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Inserito il 05/02/2007 19:36:40   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
La grande truffa dell’aids sta per scoppiare?

La grande truffa dell’Aids sta per scoppiare?
Quel che ho deciso di raccontarvi è scandaloso e incredibile. Ma dopo 25 anni la storia sta dando ragione a chi ha dubitato delle verità ufficiali. Vi ricordate il manifesto della Benetton che visualizzava con tante faccine l’espandersi per via sessuale dell’Aids? Vi ricordate gli spot televisivi con le persone contagiate rappresentate con l’alone blu che si diffondeva dall’uno all’altro? Ci dicevano molto chiaramente che se gli umani non avessero usato il preservativo si sarebbero ammalati. Il tutto era condito con grafici che mostravano le previsioni catastrofiche dell’espandersi del contagio. La chiamavano la Peste del 2000. Ora è un fatto che i costumi sessuali non siano cambiati di molto e il consumo di preservativi sia aumentato in modo minimo. E, ci dicevano, che se non fossero cambiati radicalmente i costumi sessuali sarebbe stata una catastrofe. Ma tutte le previsioni sull’espandersi del contagio sono state negate dai fatti. Se quelle previsioni fossero state esatte oggi dovremmo avere nel mondo parecchie centinaia di milioni di malati. Invece ce ne sono meno di 40 milioni. Come è potuto succedere? Perché i contagiati sono così (relativamente) pochi? Se poi andiamo a vedere i dati ufficiali sull’epidemia scopriamo qualche cosa di pazzesco: la maggioranza dei contagiati sono in Africa, NON hanno mai fatto il test per l’Hiv. La loro sieropositività e il loro essere ammalati di Aids è ricavata in modo induttivo, è una stima teorica NON una realtà dimostrata su test reali. Quando ad esempio la Francia mandò in Africa una missione, con l’incarico di sottoporre al test dell’Hiv (il retrovirus che diffonde il morbo) il numero dei sieropositivi si dimostrò irrisorio (vedi i documenti ufficiali pubblicati su “AIDS la grande truffa”, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM,). Ma come è possibile? Un’ipotesi ci sarebbe… Di fronte ai primi casi di Aids, il governo Usa finanziò una ricerca sul morbo e si decise che uno dei tre scienziati incaricati di dirigere il lavoro dovesse essere Duesberg che era un’autorità indiscussa nel settore dei retrovirus. Duesberg dopo lunghe ricerche si trovò ad andare contro la tesi (che divenne subito ufficiale) della diffusione retrovirale dell’Aids. Attenzione: Duesberg non negava l’esistenza dell’Aids. Sosteneva però che non fosse dovuta a un contagio portato dal retrovirus Hiv ma che l’Aids fosse, come dice la parola, una Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita. Duesberg negò che vi fosse un retrovirus all’origine di questa malattia e sostenne invece che le cause erano un collasso del sistema immunitario dovuto a denutrizione e sporcizia in Africa e droga, costumi sessuali abnormi (con decine di amanti alla settimana), trasfusioni di sangue, consumo di droghe (in particolare cocaina, eroina in vena e popper) nei paesi industrializzati. L’idea era che il sistema immunitario sottoposto a superlavoro potesse collassare e essere incapace di far fronte alle infezioni. Quindi si moriva veramente di Aids ma la causa non era un retrovirus ma un crollo delle capacità di difesa dell’organismo. Duesberg, come tutti i ricercatori che sposarono la sua tesi, fu estromesso da qualunque programma di ricerca e le sue tesi furono censurate nonostante fossero più di 400 gli scienziati firmatari di un documento che contestava la teoria dell’Hiv-retrovirus-contagio per via sessuale (o attraverso il sangue). Comincia così una storia incredibile che abbiamo via via raccontato in questi dieci anni anche