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mercurio100000

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Inserito il 30/01/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Genio epilessia e superstizione

Dopo aver letto, e in più testi, come l'epilessia fosse soprattutto di ordine genetico, ciò non ha nulla a che fare con varie dicerie pseudo religiose. Aprirei invece un tema teso a rivoltare idee "antiche" purtroppo ancora presenti presenti in religioni dove è presente la dottrina evangelica.

GENIO, EPILESSIA E SUPERSTIZIONE ”


Chiamato nei secoli Morbo Sacro, se ne trova la descrizione 4000 anni fa, in un testo accadico. La causa di tale stato era ritenuta una possessione demoniaca e la terapia consisteva nell’esorcismo.

Fino al 1400-1500, si credeva che l’epilettico fosse posseduto da un dio, o da un’entità superiore che attraverso lui parlava, faceva gli oracoli, manifestava le proprie volontà. Per questo, nella storia molti Profeti sono stati epilettici; per esempio, si diceva che lo fosse Maometto, Paolo di Tarso, Martin Lutero e anche Papa Pio IX il quale fu santificato. Si credeva che la crisi, fosse scaturito dal tentativo di liberarsi dal dio; da qui il termine di Morbo Sacro (vedere anche il biblico libro dei Numeri cap. 24, v. 4).

Questo concetto si protrasse nei secoli. Prima dell’IV secolo a.C. Ippocrate, padre della medicina, asserì chiaramente in un’opera (dal titolo: “Sulla Malattia Sacra”), che la Malattia Sacra, “Sacra non era”.

La medicina araba del VIII-X secolo d.C. con. Avicenna, Averroè, portò avanti studi sull’epilessia molto accurati, non discostandosi dai concetti d’Ippocrate. Questa asseriva che il male si poteva attribuire alla “oppilazione” dei vasi; [si chiamava così l’intasamento di questi vasi ,causa del male]. Ciò è probabile in gran parte delle epilessie che hanno luogo a causa di disturbi dei microcapillari celebrali.

Nell’anno 1000-1100 si riaffacciò l’assurda ipotesi demonologia come causa delle crisi non più generate a causa di un dio, come succedeva nell’antichità, ma per mezzo di un demonio. Credenza vissuta soprattutto nelle masse più ignoranti ancora oggi. Di quest’ipotesi parla Dante Alighieri il quale pare che anch’egli fosse epilettico. Nell’Inferno, scrive di un ladro sacrilego pistoiese. In pratica qui c’è sia una visione demonologica sia una visione più organicistica perché, non solo il demonio tira a terra l’epilettico, ma Dante considera anche la possibilità che si tratti di una “oppilazione”, vale a dire di un intasamento dei vasi da parte di questi umori freddi. Egli scrive in un canto dell’Inferno) solo della caduta del soggetto e poi di quando, rinvenendo, si guarda intorno smarrito perché confuso.

Altre descrizioni si ritrovano nei Vangeli Sinottici di Matteo, Marco e Luca. In Matteo al cap. 4, v. 24 e 25 in s.l. cap. 6, v. 17 -19 ; Lc. 9,38 e Marco cap. 1, v. 32-34. Fu Matteo a raccontare l’episodio della trasfigurazione di Gesù. Mentre Gesù si trasfigura c’è un uomo che gli porta il figlio epilettico e in questa descrizione si ricavano tutti gli elementi fondamentali dell’epilessia. il medico Willis, nel 1600, dice: “però assistendo alle convulsioni di un epilettico si deve ritenere senza dubbio che il diavolo recita il suo ruolo in questa tragedia.”

Nel Rinascimento nacque la teoria della genesi dell’epilessia: questa volta entrò in ballo il sesso. Si diceva che esisteva, dal punto di vista genetico, una trasmissione che si annidava nelle ghiandole sessuali e veniva fuori alla pubertà dando luogo alle crisi epilettiche. Riprese vigore anche il concetto dell’epilessia come malattia contagiosa; n’avevano già parlato nel 1400, e si diceva che non si doveva né parlare né prendere il bagno con gli epilettici perché anche con il solo respiro potevano infettare la gente. Erano perciò peggio degli untori di manzoniana memoria.

Strano fatto che nel 1700, nonostante questo sia stato il secolo dell’Illuminismo, non ci furono molte novità scientifiche né psicologiche.

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Interessante fu un nuovo concetto perpetuato verso gli epilettici, concetto ancora attuale: l’EPILESSIA e la GENIALITA’ vanno spesso d’accordo. Lo dimostrano alcuni grandi personaggi che sono stati epilettici: Giulio Cesare, ne parla Shakespeare nelle sue tragedie, Alessandro Magno, il Petrarca, Pietro il Grande, Moliére, Flaubert, Byron, Richelieu, Carlo V, Alfredo Nobel, il Caravaggio, Torquato Tasso, il grande Van Gogh e Van Gogh che veniva curato da un medico con la digitale per l’epilessia e, siccome la digitale notoriamente blocca la xantopsia, cioè la visione gialla del mondo, il periodo giallo della pittura di Van Gogh probabilmente era da intossicazione da digitale. Seguono Dostoevskij e Tommaso Campanella, nella sua “Città del sole” diceva che gli abitanti facevano grande uso di sostanze per il morbo sacro perché erano piene di grande talento, e poi, una nota gratificante, se vogliamo: un medico del 1500. La Toscana era la regione dove c’erano più epilettici perché avevano il cervello più creativo, questa è una nota di autogratificazione, se vogliamo.
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Anche l’epilettico Martin Lutero nel 1500, nei suoi “Detti conviviali” scrive: “E’ meraviglioso come Dio abbia messo tante virtù nel vile letame. Noi sappiamo per esperienza che lo sterco di maiale regola il sangue, quello di cavallo serve per la pleurite, dell'uomo guarisce le ferite e le pustole, di mucca, con le rose, serve per l'epilessia e le convulsioni del bambino.“.

Per concludere, sono certo che ogni forma di mistero, ha sempre impaurito gli uomini. E, l’ignoranza, “Grande Madre” del mistero, conferma di essere il letame su cui nascono i pensieri, le credenze e le superstizioni più assurde.

Anche se oggi l’uomo si crede “colto”, sono ancora in molti che non sanno che a causa di geni epilettici la storia ha subito profondi cambiamenti. Infatti, senza Alessandro Magno, Giulio Cesare, Paolo di Tarzo, Maometto, Martin Lutero e anche Dante Alighieri sia la storia che il sentimento religioso si sarebbero manifestati diversamente.

Alessandro D’Angelo alessandro.dangelo@fastwebnet.it

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