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Ricostruito il cammino evolutivo del virus H5N1 dalla sua prima comparsa

Virus H5N1


La ricostruzione dello spostamento e delle mutazioni fatta utilizzando come spie due proteine dell'involucro del virus

Sono stati ricostruiti tutti gli spostamenti e il cammino del virus dell'aviaria H5N1 nei dieci anni dalla sua prima comparsa ad Hong Kong e questo è stato fatto non solo contando le vittime fra gli uccelli ma anche nell'uomo.
A compiere questa ricostruzione sono stati dei ricercatori dell'Università della California a Irvine coordinati da Walter Fitch ed hanno utilizzato a questo scopo due "spie molecolari": due proteine (emoagglutinina e neuramminidasi) presenti sull'involucro esterno del virus che costituiscono l'identità del virus stesso.
Queste proteine infatti subiscono delle mutazioni ogni volta che il virus passa ad una nuova specie e sono quindi fondamentali per studiarne l'evoluzione e per capire come il virus muta in modo da diffondersi in specie sempre diverse (uomo compreso).
I ricercatori hanno isolato emoagglutinina e neuramminidasi del virus da 192 campioni prelevati dalla GenBank e dalla Influenza Sequence Database.
Questi campioni sono stati isolati in un periodo di tempo fra il 1996 ed il 2005 da diversi organismi in 10 Paesi diversi.
Attraverso queste analisi i ricercatori sono riusciti a ricostruire i mutamenti subiti dalle due proteine nello spostamento dall'Asia orientale all'Europa, uccidendo talvolta milioni di volatili.
Tra le varie tappe ricostruite una delle più importanti sembra essere stata quella nella provincia cinese di Guangdong, da qui il virus si è spostato al Sud diffondendosi anche in Indocina dove i vari ceppi del virus sembrano aver avuto una diffusione limitata ad aree locali.
Dallo studio delle sequenze proteiche è emerso chiaramente che diversi ceppi del virus H5N1 si sono evoluti parallelamente e in questo modo il virus ha potuto contagiare diverse specie ospiti in una stessa regione. Il virus ha trovato così la specie ospite ideale che gli permettese di diffondersi nelle regioni vicine. Analogalmente il virus si è diffuso anche in Europa ed ha toccato l'Africa nella zona subsahariana.
Grazie alla sua grande capacità di adattamento e alla capacità di mutazione, H5N1 è riuscito a colpire anche l'uomo senza però riuscire a mutare in modo da trasmettersi da uomo a uomo (se non in rarissimi casi). Dal 2003 il virus dell'influenza aviaria ha colpito 277 persone di 10 Paesi e tra questi è risultato mortale in 167 casi. Conoscere la mappa della migrazione e delle mutazioni del virus è molto importante per poter monitorare il comportamento del virus ed per riuscire, eventualmente, a prevederne l'evoluzione.
Lo studio è stato pubblicato questa settimana sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, PNAS.

Redazione MolecularLab.it (08/03/2007)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: H5N1
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