su Cacao. I punti essenziali che ci fanno sospettare che la storia del retrovirus sia una bufala sono: 1) Nei casi nei quali si è realmente analizzato il comportamento dei malati di Aids (come negli Usa) si è scoperto che appartenevano alla categoria di persone che avevano comportamenti in grado di far collassare il sistema immunitario, senza che fosse necessario l’intervento del retrovirus Hiv: tossicomani (cocaina, eroina e popper), iper promiscui (decine di diversi amanti a settimana. Anche contemporaneamente con rapporti prevalentemente anali e contatto tra lacerazioni e feci), politrasfusi e persone che vivevano nella miseria e nella sporcizia più nera (sottoalimentazione e mancanza totale di igiene). Agli inizi degli anni ‘90, Luca Rossi andò in Usa per conto di Panorama e visitò il centro di statistica governativo scoprendo tre cose molto interessanti. --Era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa (i responsabili del centro statistiche lo accolsero con stupore…). -- I dati pubblicati sui giornali erano falsi. -- In particolare saltava all’occhio che i malati che non appartenevano a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di mille a distanza di quasi 15 anni dall’inizio dell’epidemia. Un numero irrisorio spiegabile con il fatto che anche una esposizione intensa ad agenti inquinanti può provocare un crollo del sistema immunitario. Ma soprattutto un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell’Aids in persone che avevano una vita sessuale promiscua ma non parossistica. Questa inchiesta di Luca Rossi non fu mai pubblicata da Panorama e Luca non trovò più lavoro come giornalista (tra l’altro era l’autore di un best seller su Falcone e Borsellino, più di 200 mila copie vendute, questo per dire che era un valente giornalista). Luca Rossi ha dovuto cambiare mestiere, oggi fa (con grande successo) lo sceneggiatore (la sua inchiesta l’ha pubblicata in un libro: “Sex virus”, Feltrinelli). 2) Esistono persone che si sono ammalate di Aids senza essere sieropositive. 3) Esistono persone sieropositive che dopo 20 anni non hanno sviluppato ancora l’Aids né risentono di sintomi ad essa collegabili. E poi, come si è detto, è un fatto che da 25 anni il diffondersi dell’Aids sia decisamente al di sotto di tutte le previsioni realizzate degli scienziati sulla base dell’assunto che l’Aids si diffondesse per via sessuale. Ma dopo tanti anni scopriamo anche che l’idea stessa della capacità dell’Hiv di diffondersi sessualmente è sballata. Infatti anche questo retrovirus pare abbia la capacità di essere rilevato solo in gruppi particolarmente a rischio. E questo in realtà potrebbe anche essere un elemento a favore del nocciolo della teoria dell’Hiv. Infatti l’unica spiegazione possibile della scarsa diffusione dell’Hiv in questi 28 anni dii “epidemia” sarebbe ammettere che l’analisi sulla reale infettività dell’Hiv siano completamente errate (almeno quelle). Invece autocritiche non se ne sentono. E a nulla servono le ricerche basati su test reali che ci fanno scoprire, ad esempio, che le prostitute di alcune città africane sottoposte al test dell’Hiv sono risultate sieronegative in più del 90% dei casi nonostante non facciano uso di preservativi. Così come apparre inspiegabile la bassissima diffusione dell’Hiv e dell’Aids nelle comunità lesbiche. C’è infine da aggiungere che incredibilmente (qui è tutto incredibile) neanche su che cosa sia un sieropositivo si è riusciti a mettersi d’accordo. Dopo 20 anni i test sulla sieropositività sono ancora molto discussi dagli stessi medici che sostengono la teoria ufficiale. In 25 anni i principali stati occidentali non sono neanche riusciti a mettersi d’accordo sugli indicatori di sieropositività: cioè puoi