Lettera aperta de “i giovani e le scienze” contro il decreto legge 112.
L’Associazione “I giovani e le Scienze” è un sodalizio culturale e scientifico, apartitico e aconfessionale che si occupa di tutelare la scienza sviluppando ricerca non professionale, divulgazione scientifica e politiche atte a migliorare lo stato della ricerca scientifica in Italia. Scriviamo questa lettera aperta per dire basta alla politica massimalista di qualsiasi colore e partito, che sradica i più fondati principi democratici e abbatte quel attività, quale la ricerca scientifica e tecnologica, che arricchisce, di cultura e innovazione, la vita di ogni uomo. Per noi uomini di scienza sta arrivando senza precedenti, un periodo di buio, di ombra dove le politiche della tutela scientifica, di anno in anno si stanno facendo sempre più retrograde, massimaliste, antidemocratiche e distruttive. Nelle ultime due legislature e in particolare quelle dei governi di centro destra, si è giunti ad un ridimensionamento della scienza Italiana che porta a non produrre niente di scientifico. Poniamo qualche esempio passato: la legge 140 in materia di procreazione medicalmente assistita, la riforma della ricerca, dell’Università. Leggi che non hanno fatto altro che buttare per terra a bastonate il valore della ricerca e la sua innovazione in Italia. Non ultima sarà questa riforma attuata dal Ministro della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca, dove si intende praticare diversi ridimensionamenti, in quei pochi ambienti che avevano avuto la fortuna di rimanere solidi; parliamo ad esempio del ritorno del maestro unico alle scuole elementari, ambiente, al contrario degli altri, dove si è riscontrato negli ultimi anni un successo in materia di apprendimento, profitto e impegno dello studente, già da questo dato il governo non avrebbe dovuto azzardare nessun tipo di ridimensionamento per la scuola elementare. Come si fa a determinare un cambiamento radicale nelle università quando dati gli ultimi dati, la ricerca ha pochi fondi? I signori della Politica italiana che s’interessano a tutelare la scienza da anni non lo stanno facendo più! Innanzi tutto si tratta di persone che si comportano in modo poco autorevole e affidabile, e questo lo riscontriamo in tutte le legislature sia di destra che di sinistra: se facessimo riferimento alle politiche ambientali ci sbalordiremmo! Nessuno ha riscontrato competenza in materia di ambiente, nemmeno prendendo spunto dai governi esteri che fino ad oggi hanno avuto successo. Ritornando al tema principale oggi si rischia davvero tanto: taglio ai finanziamenti pubblici delle università, riduzione del turn-over del personale, le università trasformate in fondazioni, sospensione delle scuole di specializzazione (SSIS) con conseguenze disastrose per un ambiente che è tanto combattuto e per niente tutelato. Un ultima riflessione vorremmo farla agli stipendi di scienziati e politici. Oggi un dottorando di ricerca in Italia lavora 12 ore al giorno e guadagna tra 800 e 1000 euro al mese. In media attualmente un politico guadagna dagli 8000 agli 11000 euro al mese. Noi scienziati non pretendiamo di accumulare stipendi così onerosi, avendo tutto gratis iniziando dai cinema, ma che i signori della politica creino un ambiente per noi scienziati dove possiamo sviluppare le nostre ricerche. Desideriamo semplicemente lavorare, senza rovinare nessuno, anzi seguire in nostro scopo, al di fuori di ogni e colore, partito e filosofia: migliorare la qualità della vita per il nostro pianeta Terra.
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