Sguardo sui segreti della vita
Mai nessuna epoca era stato tanto dominata, come quella attuale, dalla scienza e soprattutto dalle sue applicazioni concrete, la tecnologia. Mai come oggi la scienza aveva aperto prospettive così mira
Mai nessuna epoca era stato tanto dominata, come quella attuale, dalla scienza e soprattutto dalle sue applicazioni concrete, la tecnologia. Mai come oggi la scienza aveva aperto prospettive così mirabolanti sul futuro della specie umana, e mai era stata portatrice di tanti dubbi e incertezze alimentati dai rischi connessi al progresso scientifico.
Per questo ben venga, nel moltiplicarsi di festival letterari, anche il primo Festival della Scienza, che si svolgerà a Genova dal 23 ottobre al 3 novembre: dieci giorni nei quali molti nomi di rinomanza internazionale faranno conoscere a un pubblico di esperti, di studenti e di semplici curiosi a che punto siano le principali discipline scientifiche: dall'astronomia alla logica, dall'informatica alla statistica, dalla psicanalisi alla genetica. Regina della manifestazione sarà la biologia, non solo per le nuove conoscenze sull'uomo e sulla natura che la biologia molecolare, l'ingegneria genetica e le neuroscienze dischiudono, ma anche per le complesse questioni morali sollevate dai progressi di questa scienza capace di guardare oltre la superficie delle cose per svelare, e in qualche caso modificare, il codice della vita.
Il futuro della bioetica
Di tutto ciò parliamo con Gilberto Corbellini, filosofo e storico della medicina, docente straordinario di storia della medicina, bioetica ed epistemologia all'Università "La Sapienza" di Roma, che a Genova parlerà del futuro della bioetica.
- Professor Corbellini, dopo il Festivaletteratura di Mantova e il Festivalfilosofia di Modena, arriva il Festival della Scienza: pensa che simili manifestazioni siano davvero utili a portare la cultura "alta" più vicina alle persone?
"La divulgazione della cultura non può che avere effetti benefici. Simili iniziative non sono una novità in Paesi più attenti a questi temi : i festival della scienza organizzati in Gran Bretagna dalla British Association for the Advancement of Science, per esempio, sono proposti da anni con successo, offrendo opportunità concrete d'incontro tra la comunità scientifica e la società. L'Italia si sta finalmente allineando con Paesi più efficienti nella promozione della cultura scientifica, e forse ciò si deve anche a un declino d'interesse per la politica nazionale, affetta da una preoccupante miseria culturale."
Scienza e tecnolgia
- Qual è la funzione della scienza nella società contemporanea? Qual è il confine tra la scienza e la tecnologia?
"Il ruolo svolto dalla scienza nello sviluppo civile ed economico della società contemporanea è stato fondamentale.
Il miglioramento della qualità della vita nel mondo occidentale è stato in larga parte conseguenza dei progressi scientifici e delle conseguenti ricadute tecnologiche degli ultimi due secoli. Inoltre la democrazia come forma di governo che valorizza la libertà si afferma solo nel contesto del pensiero scientifico moderno. La scienza è studio delle cause dei fenomeni, ed è guidata dalla curiosità, dal piacere di conoscere. La tecnologia, invece, punta a trarre vantaggi pratici dalla ricerca. Spesso le logiche di finanziamento hanno avvantaggiato la tecnologia a scapito della scienza, ma nei Paesi scientificamente più evoluti si destina una percentuale di finanziamenti alla ricerca curiosity driven (guidata dalla curiosità), in quanto i risultati che possono scaturirne sono imprevedibili: si possono fare scoperte che possono innovare radicalmente la stessa tecnologia."
I problemi etici
- Il titolo della conferenza che lei terrà a Genova è Oltre la bioetica: cosa c'è nel futuro di questa disciplina?
"La mia conferenza riguarderà il ruolo culturale svolto dalla bioetica nel determinare la percezione pubblica della scienza - in particolare della biologia e della medicina - e dei suoi progressi. Uno dei principali protagonisti della nascita della bioetica negli Stati Uniti, Albert Jonsen, si è chiesto recentemente perché la bioetica sia diventata così noiosa. La sua risposta è che la bioetica ha smesso di dialogare con le scienze biologiche e mediche per cercare d'imporsi come 'superdisciplina autoreferenziale'. Ovviamente ogni Paese ha la sua bioetica, ovvero un proprio modo di affrontare i problemi etici sollevati dalla nuova biomedicina. In Italia prevale una concezione poliziesca della bioetica, l'idea cioè che essa abbia il compito di difendere l'uomo dalla scienza. Basta leggere i documenti del Comitato Nazionale per la Bioetica o pensare a una legge come quella sulla fecondazione assistita per rendersi conto dell'impostazione moralistica e illiberale che caratterizza la bioetica all'italiana e che contribuisce ad alimentare la sfiducia della società verso la scienza e gli scienziati."
- In che modo, secondo lei, i progressi dell'ingegneria genetica e della biologia della riproduzione hanno modificato la nostra percezione della natura umana?
"Indubbiamente qualcosa è cambiato, anche se in misura meno radicale di quanto pensino coloro che leggono in chiave pessimistica l'avvento delle nuove conoscenze e tecnologie. Le biotecnologie alterano le condizioni naturali della riproduzione, che nell'uomo - come negli animali e nelle piante - sono il risultato dell'evoluzione biologica. Di fatto, però, le biotecnologie consentono un maggiore controllo su processi biologici che finora l'uomo sostanzialmente subiva, con conseguenze spesso pesanti. La possibilità di controllare a livello biologico la riproduzione rende possibili scelte più consapevoli, che possono evitare inutili sofferenze senza per questo alterare la qualità emotiva dei rapporti interpersonali."
I difetti della natura
- Correggere i difetti della natura o migliorarla: questo è il problema che l'etica pone alla scienza. Come risolverlo?
"Secondo me non esiste, in linea di principio, alcuna differenza morale tra correggere un difetto e introdurre un miglioramento. Non capisco perché dovrebbe essere lecito eliminare un gene che causa una malattia ed essere invece vietato migliorare qualche tratto. Non è questo che si cerca normalmente di fare con l'educazione, forzando spesso le inclinazioni naturali degli individui? Questa posizione, ovviamente, è compatibile solo con un contesto in cui le persone possano scegliere liberamente e non esista alcuna costrizione da parte dello Stato che imponga scelte riproduttive o discrimini gli individui sulla base delle loro caratteristiche biologiche".
"Il problema - continua Corbellini - è piuttosto far capire che l'aspettativa di correggere un difetto o di migliorare un tratto deve fare i conti col fatto che l'organismo funziona come un tutto integrato e che le caratteristiche complesse di un individuo non sono determinate esclusivamente dai geni. L'etica non aiuta a prevenire i rischi conseguenti a scelte dettate da aspettative biologicamente irragionevoli sulla possibilità di esercitare un completo controllo sulla riproduzione. Queste aspettative al momento sono irrealizzabili, e verosimilmente lo resteranno a lungo."
Fonte: (22/10/2003)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Vota:
Condividi:
|
|
- Ultime.
- Rilievo.
- Più lette.
|