essere sano in Francia e sieropositivo in Italia. Inoltre il test in molti stati va ripetuto numerose volte perché la percentuale di falsi positivi è altissima. Dulcis in fundo Duesberg sostiene che una delle cause di morte per Aids sarebbe l’utilizzo di un farmaco carissimo e messo fuori legge negli anni ’60 perché micidiale: l’Azt 20. E in effetti ormai da tempo questo farmaco non viene utilizzato dalla comunità gay Usa nella quale si sono diffuse cure che si concentrano sull’appoggio al sistema immunitario piuttosto che nello sterminio dei retrovirus. E c’è infine da dire che l’esistenza stessa dell’Hiv non è una realtà conclamata: nessuno l’ha mai “fotografato”. La sua esistenza è stata provata per via induttiva, indirettamente. In questa storia dell’Aids c’è un altro capitolo misterioso. Da anni è in corso una campagna durissima e infamante contro il governo del Sud Africa e il suo presidente Mbeki colpevoli di credere alla teoria di Duesberg e di rifiutare l’uso dell’Azt e delle terapie retrovirali e di impegnarsi invece sul fronte della lotta alla fame, alla sporcizia e all’inquinamento (che è gravissimo anche in alcune zone del Sud Africa). Questa campagna è culminata con una causa per strage contro il governo del Sud Africa sostenuta da grandissimi avvocati e dai soldi delle case farmaceutiche. La censura contro le tesi di Mbeki è stata tale che la stampa censurò il discorso di Nelson Mandela al convegno mondiale sull’Aids di Joannesburg. I giornali scrissero che Mandela aveva criticato Mbeki mentre era vero esattamente il contrario. L’intervento di Mandela, non era neppure disponibile negli atti del convegno pubblicati su internet. Archivio articoli sull’Aids. Insomma quello che sappiamo di sicuro è che c’è una verità ufficiale monolitica che traballa sotto la spinta dei decenni. C’è una teoria alternativa sostenuta da centinaia di ricercatori. C’è una censura feroce contro chiunque abbia osato criticare la verità ufficiale (e noi ne sappiamo qualche cosa). C’è un giro d’affari mostruoso. Per chi vuole saperne di più ecco due articoli. Il primo venne pubblicato quasi dieci anni fa. A tutt’oggi quelle contestazioni restano valide e senza risposta. E già questo è un aspetto incredibile.
L'AIDS E' DAVVERO LA PESTE DEL DUEMILA? Il 1981 e il 1982 furono gli anni della mia vita durante i quali scopai di più. La sifilide e lo scolo non facevano più paura a nessuno e ce la si spassava spensieratamente. "Era scoppiata la febbre del sabato sera ma anche negli altri giorni la temperatura restava elevata. Se continuava così il sesso avrebbe travolto la società civile: orge bestiali, preti nudi alla televisione, cani che si accoppiano con gatti"... Invece arrivò il flagello di Dio, l'Aids e i bigotti ringraziarono il signore che aveva così punito tossicomani e sodomiti. "E già nel 1985 non si faceva più l'amore spensierati come prima. E poi i giornali iniziarono a ululare che anche milioni di emofiliaci e di politrasfusi erano a rischio per via delle trasfusioni con sangue infetto ed era a rischio chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con i politrasfusi, i tossicomani e gli omosessuali. Nel 1987 prima di far l'amore con una fanciulla stavi mezz'ora a guardarle la pelle e la lucentezza degli occhi per capire se era sana come un pesce o infettiva come una bomba battereologica ambulante. Ora sono passati almeno 15 anni dall'esplosione dell'epidemia, 40 anni dai primi casi ufficiali di Aids e, diciamo onestamente, il preservativo non l'abbiamo usato mica tanto... che far l'amore col preservativo è come fare il bagno con lo scafandro. Allora, se escludiamo un 30% della popolazione che non scopa mai o che è fedele in modo schifoso e sta con persone altrettanto