Nell'uso futuro di staminali molti punti da chiarire
Le cellule staminali sono argomento di attualità; aggiungo subito, a scanso di equivoci, giustamente. Meno vivace, purtroppo, è la discussione sulle condizioni "teoriche" che ne permetteranno l'uso futuro e di cui mi sono già occupato su questo sito aggiornatissimo e in un articolo ormai pronto. Prendiamo l'esempio della patologia renale per restare in argomento: essa può insorgere - parlando anche per i non addetti ai lavori - per cause "estrinseche" (diabete, ipertensione, etc.) e per cause "intrinseche" quali quelle alla base della lenta, progressiva insufficienza renale. Nel primo caso, possiamo augurarci che le cellule staminali unipotenti del rene siano "sane". Il che non è affatto detto che sia VERO, a causa di una citopatia mitocondriale alla base di tutte le più gravi e comuni patologie umane (gli addetti ai lavori possono visitare il sito http://www.semeioticabiofisica.it e la letteratura in Bibliografia). Certamente, nel secondo caso le cellule progenitrici SONO a loro volta portarici di alterazione della funzione redox mitocondriale, trasmessa dalla madre. Ne consegue la possibilità, più o meno alta, che le cellule "prole" continuino a rivelarsi nel tempo malate...E sarebbe un imperdonabile errore ...gettare dalla finestra l'acqua sporca..con dentro il pupo! A mio modesto parere, le staminali sono il futuro della Medicina...se però siamo disposti ad ascoltare dove risiedono i veri problemi, per poterli affrontare nel modo migliore. Ed oggi lo possiamo fare "clinicamente" (Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche.Strumento clinico fondamentale per la prevenzione primaria e la definizione della Single Patient Based Medicine. Travel Factory, Roma, 2004. http://www.travelfactory.it/libro_costituzionisemeiotiche.htm).
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