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Rivoluzione nella terapia dell'asma lieve persistente

Starnuto


Secondo lo studio è possibile gestire la malattia con una terapia combinata con broncodilatatore e cortisonico solo al bisogno

Da una ricerca italiana arriva una rivoluzione per la terapia dell'asma lieve persistente. Secondo questo studio clinico è possibile evitare di assumere la terapia quotidiana a base di cortisonici. I risultati dello studio, chiamato BEST (Beclomethasone plus Salbutamol Treatment) promosso da Chiesi Farmaceutici e dai maggiori centri pneumologici italiani, son stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, una tra le più prestigiose riviste mediche a livello mondiale. Sembra che sia possibile gestire la malattia con una terapia inalatoria combinata con un broncodilatatore e un cortisonico assunti solo al bisogno. Questo nuovo approccio potrebbe migliorare la qualità di vita di tutte quelle persone che soffrono di questa patologia e che sono, solo in Italia, 1 milione e 200 mila. Il professor Leonardo Fabbri, Professore Ordinario e Direttore della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatore della ricerca, spiega: "Si tratta di uno studio rivoluzionario perché mette in discussione, in questa popolazione di pazienti, un cardine dell'impostazione terapeutica dell'asma. La nostra ricerca ha dimostrato che una semplice terapia inalatoria con la combinazione precostituita di un broncodilatatore (salbutamolo) e un cortisonico (beclometasone dipropionato), assunta alla comparsa dei sintomi, permette un controllo clinico analogo a quello offerto dalla terapia inalatoria quotidiana continuativa con cortisone più broncodilatatore al bisogno, raccomandata fino ad oggi dalle linee guida.
La pubblicazione sul New England è un importante riconoscimento internazionale per la ricerca clinica del nostro Paese". "Questa rivoluzione semplifica la vita del paziente perchè gli permetterà di assumere i farmaci solo quando ne sente il bisogno. E la quantità di farmaco somministrata si riduce del 75%, con i relativi benefici".
Il dottor Filippo Tesi, Presidente di Federasma afferma che spesso è difficile far capire al paziente, soprattutto all'inizio quando si avvertono i sintomi solo saltuariamente, che l'asma lieve persistente è una malattia cronica. Invece il controllo dell'asma è correlato con la qualità di vita del malato: se non non viene gestita bene, i sintomi e le crisi sono molto più frequenti. I pazienti spesso non aderiscono alla terapia a causa della complessità e la frequenza del trattamento, per l'assunzione di farmaci più volte al giorno, la paura degli effetti collaterali e la scarsa fiducia nei farmaci. Proprio per questo questo studio e i risultati ottenuti, può condurre ad un approccio più semplice alla terapia.
Il BEST è uno studio che ha coinvolto 8 centri italiani e 14 europei e che ha seguito per 6 mesi 500 pazienti.
Il professor Alberto Papi, Professore ordinario e Direttore della clinica di malattie dell'apparato respiratorio della Università di Ferrara e co-coordinatore dello studio, ha spiegato che sono stati selezionati pazienti che, secondo i criteri attuali, vengono considerati asmatici lievi persistenti e il 60% dei malati coinvolte nella ricerca soffriva di asma allergico, cioè persone che per lo più stanno bene e per i quali è molto difficile garantire l’adesione alla terapia continuativa prevista dalle attuali linee guida.
"Negli ultimi trenta anni il gruppo Chiesi ha continuamente sviluppato la terapia di combinazione tra broncodilatatori e corticosteroidi – ha commentato il Dr. Paolo Chiesi, Vice Presidente e Direttore della Ricerca e Sviluppo dell’azienda italiana – Nel tempo questa intuizione iniziale è diventata un razionale sempre più evidente e ha trovato conferme sempre più significative in importanti trial clinici, quali lo studio BEST".
Il dottor Germano Bettoncelli, responsabile dell’area respiratoria della Società Italiana di Medicina Generale spiega: "Sulla base della nostra esperienza quotidiana, abbiamo potuto osservare che, la maggior parte dei pazienti, quando colpiti dai sintomi di questo forma asmatica, tende a utilizzare il solo broncodilatatore, oppure a ricorrere a un'associazione estemporanea, comportamenti che fino ad oggi avevamo tollerato anche se "irregolari". Siamo quindi certamente interessati al fatto che ora da questo studio, emergano dati a supporto dell’intervento al bisogno con la combinazione precostituita dei due farmaci, una strategia terapeutica meno pesante ed impegnativa".

Redazione MolecularLab.it (16/05/2007)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: Beclomethasone, asma, BEST, allergia
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