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Elia

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Torniamo ai sogni

I sogni
I sogni, come ho detto, servono per ripristinare lo stato fisiologico dell’organismo che ha subito un notevole rallentamento e per creare uno stato mentale che consente, dopo il risveglio, una capacità d’orientamento spazio-temporale istantanea.
Nel caso dovessimo svegliarci accidentalmente, mentre è in atto il calo fisiologico, cioè, senza un sogno in corso, avremmo grossi problemi a spostarci nell’ambiente circostante, scarse capacità sensoriali di vigilanza e difficoltà a coordinare semplici movimenti.

L’amica
Una collega mi raccontò che una sera, mentre era impegnata con un’amica a studiare per prepararsi ad un concorso, si addormentò sui libri, ma improvvisamente si svegliò e si mise ad urlare terrorizzata perché non capiva cosa facesse quella donna in casa sua. Impiegò del tempo ad orientarsi e a riconoscere l’amica che era rimasta sconcertata dall’accaduto.
















Interpretazione
I sogni sia pomeridiani sia notturni rappresentano gli eventi della giornata fino allora trascorsa, ma in modo non sempre riconoscibile. La deformazione è ovvia perché è in attività un solo emisfero cerebrale.
A che cosa può servire un simile procedimento che si ripete inesorabilmente tutte le notti? Sembra che lo scopo fondamentale dei sogni sia quello di collegare le esperienze della giornata trascorsa a quella del giorno successivo.

Eventi di un giorno di dicembre 1999
1) Alle ore 10,30 misuro la temperatura, l’umidità e la pressione atmosferica portando gli strumenti fuori, senza indossare la giacca.
2) Alle 11,30, telefono a mia sorella, per una polizza che scade nel 2000.
3) Alle 13,00 entro in un bar. Nel locale ci sono alcune persone che giocano a poker.
4) Verso le ore 14,00 prelevo i miei figli a scuola e più tardi li porto nella villa comunale a giocare sulle auto scontro. Il maschietto non vuole mettersi il cappello ed io sono preoccupato per il freddo.
5) Alla sera metto a letto il bambino e gli racconto una fiaba ambientata in una foresta.
6) Più tardi mia moglie racconto di aver sognato lo zio di 86 anni.
7) Infine telefono a mio fratello per farmi inviare un documento per posta.

Nel sogno
1) Mi trovo in un bar con un conoscente.
2) Vedo i miei figli, ma la femminuccia fa i capricci perché non vuole mettersi il cappello.
3) I miei genitori sono in un’auto guidata da una donna che ha problemi di vista e porta degli occhiali molto spessi. Sono preoccupato che possano scontrarsi con un’altra auto.
4) Mi trovo nel mio paese nativo in un quartiere chiamato “foresta”.
5) Entro in una casa dove ci sono alcuni miei parenti che festeggiano il capodanno. Dico buon giorno e mi accingo a porgere gli auguri. Mio cugino Claudio, seduto ad un tavolo, racconta delle barzellette a nostra zia Antonietta di 86 anni. Ad un altro tavolo mio fratello gioca a poker. Alla fine esco dalla casa, ma noto sulla porta un termometro che misura –3° C, non ho freddo e penso che dipenda dalla mancanza d’umidità.

(Il capitolo sui sogni rappresenta la sintesi di un lavoro più ampio che elaborai prima di scrivere questo libro. Si trattava di un articolo che avevo inviato ad alcune riviste scientifiche, ma non fu pubblicato. Allora non ero a conoscenza dello spostamento degli indici riferenziali che operano nei sogni e la loro interpretazione, che adesso appare piuttosto semplice, fu, allora, un compito abbastanza arduo).

Commento
La maggior parte dei fatti citati, nel sogno sono modificati. L’episodio dei miei figli che guidano le auto scontro, compare nel sogno come: i miei genitori viaggiano su un’auto guidata da una donna che ha problemi di vista e perciò rischiano di scontrarsi con un’altra auto.
L’evento 7, la telefonata che faccio a mio fratello, possiede più collegamenti: mio fratello talvolta gioca ai videopoker nel bar di Claudio e a Claudio piace raccontare delle barzellette.
L’ultima parte del sogno rappresenta un po’ il sunto della giornata trascorsa.
Nel sogno mi trovavo al mio paese in un quartiere chiamato “foresta”. La foresta è un elemento dell’evento 5, cioè, la fiaba che racconto a mio figlio.
Nel sogno entro in una casa composta di una sola grande stanza, dove alcuni parenti festeggiano il Capodanno e dico loro buon giorno. Probabilmente si tratta dell’anno 2000, appena dopo la mezzanotte.
La grande stanza potrebbe rappresentare il bar dove avevo incontrato il conoscente dell’evento 3; il Capodanno l’evento 2, cioè la polizza che scade nel 2000.
Nel sogno, mio cugino Claudio racconta delle barzellette alla zia Antonietta di 86 anni, la zia rappresenta zio di mia moglie, anche lui ha 86 anni).
Mio cugino rappresenta il barista Claudio (a tutti e due piace raccontare delle barzellette) e Claudio il barista dell’evento 3. Mio fratello che nel sogno gioca a poker è collegato allo stesso evento, ma si ricollega anche a quello n° 7.
Nella parte finale del sogno esco dalla casa e vedo un termometro. Si collega all’evento 1.

