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Le notizie e gli eventi scientifici della settimana - 17 Novembre 2014

La posta di MolecularLab


Newsletter del 17 Novembre 2014 di MolecularLab.it con notizie ed eventi del mondo scientifico su Biotech, Ricerca, Biochimica, Genetica, Medicina

Completata la prima fase della realizzazione del Calendario dei Ricercatori.
Un'edizione con un grande successo: questo nono anno, sono state raccolti foto per realizzare ben 4 calendari.

In questa seconda fase, siete tutti invitati a votare la vostro foto preferita così da selezionare quelle che verranno scelte per l'edizione 2015.
Avete due settimane di tempo per scegliere fino a tre foto tra le 59 pubblicate dai ricercatori ed appassionati.
Grazie al loro contributo questa edizione è una delle più ricche mai realizzate.
Curiosi di vedere le foto? Durante la votazione potrete vederle per decidere le vostre preferite.
Scegliete quindi le foto che saranno presenti nel Calendario dei Ricercatori 2015:
http://www.molecularlab.it/calendario2015/

Svelata la genesi dei neuroni dello striato
10/11/2014 17:00:41 - Ci sono voluti 4 anni di ricerche di 17 ricercatori da 6 gruppi di 2 paesi europei per capire di più su come si formano i neuroni dello striato, la regione del cervello che degenera nella Còrea di Huntington, una malattia neurologica ereditaria oggi senza cura. Il risultato, ottenuto dal gruppo coordinato da Elena Cattaneo dell'Università degli Studi di Milano, viene reso pubblico oggi, sulla rivista scientifica Nature Neuroscience. "Abbiamo bisogno di capire di più su come si formano i nostri tessuti e le nostre cellule per comprendere perché si ammalano e costruire strategie che ne rallentino o impediscano l'insorgenza". Spiega Cattaneo.
Lo studio, che ha visto come primi autori Marco Onorati, ora all'Università di Yale negli U.S.A. e Valentina Castiglioni, oltre alla partecipazione dell'Ospedale San Paolo di Milano, dell'Istituto Scientifico San Raffaele, dell'Università di Cambridge nel Regno Unito, mirava a identificare la mappa molecolare e funzionale che caratterizza la maturazione dei neuroni striatali nel cervello umano, i neuroni che degenerano nella Còrea di Huntington.
Nelle fasi precoci dello sviluppo del cervello le cellule staminali sono localizzate in una zona che circonda i ventricoli. Si è scoperto che, da subito, quelle che genereranno i neuroni striatali umani presentano un codice molecolare identificativo che poi transita verso un secondo codice molecolare acquisito dalle cellule mentre si allontanano dalla zona proliferativa per popolare lo striato. Un terzo codice identificativo viene acquisito nel momento in cui le cellule raggiungono la zona dello striato dove risiederanno.
I ricercatori hanno potuto seguire per la prima volta queste tre fasi del percorso partendo da embrioni umani di 2 settimane fino a 22 settimane di vita fetale. Si tratta di materiale post-mortem prezioso messo a disposizione della ricerca universitaria nell'ambito di progetti valutati e approvati e a seguito di autorizzazioni da parte dei rispettivi comitati etici.
"Questo studio è stato avviato con un piccolo finanziamento da parte del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) che ci ha permesso di ottenere dati preliminari attorno ai quali abbiamo costruito un'idea di progetto europeo insieme a molti altri colleghi. A livello internazionale la competizione tra le idee è elevatissima. Non ci si può presentare senza credibilità e dati preliminari. Per costruirle ci vogliono anni e fondi nazionali. Recentemente abbiamo vinto due volte in Europa con due proposte di progetti che coordiniamo noi come Università degli Studi di Milano. Si tratta di NeuroStemcell (2008-2013) e Neurostemcellrepair (2013-2017) focalizzati su malattia di Parkinson e di Huntington. Nell'ambito di questi due consorzi abbiamo seguito con entusiasmo il lavoro di colleghi partner che lavorano sul Parkinson e hanno ottenuto neuroni dopaminergici – quelli che muoiono nel Parkinson - autentici e funzionanti da cellule staminali. Erano anni che puntavano a quel risultato con un impegno ingente della loro nazione. Con lo studio pubblicato su Nature Neuroscience ci rivolgiamo ad un'altra tipologia di neuroni, quelli spinosi-medi dello striato che degenerano nell'Huntington. Ne abbiamo setacciato la genesi, la progressione, la maturazione. Ora possiamo "aggiungere" queste informazioni alle cellule staminali in vitro al fine di indurle a generare neuroni striatali il più possibile simili a quelli che abbiamo nel nostro cervello. Bisogna sempre insistere sulla conoscenza. In laboratorio sono in corso 20 progetti paralleli sull'Huntington, utilizzando ogni strategia razionale che sia stata positivamente valutata. Le cellule staminali sono una strada. Come per molti altri laboratori seguiamo più strade contemporaneamente. Non possiamo basarci su una sola". Prosegue Cattaneo.
"La mia preoccupazione sta nel fatto che il nostro Paese sembra avere abdicato al dovere di perseguire e investire in conoscenza in tutte le sue forme. Se pensiamo alla ricerca, non c'è più un singolo bando dedicato alla ricerca di base. E' drammatico. Questi sono invece essenziali per costruire i primi passi di tante nuove linee di ricerca che possono domani essere competitive nella sfida europea e mondiale dei bandi internazionali. E sono essenziali per gli scienziati che cominciano ora, affinché possano costruirsi una credibilità scientifica e quindi essere chiamati a partecipare come partner a questi grandi progetti europei, invece di vedere reclutati sempre i giovani trentenni tedeschi o inglesi. Senza fondi nazionali per la ricerca di base si distrugge la nostra possibilità di competere con le élites mondiali nella formazione della conoscenza. E non riusciamo a riconquistare i fondi europei come invece potremmo".
