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Le cellule epiteliali chiariscono il meccanismo dell'orologio biologico umano


I ricercatori del progetto EUCLOCK (modulazione dell'orologio circadiano), finanziato dall'Unione europea, hanno ora scoperto che un esame di tali cellule può rivelare il cronotipo di un

Nei geni delle cellule epiteliali di una persona è scritto se quest'ultima è mattiniera o nottambula. I ricercatori del progetto EUCLOCK (modulazione dell'orologio circadiano), finanziato dall'Unione europea, hanno ora scoperto che un esame di tali cellule può rivelare il cronotipo di un individuo.

Circa 28 soggetti sono stati sottoposti a test nell'ambito dello studio, che è stato pubblicato on line dalla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences» (PNAS). Un questionario (il questionario del cronotipo di Horne-Ostberg, HOQ) con domande su tempi di veglia e di sonno che si prediligono, sulla prontezza in diversi momenti del giorno nonché su abitudini adottate durante le vacanze, ha contribuito a determinare il cronotipo dei soggetti sottoposti all'esperimento, 11 dei quali sono stati individuati come «allodole» (i mattinieri) e 17 come «gufi» (i nottambuli).

Gli scienziati hanno estratto campioni di fibroplasto (le cellule principali del tessuto connettivo) da ciascuno di loro e hanno inserito nelle cellule un gene bioluminescente con l'aiuto di un virus.
È stato così possibile misurare il grado di luminescenza, in quanto le cellule erano più o meno luminose a seconda della fase circadiana. L'oscillatore circadiano umano (dal latino «circa diem» che significa «circa un giorno») regola i cicli sonno-veglia e le prestazioni cognitive di una persona, nonché le sue funzioni cardiache (battito cardiaco e pressione sanguigna), le funzioni renali e molti aspetti della digestione.

Secondo le misurazioni, il periodo circadiano nei soggetti particolarmente mattinieri è più breve, mentre coloro che si svegliano più tardi mostrano periodi circadiani più lunghi. Tuttavia, il periodo circadiano non viene determinato unicamente dalla durata, ma, suggerisce un modello matematico, anche da altri fattori come l'ampiezza del livello di espressione del gene «clock».

Infine, tali scoperte potrebbero contribuire allo sviluppo di metodi di screening clinico. Questo consentirebbe ai pazienti con cronotipi agli estremi, che soffrono cioè di sindrome della fase del sonno ritardata o avanzata, di ricevere cure adeguate senza dover rimanere per lunghi periodi in laboratori del sonno, commenta l'autore principale dello studio, il dottor Stephan Brown dell'Università di Zurigo.

Il progetto EUCLOCK riunisce 29 partner di 10 paesi, sia Stati membri dell'UE sia paesi non appartenenti all'Unione, e riceve più di 12 Mio EUR di finanziamenti a titolo del Sesto programma quadro (6°PQ).

Fonte: Cordis (10/02/2008)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: EUCLOCK, cronotipo, orologio, circadiano
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