Concezione del tempo
Nel sogno non abbiamo il concetto del tempo e delle distanze, gli unici elementi cui possiamo far riferimento sono i movimenti, cioè il moto.
Il moto ci fa pensare alla velocità, descritta come il rapporto tra lo spazio percorso ed il tempo impiegato a percorrerlo: v = s / t. Dalla formula inversa si ricava che il tempo non è altro che il rapporto tra lo spazio e la velocità: t = s / v: in altre parole, direttamente proporzionale allo spazio percorso, ed inversamente proporzionale, alla velocità impiegata a percorrerlo. I tre elementi si presentano nel sogno ad un livello logico digitale, mentre nello stato di veglia sono analogici.
Comunque, non so se ricordate un sogno in cui i vostri movimenti erano decisamente rallentati. Volevate aumentare la velocità per ridurre il tempo della corsa, ma non ci riuscivate. La diminuzione della velocità non fa altro che prolungare il tempo dell’esperienza onirica che coincide con il calo fisiologico, quindi, il ripristino e il ciclo si ripete.
Nei casi opposti in cui la velocità aumenta fino al punto da non poter percepire lo spazio percorso, il tempo si riduce a livello d’intervalli con conseguente azzeramento della memoria spazio temporale. In questi intervalli avviene l’accesso rapido alle informazioni contenute nell’emisfero destro.
Il nostro organismo durante lo stato di sonno effettua dei cicli regolari, cicli sonno-sogno, il cui tempo è codificato in elementi di moto e nel risveglio vengono ricodificati in concetti di tempo.

Sogno del 19 febbraio 2002
Mi trovavo improvvisamente in una città dell’America Latina, avevo la sensazione d’essere appena arrivato dall’Italia, forse in aereo, ma non ricordavo il viaggio. Non sapevo se ero un turista, tanto meno cosa facevo in quel posto.
Non riuscivo a trovare un collegamento agli avvenimenti precedenti al sogno, nonostante avessi frugato in tutti gli eventi, anche quelli meno espressivi, in tutti i pensieri, ricordi e idee.
Non riuscivo ad identificare la città o la nazione in cui il sogno era ambientato. A volte pensavo alla Bolivia, altre volte al Perù, ma non trovavo niente che mi permettesse di fare un minimo collegamento.
Stavo per rinunciare, quando all’improvviso mi ricordai che, quella stessa mattina, avevo riletto alcuni appunti ove avevo annotato una strategia comportamentale di un signore. Sua moglie proviene da San Salvador, la capitale d’El Salvador. Non solo avevo trovato il collegamento, ma avevo identificato anche il luogo dove era ambientato il sogno.
La cosa interessante era l’assenza dello spazio tra l’Italia e la nazione dell’America centrale.
Probabilmente il tragitto era stato percorso ad una velocità tale da ridurre la coordinata tempo ad un intervallo trascurabile. Il tempo di percorrenza reale dura diverse ore.
In quest’intervallo è stato impiegato un operatore d’accesso rapido all’emisfero destro, per delimitare il confine tra due sogni, poi l’interruzione e quindi l’amnesia.
I messaggi che riceviamo dal mondo esterno sono sia analogici sia digitali. L’emisfero destro registra i primi, quello sinistro analizza i secondi.
I sogni, essendo costruiti nell’emisfero dominante, rappresentano esperienze a carattere digitale. Per “digitale” s’intende qualsiasi fenomeno che si manifesti in maniera discontinua e non subisce trasformazioni graduali in altri dello stesso tipo logico. Per “analogico”, s’intende qualsiasi fenomeno continuo a trasformazione graduale.
Lo spazio percorso, le rappresentazioni di uno stesso sogno ecc. si presentano con delle interruzioni che sono degli elementi digitali.
L’associazione richiede un’attenzione particolare: nello stato di veglia è in atto una funzione dell’emisfero destro, durante il sogno di quello sinistro.

Il sogno di mia moglie
Un giorno mia moglie mi raccontò il sogno che aveva fatto nell’ultima notte. Si trovava a Napoli e la città era pulita ed i bidoni dell’immondizia vuoti: rimase sorpresa della novità.
Subito le spiegai: “Ieri mattina volevi fare le pulizie di casa, ma non le hai fatte. Avevi pensato di andare a Napoli con la tua amica, ma non ci sei andata; volevi portare fuori la spazzatura, ma te ne sei dimenticata. Confermò che era tutto esatto.




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