assolutamente fedeli, tutti gli altri, cioè noi debosciati, dovremmo avere un "Aidiesse" grossa come un topo di fogna che ci scorazza nei linfociti e ci frulla il sistema immunitario. Invece, vivaddio, sto benissimo. Ho fatto anche il test dell'Aids e risulto pulito come un chierichetto. Fin dal1985 c'erano alcuni ricercatori che si erano accorti che qualche cosa non andava.Uscì un lungo articolo sul settimanale "Epoca" che raccontava questi dubbi. Questo virus dell'Aids pareva un tipo strano, c'era gente che era sieropositiva e non si ammalava e c'era gente che si ammalava ed era sieronegativa, ogni anno si facevano previsioni catastrofiche sul numero dei sieropositivi dell'anno successivo. E ogni anno le previsioni erano esagerate e comunque i giornali titolavano: "Si prevedono enormi sviluppi dell'epidemia per l'anno prossimo". Nel 1993 uno dei tre ricercatori americani ai quali il governo aveva affidato la direzione delle ricerche (Peter Duesberg, il grande retrovirologo scopritore del virus che provoca una rara forma di tumore al collo dell'utero) se ne saltò fuori dicendo pressappoco così: Cari ragazzi, l'Aids non è provocata dal virus dell'Hiv ma dalle droghe, dalla scarsa igiene e dalla denutrizione. Il sesso c'entra solo perché chi ha un numero esorbitante di amanti, (tipo 50-100 all'anno) sottopone il suo sistema immunitario a un super lavoro che lo rende incapace di difendersi da tutte le infezioni. Cioè l'Aids non è una malattia unica, provocata da un'unica causa (il virus Hiv) ma una sindrome, cioè un insieme di infezioni e degenerazioni che colpiscono persone già gravemente debilitate. La cosa tragica è che state curando questi malati con l'Azt che è una roba che è stata ritirata dal commercio negli anni '60 perché ammazzava i malati di tumore. é chiaro che se la date a persone giù di corda poi muoiono, ma non li uccide il virus dell'Hiv, li accoppate voi."
Questo articolo uscì sul supplemento salute del "Corriere della Sera" e provocò una serie di reazioni isteriche da parte della classe medica italiana nonostante fosse accompagnato da un documento firmato da parecchi premi Nobel e grandi capoccioni nel quale si diceva grossomodo: non vi sembra che sull'Aids state sparando un sacco di stronzate? Non sarebbe il caso di rifletterci un po' sopra? L'unico risultato tangibile fu che il giornalista di "Salute" che si era occupato di far uscire l'articolo fu mandato a occuparsi di giardinaggio in Groenlandia. All'illuminato direttore di un noto settimanale però venne un dubbio. Così diedero un po' di soldi a Luca Rossi, giornalista e scrittore (suo il libro su Falcone e Borsellino, "Disarmati: Falcone, Cassarà e gli altri", Ed. Mondadori) e lo spedirono in America a fare una grande inchiesta. Incontrai Luca Rossi l'anno scorso e me ne raccontò di tutti i colori. Era andato al centro statistico per le malattie infettive Usa e lo avevano accolto con stupore. Era il primo giornalista al mondo che si presentasse da loro per avere notizie di prima mano sull'andamento dell'epidemia (volendo controllare tutto fin dall'inizio). Tutti i giornali parlavano del fatto che ormai il virus Hiv portava l'Aids nelle cellule di tutti, non solo dei tossicomani, dei gay e dei politrasfusi... erano milioni gli eterosessuali non a rischio e di buona costituzione ammalati. 