«Non si ferma il progresso!»

Francesco Salamini dirige il Max Planck di Colonia: «Un bambino africano non si domanda da dove vien

ROMA - «Attenzione quando parliamo di Ogm. Questo acronimo è diventato così pieno di significati che va molto oltre il vero significato di quello che c’è dietro». Non ammette deroghe la premessa di Francesco Salamini, agronomo e genetista delle piante, direttore dell’istituto Max Planck di Colonia, cattolico, relatore del convegno promosso a Roma dalla Santa Sede. Cosa vuol dire? Quali significati?
«Si parla di Ogm con una valenza politica e quasi mai tecnica. Essere pro o contro gli Ogm è diventato un problema di appartenenza, un modo di essere. Troppo spesso non si sa di che cosa si sta parlando».
E invece di cosa stiamo parlando?
«Di un’opzione tecnologica che la scienza offre a chi di questo vuole approfittare».
Ma è bene approfittarne?
«Non si può fermare il progresso. Non è giusto. Penso che la moratoria dell’Italia agli Ogm sia un freno allo sviluppo scientifico. Il ministro Alemanno la propone invocando la difesa dei prodotti tipici, ma non mi sembra giusto.

I prodotti tipici così come la moda, le ferie e le città d’arte rappresentano il passato dell’Italia. Non ci si può basare sul passato per costruire il futuro».
Ma non c’è un problema di contaminazione di semi tra le filiere agricole Ogm e quelle Ogm-free?
« No, se si rispettano le soglie di concentrazione di Ogm».
E i cibi? Se parliamo di prodotti geneticamente modificati è possibile rispondere con semplicità a questa domanda: fanno male o no?
«Esistono direttive molto precise sugli Ogm, controlli, filtri. I cibi che passano questi controlli sono sicuri».
Ma sono in tanti a non fidarsi, ad avere paura. Gli ambientalisti sono convinti che i cibi geneticamente modificati facciano male.
«Se è per questo chi si oppone agli Ogm sostiene anche che facciano male pure all’ambiente, quando credo che possa essere esattamente il contrario. Gli Ogm, infatti, potrebbero essere in agricoltura alternativi alla chimica (pesticidi, insetticidi...). La verità è che chi si oppone agli Ogm avrebbe altre due ragioni ben più valide».
Ovvero?
«Semplice. Il primo è un motivo etico. Si può dire che non si vogliono gli Ogm perché sono contro natura».
E la seconda motivazione?
«In un mondo così dipendente dalla tecnologia è impossibile continuare a sviluppare all’infinito perché tutto può collassare su se stesso».
Sono motivi filosofici...
«Pratici non ne vedo. Nemmeno la contestazione che gli Ogm vengano prodotti dalle multinazionali per profitto. Producono prodotti agricoli e non armi».
E dunque?
«Dunque penso che se viene prodotto un chilo di pane esiste sempli cemente un chilo di pane in più nel mondo. E che un bambino dell’Africa non si domanda da dove viene: lo mangia e basta».
Ma è vero che gli Ogm possono risolvere il problem a della fame nel terzo mondo?
«Non sono una bacchetta magica. Di certo grazie agli Ogm si può fortificare un’agricoltura che nel terzo mondo è molto fragile».

Fonte: (11/11/2003)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech

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