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Rischi nell'utilizzo del dicloroacetato nella cura del cancro

Cellula cancerosa


Nonostante non ci siano ancora evidenze sperimentali a favore di un effetto curativo del DCA, in internet aumenta la vendita incontrollata della sostanza

In tutto il mondo si è diffusa la notizia che una sostanza chiamata dicloroacetato (DCA) è in grado di curare il cancro. Sui siti web che vendono farmaci non testati, con fantomatiche proprietà curative, da tempo il dicloroacetato è presentato come farmaco antitumore, dopo che è stata diffusa la notizia di promettenti risultati su animali di laboratorio. Il quotidiano britannico “Guardian” ha denunciato il grave rischio che corrono i pazienti oncologici che, già in precarie condizioni di salute, ne fanno uso. Non si tratta solo di una truffa ma può causare anche rischi per i pazienti che assumono questa sostanza, precisano gli esperti. Il governo britannico è stato messo in guardia sul rischio e il dottor Ian Gibson, presidente del gruppo interparlamentare sul cancro, ha esortato il governo a bloccare le vendite di questi prodotti, che sono acquistati da un numero sempre maggiore di pazienti britannici.
“La proliferazione di questi siti – ha detto Gibson – rappresenta un problema sempre più grande anche nel nostro paese, dopo essersi manifestato e diffuso negli Stati Uniti”. Il DCA è una sostanza nota da un ventennio, a basso costo, non brevettato e già oggetto di molti test (in gran parte senza nessun esito) per la cura di varie malattie. Ora sembra essere tornata in auge in seguito ad uno studio, pubblicato nel gennaio del 2007 sulla rivista “Cancer Cell”. Lo studio descritto, condotto da due scienziati canadesi, Evangelos Michelakis e Sebastian Bonnet, ha mostrato che la somministrazione di DCA favorisce la regressione di alcuni tipi di tumore, tra cui quello al polmone, al seno e al cervello e senza causare effetti collaterali.
Secondo la teoria avanzata dai due scienziati, il DCA ripristinerebbe la funzionalità dei mitocondri (gli organelli cellulari deputati alla produzione di energia per la cellula) nelle cellule tumorali, consentendo così di autodistruggersi e quindi di bloccare la crescita della massa tumorale. Proprio sfruttando questa notizia, il titolare di un'impresa californiana di derattizzazione, Jim Tassano, ha iniziato a produrre questo composto chimico e a venderlo su un sito internet. Nonostante in Usa le autorità abbiano cercato di bloccarne la vendita, il DCA è facilmente reperibile via web e il “Guardian” è riuscito a procurarsene un flacone, senza difficoltà e ha ricevuto la raccomandazione di assumerlo insieme a del caffè o tè forte. Tassano si difende dalle accuse mossegli sostenendo di voler dare un'ultima speranza a chi non ne ha.
Sono proprio Michelakis e Gibson, autori della ricerca, che si scagliano contro questa speculazione. “La preoccupazione nasce dal fatto che il farmaco viene somministrato a persone in gravi condizioni fisiche. E chi vende questi prodotti può essere considerato alla stregua degli spacciatori”. Gibson sostiene che sia molto preoccupante il fatto che ai pazienti possano essere date false indicazioni e informazioni sbagliate su un farmaco non sperimentato sull'uomo e potenzialmente molto pericoloso: “Io voglio che il ministero della salute indaghi sull'operato di questi siti e li chiuda immediatamente”. Michelakis, intanto, sta lavorando per iniziare a sperimentare il DCA sugli uomini. I trial clinici sono i soli, infatti, a poter dare delle risposte definitive sugli effetti della sostanza. Al momento, in una clinica di Toronto, due medici Akhbar Khan e sua moglie Humaira Khan, mettono a disposizione il dicloroacetato e per questo hanno ricevuto molte critiche sia da colleghi che dalle autorità di vigilanza. Nonostante ciò continuano a somministrarlo poiché, pur non essendo approvato per la cura del cancro, il DCA è utilizzabile nella terapia di alcune malattie metaboliche. La dottoressa Khan ha ammesso: “Finora non abbiamo visto guarire nessuno ma il farmaco è servito almeno a prolungare la vita e a migliorarne la qualità”. Inoltre, spiegano che è importante anche considerare l'apporto psicologico di questa “terapia” non convenzionale: le famiglie e i malati pensano che sia comunque meglio provare questo estremo tentativo che assistere inermi all'avanzare della malattia. Ma i due medici non si fermano a questo, aggiungono anche ai loro trattamenti anche altri preparati che i pazienti vengono a conoscere tramite internet. Sempre sul suggerimento di pazienti, i due medici hanno introdotto un “protocollo della caffeina” ma Khan non fa mistero del fatto che questa terapia ha anche causato delle reazioni molto gravi in casi di cancro al cervello, con conseguenze anche mortali.
Per quanto riguarda, quindi, il DCA, gli studi sono solo nella primissima fase e non vi è ancora un'evidenza sperimentale che dimostri la reale efficacia contro il cancro. E' necessaria quindi molta cautela perché questa sostanza può dimostrarsi molto pericolosa.

Redazione MolecularLab.it (29/04/2008)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: DCA, dicloroacetato
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