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Vaso, vasi

Condotti dove scorre il flusso di sangue, arteriosi (dal cuore verso la periferia) e vene (dalla periferia verso il cuore)


Trombo, trombosi

Formazione nelle cavità cardiache o nei vasi di masse solide derivanti direttamente dai componenti normali del sangue.


Parkinson, Morbo di

Il Morbo di Parkinson è una patologia degenerativa del sistema nervoso centrale che spesso colpisce le capacità motorie e l’articolazione del linguaggio del paziente. Il Morbo di Parkinson appartiene al gruppo di patologie chiamate disordini del movimento. È caratterizzata da rigidità muscolare, tremori, rallentamento dei movimento fisico (bradicinesia) e, in casi estremi, una perdita di movimento fisico (akinesia). I primi sintomi sono il risultato di una ridotta stimolazione della corteccia motoria da parte dei gangli basali, normalmente causata da una scarsa sintesi ed azione di dopamina, prodotta nei neuroni dopaminergici del cervello. I sintomi secondari possono includere una disfunzione cognitiva dei livelli cognitivi alti e lievi problemi di linguaggio. Il Morbo di Parkinson è cronico e progressivo.


NBIA, patologie

Le patologie NBIA sono un gruppo eterogeneo di malattie neurodegenerative rare caratterizzate da un accumulo di ferro nel cervello e sono causa di gravi e invalidanti disturbi del movimento.
Queste patologie si manifestano nella maggioranza dei casi durante l’infanzia e il sintomo d’esordio più frequente è un disturbo del cammino dovuto spesso alla combinazione di più fattori, quali la rigidità delle estremità, movimenti incontrollati e spasticità. Con l’avanzare della malattia, questi sintomi compromettono la deambulazione autonoma e la maggior parte dei pazienti con esordio precoce sono costretti sulla sedia a rotelle a metà dell’adolescenza.


Marfan (MFS), sindrome di

La sindrome di Marfan (MFS) è una malattia a trasmissione autosomica dominante la cui prevalenza è stimata intorno a 1/5.000 persone. I criteri diagnostici della MFS sono stati stabiliti a Berlino nel 1986. Tutti i sistemi potenzialmente coinvolti sono stati classificati, e sono stati definiti i segni clinici maggiori e minori, a seconda della tipologia di coinvolgimento, la cui presenza stabilisce se l'individuo è affetto o meno da MFS. Con il tempo però i criteri di Berlino si sono rivelati imperfetti, in particolare dopo lo sviluppo delle analisi molecolari, che hanno portato de Paepe et al. (1996) a rivalutarli. Attualmente possono essere utilizzati tutti e due i sistemi, il cui valore discriminante è in corso di valutazione. Nella MFS è soprattutto coinvolto il sistema muscolo-scheletrico (dolicostenomelia, aracnodattilia, ipermobilità articolare, scoliosi, protrusione dell'acetabolo, coinvolgimento dello scheletro toracico), il sistema oculare (sublussazione del cristallino, miopia assiale) e l'apparato cardio-vascolare; quest'ultimo condiziona la prognosi in relazione alla gravità delle anomalie delle valvole mitrale e aortica. La gestione della patologia deve essere multidisciplinare, con la consulenza di diversi specialisti (cardiologo, genetista, oculista, pediatra e reumatologo). Possono essere proposte terapie cardiovascolari. La MFS è una fibrillinopatia dovuta alla sintesi difettosa della fibrillina-1. Il gene che codifica per la proteina (FBN1) è stato parzialmente clonato e localizzato sul cromosoma 15q21. Ad oggi sono state descritte oltre 400 mutazioni. Un secondo gene implicato nella MFS (definito MFS2), è stato localizzato sul braccio corto del cromosoma 3 in 3p25. Questo gene e la proteina che codifica non sono noti. È attualmente stimato che 8-15% dei casi di MFS siano attribuibili alle mutazioni di questo gene.