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Farmaco del diabete utile contro il cancro
13/11/2014 10:08:38 - La metformina è un farmaco ipoglicemizzante molto noto e utilizzato nel diabete di tipo 2 che negli ultimi anni sta richiamando crescente attenzione per la sua attività antitumorale, suggerita da una serie di studi epidemiologici: pazienti oncologici che stavano assumendo metformina per il diabete hanno infatti evidenziato prognosi migliori rispetto a pazienti non diabetici, o in cura con alti tipi di antidiabetici. Confermato anche da diversi studi sperimentali in vitro ed in vivo, il meccanismo di azione del farmaco come antitumorale restava tuttavia per molti versi poco chiaro. In particolare, non si spiegava fino ad oggi una delle qualità fondamentale della metformina, ossia la sua selettività verso le cellule tumorali e la sua mancanza di effetti verso le cellule normali. Una caratteristica questa dimostrata peraltro dall'assenza di effetti collaterali anche dopo trattamenti prolungati in pazienti diabetici.
A portare nuova luce su questo aspetto interviene il lavoro pubblicato su Oncotarget, frutto di una ricerca condotta da Michele Mazzanti, del Dipartimento di Bioscienze dell'Università degli Studi di Milano, e da Tullio Florio, del Dipartimento di Medicina Interna dell'Università di Genova, con la collaborazione di Antonio Daga dell'IRCCS-AOU San Martino-IST e di Rodolfo Sirito dell'Ospedale Evangelico Internazionale di Genova.
Nello studio sono state utilizzate come modello sperimentale colture di cellule staminali di glioblastoma (uno dei tumori umani più aggressivi) e cellule staminali mesenchimali isolate da cordone ombelicale come modello di cellule staminali normali. Il trattamento con metformina induce effetti antiproliferativi solo nelle cellule staminali tumorali, la sottopopolazione tumorale che viene attualmente considerata il vero bersaglio farmacologico per evitare diffusione metastatica e recidive dei tumori. Al contrario, le cellule staminali normali non risultano sensibili al farmaco.
I ricercatori hanno dimostrato che la selettività dell'azione della metformina nel bloccare la proliferazione delle cellule staminali tumorali dipende dall'inibizione della attività di una proteina che forma un canale del cloro denominata CLIC1 (chloride intracellular channel 1).
Questa proteina è presente ed attiva a livello della membrana nelle cellule staminali tumorali, nelle fasi iniziali della duplicazione cellulare – e qui interagisce con il farmaco - mentre nelle cellule staminali normali è prevalentemente localizzata nel citoplasma, dove si trova in forma inattiva ed inaccessibile alla metformina.
I ricercatori hanno anche dimostrato che quanto più il canale è attivo, tanto più significativa l'inibizione di CLIC1 da parte della metformina, tanto più efficace risulta l'azione antiproliferativa del farmaco.
Un altro aspetto relativo all'uso della metformina sul quale si sono soffermati i ricercatori - un tema centrale nella prospettiva dell'eventuale utilizzo di questa molecola come antitumorale - è quello riguardante le dosi del farmaco, la soglia quantitativa minima per assicurarne l'efficacia. Precedenti studi condotti in vitro sembravano infatti indicare la necessità di raggiungere dosi molto elevate, difficilmente somministrabili in vivo.
Ora, dimostrata la correlazione diretta tra attivismo del canale e efficacia del farmaco, lo studio di Mazzanti e Florio apre a nuove possibilità anche su questo versante: sollecitando l'attività del canale ionico e prolungando i tempi di esposizione al farmaco si determina infatti una significativa inibizione di CLIC1 e quindi della proliferazione delle cellule staminali tumorali anche a concentrazioni di metformina sensibilmente minori e farmacologicamente raggiungibili in vivo.
"La ricerca sulle proprietà antitumorali della metformina deve naturalmente continuare - hanno commentato Michele Mazzanti e Tullio Florio - e trials clinici sono attualmente in corso, ma siamo convinti che la scoperta del meccanismo molecolare che sta alla base della selettività antiproliferativa della metformina possa rappresentare un supporto allo sviluppo e al possibile utilizzo, in futuro, di questa molecola per la terapia dei tumori".
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Novità nelle strategie di medicina rigerativa per Parkinson
10/11/2014 14:42:22 - Un'importante novità sperimentale nelle strategie di medicina rigenerativa che potrebbe aprire la strada all'applicazione clinica delle cellule staminali nei pazienti affetti da Parkinson. Lo studio, pubblicato su Cell Stem Cell, è guidato da Malin Parmar dell'Università di Lund in Svezia, membro dei consorzi Europei NeuroStemcell e NeuroStemcellRepair ...
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Identificati nuovi fattori di prognosi per la Leucemia Linfatica Cronica
11/11/2014 09:15:54 - Un gruppo di ricercatori internazionali, tra i quali professor Paolo Ghia dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – parte del Gruppo Ospedaliero San Donato -, ha identificato una nuova correlazione tra le caratteristiche molecolari della leucemia linfatica cronica e alcuni sottogruppi di pazienti.
Lo studio internazionale, appena pubblicato ...
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Redazione MolecularLab.it (17/11/2014)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: newsletter, molecularlab
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