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paolo

Utente non registrato
Inserito il 10/11/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
L'origine...

Ecco cosa mi è venuto in mente... è molto semplice .
Può avere senso ?
Nell’ambiente primordiale ci sono già alcuni tipi di molecole , quali ammoniaca (NH3), metano, (CH4), acqua (H2O)…
L’influenza del calore e della luce è in grado di operare trasformazioni tra queste molecole e crearne di nuove.
Si arriva ad una situazione nella quale ci sono trasformazioni (reazioni chimiche) da molecole di tipo A →B →C che modificano dunque le quantità totali di molecole A, B e C presenti nell’ambiente. Ma un certo equilibrio è garantito dal fatto che esistono anche reazioni differenti che partendo da C generano nuovamente A e B, magari attraverso molecole intermedie D, E :
C→D→E→A, ecc.
I tempi in cui queste reazioni avvengono possono essere di durata molto diversa, come pure l’estensione dello spazio.
Serve ora applicare i concetti della Evoluzione a queste reazioni primordiali.
Mi si lasci supporre come esempio che si siano generate molecole di tipo P che sotto l’azione della luce si trasformino in Q→R , e che in assenza di luce prenda il sopravvento la reazione contraria R→Q→P.
E’ plausibile che queste due reazioni siano molto avvantaggiate rispetto ad altre e che si possa avere un continuo aumento del numero delle molecole di tipo P, Q, R per il fatto che se qualche altro tipo di molecola (A, B, …) si trasforma in qualche modo in una di esse, si innesca poi una trasformazione “senza fine” tra P, Q ed R.
Non sembra comunque necessario ipotizzare un caso così fortunato di reazione esattamente simmetrica tra giorno e notte. Possiamo anche pensare a regioni di spazio in cui ci sono più reazioni contemporaneamente le quali siano in grado di auto-sostenersi. Con questo intendo dire che se esiste una reazione che da A genera E, esistano poi differenti reazioni che possano rigenerare A.
Sicuramente questa situazione richiede meno fortuna della precedente.
Potremmo parlare di “gruppi di reazioni chimiche” in equilibrio.
Anche in questo caso è molto utile tirare in ballo i concetti della Evoluzione per capire quello che può accadere: sono favorite quelle reazioni che per vario motivo sono più efficienti (veloci, che richiedono condizioni ambientali più semplici, ecc.) e che quindi si affermano a danno di altre sottraendo loro materia prima.
Dopo un po’ di tempo troviamo che ci sono varie possibilità di gruppi di reazioni che coesistono.
E’ spontaneo pensare che queste reazioni, magari inizialmente estese su spazi ampi, si raccolgano in ambiti sufficientemente ristretti da poterne aumentare la velocità e l’efficienza. Certamente può essere premiante il fatto che le condizioni termiche in spazi piccoli sono più uniformi. Oppure che sia garantita una migliore omogeneità delle molecole e quindi un migliore equilibrio delle reazioni.
Questo processo spaziale potrebbe essere chiamato localizzazione.
Non è difficile immaginare quali potrebbero essere i processi di riproduzione. Un gruppo può crescere fino ad un certo punto e quindi ( pena la perdita di competitività e quindi il rischi di essere predata da altre reazioni) suddividersi in due regioni di spazio.
La morte del gruppo di reazioni A può avvenire per fenomeni quali avvelenamenti (alcune molecole estranee generano processi a catena che rapidamente bloccano tutte le reazioni normali) oppure perché fagocitato da un gruppo di reazioni vicino di tipo leggermente diverso (ma al quale siano utili alcune delle molecole di A) e più efficiente o veloce.
L’evoluzione continua e porta ad una continua specializzazione e organizzazione di questi gruppi, fino a pervenire a reazioni in zone di spazio ben definite ed estremamente complesse … le cellule.
Novembre 2005
Paolo Guarino, Pavia


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