabile del laboratorio di Grenoble dell'EMBL.
Ottenere maggiori informazioni sulla proteina polimerasi è il tema del progetto FLUPOL finanziato dall'Unione, coordinato dall'EMBL e della durata di tre anni. Si tratta di uno dei 17 progetti selezionati lo scorso anno per la destinazione di fondi, in seguito a un invito speciale a presentare proposte nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ).
«In uno sforzo congiunto con altri laboratori europei e col sostegno finanziario della Commissione europea, esamineremo la struttura e la funzione di tale bersaglio chiave dei farmaci e tenteremo di caratterizzare le altre mutazioni coinvolte nel contagio dai volatili agli umani», ha commentato il dottor Cusack.

Fonte: Cordis (01/03/2007)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: influenza, ESPRIT, 5PQ
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