Ottima iniziativa, i cui risultati dipenderanno dalla conoscenza delle costituzioni dei donatori.
Secondo me, si tratta di iniziative ottime per ottenere cellule staminali nel rigoroso rispetto dell'etica e bioetica. Tuttavia, dobbiamo tenere presente quanto ho avuto occasione di scrivere in questo Forum e in un articolo su www.ilpungolo.com, Scienza, <>. Non tutte le cellule, incluse le staminali, sono uguali per quanto concerne il n-DNA e mit-DNA! Per poterle utilizzare nel migliore dei modi a scopi terapeutici è inevitabile la conoscenza precisa e quantitativa delle costituzioni semeiotico-biofisiche del donatore. Che senso ha mai tentare la terapia "staminale" - per esempio - del diabete tipo2 utilizzando cellule staminali di derivazione da un soggetto con costituzione dislipidemica "e" diabetica, che sono la conditio sine qua non del diabete? Oppure, cercare di riparare il danno cardiaco con staminali di individui con "reale rischio" di CAD? Gli esempi potrebbero continuare. Solo la perfetta conoscenza delle Costituzioni Semeiotico-Biofisiche , a mio parere, ovviamente, originato però da una lunga esperienza clinica, la terapia "staminale" potrà rivelarsi auspicabilmente di portata epocale.
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