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Ogm, convivenza solo con sementi "terminator"


Le nuove generazioni dimprenditori agricoli friulani sinterrogano sul futuro dei campi destinati a

«Se la comunità scientifica non metterà a punto delle sementi terminator, la convivenza di coltivazioni transgeniche con quelle biologiche, tipiche e tradizionali sarà praticamente impossibile nel nostro territorio». Lo ha detto Rolando Manfredini, dell'Area ambiente e territorio della Coldiretti nazionale, intervenendo ieri a Udine all'assemblea del Comitato provinciale allargato del Movimento Giovanile di Coldiretti di Udine i cui lavori sono stati introdotti dal delegato provinciale Pietro Gortani dopo i saluti del presidente provinciale Roberto Rigonat. «I semi terminatorsono sterili anche dal punto di vista del polline - ha spiegato Manfredini - e quindi non contaminanti. Ma, pur essendo già stati selezionati, non sono stati - per me inspiegabilmente - ancora mai proposti agli agricoltori». Manfredini, chiamato a rispondere al tema Ogm e coesistenza, ha ricordato che Coldiretti, la quale ribadisce un netto no agli Ogm nell'alimentazione umana e animale e che si batte per la tolleranza zero, «non è affatto contraria allo sviluppo della ricerca in materia di biotecnologie e all'uso di questo tecnologie per la produzione di farmaci e per la cura delle malattie».
Alla base della contrarietà di Coldiretti agli Ogm nelle filiere alimentari considerazioni di ordine scientifico ed economico.
Il punto di partenza dal ragionamento di Coldiretti è la sicurezza alimentare. «Il principio di precauzione adottato dall'Ue - ha spiegato Manfredini - parte dal fatto che non ci sono certezze e dal fatto che, a differenza dall'inquinamento da sostanze chimiche, che è reversibile per quanto grave possa essere, quello arrecato da prodotti geneticamente modificati è irreversibile. Il polline viaggia anche per centinaia di chilometri e i geni modificati si riproducono senza controllo». Ma all'impresa agricola conviene coltivare Ogm? Manfredini sostiene di no, soprattutto all'agricoltura italiana, la prima in Europa per produzioni tipiche e di qualità. «Anche se paradossalmente gli Ogm fossero richiesti dai consumatori (non è così visto che l'80% degli europei è contrario) l'Italia farebbe comunque bene a distinguere nettamente le sue produzioni e caratterizzarsi per la qualità, la salubrità, la tipicità legandole al territorio, imponendo nelle etichette l'indicazione obbligatoria dell'origine della materia prima dei prodotti agroalimentari e agroindustriali. Solo così possiamo distinguere le nostri produzioni da quelle di altre Paesi».

Fonte: Il Gazzettino (04/02/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
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