'Questi qui del centro di statistica delle malattie infettive sono tipi precisi. E si erano accorti che i dati erano un casino. Cioè se ti beccano che hai l'Aids non è che subito ti va di ammettere che sei un omosessuale, drogato, assatanato per il sesso, che non ti lavi e mangi solo merda. Così iniziarono a indagare sulla vita dei sieropositivi. Gli americani sono dei duri e hanno gente come l'ispettore Callaghan e Charles Bronson che sanno come far parlare la gente. In Italia uno ti dice che ha preso l'Aids perché una volta soltanto in vita sua è andato con una prostituta... e tu ci credi... ma lascialo nelle mani di Swarzenegger un paio d'ore e vedrai che confesserà che ha avuto 30 partner sessuali in otto giorni e si è sniffato tutto il popper e la coca e i sali da bagno del mondo. Così questi professori di statistica dissero a Luca Rossi che fra tutti i casi di Aids registrati negli Stati Uniti dall'inizio dell'epidemia ce ne sono meno di 600 che riguardano sicuramente persone con uno stile di vita normale. Gli dissero anche la recente esplosione di casi di Aids tra le donne era una questione politica e non statistica. Il movimento delle lesbiche americane si era imbufalito perché loro non apparivano mai nelle statistiche dei malati mentre era pieno di omosessuali maschi. Quelli dell'ufficio statistiche avevano cercato di spiegare che non era colpa loro se i maschi erano più birichini e la sodomia è una pratica più infettiva. Ma le donne gay non vollero sentir ragioni e dissero che erano solo dei fascisti fallocrati. Si sa che uno che si occupa di statistica è un bonaccione anche se è cugino di Rambo. Così questi smidollati, messi alle strette dalla Casa Bianca decisero di risolvere il problema iscrivendo d'autorità il tumore alla cervice dell'utero nel mix di malattie che costituiscono la sindrome dell'Aids (nel 1981 erano 3 malattie, oggi sono 30). In questo modo nel 1993 aumentò mostruosamente il numero delle donne ammalate di Aids. Non so se mi hai capito, è un trucco geniale! Poniamo che su 10.000 donne sane 5 abbiano statisticamente questo tipo di tumore. Ora se prendo 10.000 sieropositive anche tra queste solo 5 donne hanno, come logico, lo stesso tumore. Ma io (figlio di puttana statistico e cagasotto) sostengo che le 5 sieropositive non hanno quel tumore perché è statisticamente logico che lo abbiano per altre ragioni, ma dico che per loro, e solo per loro, è colpa dell'Aids (non ho nulla contro le donne gay, ma, evidentemente tra le cape del movimento lesbico americano ci sono, come altrove, persone fanatiche e idiote). Finalmente anche le lesbiche poterono avere la loro casella statistica. Così morirono felici di avere anche loro l'Aids.
Luca Rossi raccolse queste informazioni, insieme a molte altre e consegnò un bell'articolo che non venne mai pubblicato (a gennaio dovrebbe essere uscito un suo libro con la Feltrinelli).
Ora sono passati un paio d'anni e sui giornali non si è visto più niente che mettesse in dubbio il rapporto tra Hiv, Aids e l'uso del micidiale Azt. Vi risparmio una tirata sui ricercatori che sono costretti a esagerare il pericolo dell'Aids per avere i finanziamenti, le ditte farmaceutiche assetate di denaro, i giornalisti sempre a caccia di notizie agghiaccianti che facciano audience e il complotto delle lobby cattoliche sessuofobiche. Però c'è una cosa che mi brucia. Perché invece di buttarsi a pubblicizzare i preservativi così poco piacevoli, non si è fatta una campagna di pubblicità per incoraggiare la gente a masturbarsi reciprocamente? Farlo con le mani è bello, trasgressivo, piacevole e non ti puoi prendere nessuna malattia. Basta che te le lavi. Invece niente. Tutti giù a sbraitare di non farlo o di gommarsi. Soltanto il governo olandese ha speso qualche soldo per incoraggiare i rapporti occasionali fatti a mano. Comunque so già come finirà, così come sono caduti l'Impero Romano, il Muro di Berlino, Craxi, Andreotti e Berlusconi, alla fine crollerà anche tutta questa storia dell'Aids.
E allora, dopo tanti anni di paure e rinunce, chi ci fermerà più? Entro un paio d'anni si scoprirà la verità, vedrete... torneremo a fare sesso come frullatori.
