Questo studio mi fa riflettere sul fatto che gli attuali criteri di valutazione e gestione del rischio per le sostanze chimiche siano del tutto inadeguati. Nel caso del benzene ad esempio, non esiste un modello animale in grado di riprodurre lo stesso effetto che si osserva sull'uomo. E purtroppo questo è accaduto e accade per altri xenobiotici. A seconda della specie o addirittura del ceppo impiegato, è possibile ottenere qualsiasi risultato. Come è possibile ottenere dati utili ed affidabili per la specie umana?
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