LA TRUFFA DELL’AIDS 

Il virus della immunodeficienza umana HIV non è stato mai isolato e fotografato. Esiste una sentenza di un tribunale tedesco del 15.01.2001 sulla inesistenza del virus HIV. La traduzione del testo della sentenza dal tedesco si trova sul sito internet: http://www.medicinenaturali.net/
Non esiste un documento scientifico ufficiale che provi che il cosiddetto HIV, ammesso che esista, provochi l’Aids. Il premio Nobel, Kary Mullis, scopritore del PCR (Polymerase Chain Reaction) usato impropriamente, a detta dello scopritore, per la misurazione della carica virale dell’ HIV, lo ha cercato invano; ma neanche Montagnier e Gallo sono stati in grado di fornirglielo. (leggi il libro: Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593).
I test dell’Aids non sono attendibili perché, oltre a non essere precisi, esistono più di sessanta fattori che possono dare dei falsi positivi.
I farmaci usati per l’Aids oltre a distruggere a medio e lungo termine la salute di chi li assume, costano al contribuente italiano diciotto milioni l’anno per ogni paziente.
Il basso livello di linfociti CD4 e una alta viremia non sono predittivi di Aids. Ci sono persone con valori normali che stanno male e persone con valori anormali che però stanno bene.
Le persone che hanno un sistema immunitario indebolito devono eliminare tutti i fattori di stress ossidativo per l’organismo (fattori chimici, fisici, biologici, nutrizionali e mentali), fare delle cure a base di antiossidanti, fare una vita sana con una buona alimentazione e farsi seguire da un medico che abbia un visione solistica dell¹uomo. Vedi a questo proposito gli articoli in inglese e spagnolo del Dott. Roberto Giraldo su internet: http://www.robertogiraldo.com/
L’aids è una malattia politica che è servita a creare un sistema di potere ed è il risultato di un accordo internazionale tra Stati Uniti e Francia. Vedi a questo proposito il sito internet: http://space.tin.it/scienza/avufi/index.html e il libro: Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441. L’aids in Africa non è diagnosticata con il test dell’HIV ma in base a sintomi clinici. Ma la causa dell’Aids in Africa è la crescente povertà. La malnutrizione, l’inquinamento dell’acqua, la mancanza di igiene, le malattie endemiche.
In Europa e in America l’Aids riguarda categorie di persone che hanno comportamenti a rischio per la salute, in particolare l’uso di droghe e stili di vita non compatibili con una buona salute. Altre cause sono il crescente inquinamento dell’ambiente e l’abuso di farmaci.
Altri articoli pubblicati da Cacao: Archivio articoli sull’Aids. La ricerca più recente sul tema è pubblicata all’interno del libro “Tutto quello che sai è falso” (Entrambi i volumi) edizioni Nuovi Mondi Media
Riferimenti bibliografici (i numeri telefonici sono di 4 anni fa) e siti internet: AIDS la grande truffa, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM, tel. 06 85301832
L'immensa balla dell'AIDS, Robert Lombardi, 1998, Macro Edizioni, tel. 0541 344820
AIDS il virus inventato, Peter Duesberg, 1998, Baldini & Castoldi, Milano, tel. 800-242593
World without AIDS, Steven Ranson & Philip Day, 2000, Credence Publications, England
HIV e AIDS: fine degli opposti estremismi, Elio Rossi, 1998, Lombardo Editore, tel. 06 44290974
Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441
La mafia della Sanità, Guylaine Lanctot, 1997, Macro Edizioni, tel. 0541 344820
La medicina sottosopra. E se Hamer avesse ragione?, 1999, Edizioni AMRITA, Torino, tel. 011 9363018 La vera storia dell'Aids, David Rasnick, 2001, Edizioni SPIRALI, Milano, tel. 02 8054417 (novità!) 
 Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593

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