Biotech contro il tumore della prostata
MALATTIA CHE RISULTA ESSERE ORMAI LA FORMA NEOPLASTICA PIU’ DIFFUSA NELLA POPOLAZIONE MASCHILE
LA prostata come l'utero? Il paragone, che può sembrare paradossale, nasconde un obiettivo del "Progetto Europa Uomo", al quale hanno aderito 12 paesi europei, tra cui l'Italia. Si tratta di un movimento di opinione per combattere il tumore della prostata con il fine di sensibilizzare gli uomini ad attuare una diagnosi precoce e una prevenzione della malattia che ogni anno in Italia fa 7000 morti. Ancora oggi, incredibilmente, avviene quello che sino a qualche decennio fa capitava nella prevenzione dei tumori femminili: scarsa informazione, scarsa prevenzione. Dopo una campagna lunga, intensa e capillare, oggi la gran parte delle donne conosce la prevenzione e si sottopone periodicamente a controlli. Nel campo maschile l'informazione non è stata così incisiva da determinare nell'uomo una coscienza del problema simile a quella femminile. Risultato: oggi il tumore della prostata è la neoplasia più comune nella popolazione maschile del mondo occidentale (200.000 decessi/anno). Di fronte a questo problema primario di salute pubblica, a Torino un gruppo di ricercatori e clinici dell'ospedale Molinette ha raccolto la sfida europea di iniziare una campagna di informazione della popolazione a rischio per una diagnosi precoce: troppi pazienti infatti arrivano all'osservazione del medico con un tumore avanzato della prostata.
Ma il programma del gruppo non si limita a questo obiettivo; si vuole anche una ricerca, una diagnostica e una terapia all’avanguardia, dando al paziente un punto di riferimento in cui possa trovare tutto il necessario in un’unica struttura. Alle Molinette, dove operano in stretta collaborazione istituti universitari e ospedalieri dediti alla ricerca ed all'assistenza del malato, esistono - realtà unica in Piemonte - tutte le strutture e apparecchiature atte a garantire, oltre ad una diagnostica notevolmente sofisticata, anche una terapia corretta e diversificata, aggregando le professionalità coinvolte nei vari tipi di approccio terapeutico: chirurgia, radioterapia, brachiterapia, hi.fu, chemioterapia, procedure sperimentali. L’obiettivo è applicare "in tempo reale" in terapia i risultati della ricerca. Nasce così l'idea di creare un Centro di riferimento per la ricerca, diagnosi e cura del tumore prostatico costituita da 11 Unità di ricerca di base facenti capo al Centro di Ricerca in Medicina Sperimentale e da 20 Unità di diagnosi, terapia e ricerca clinica facenti capo al Centro Onco-Ematologico Subalpino, tutte già ampiamente operanti nell'ambito delle Molinette. Gli Istituti di ricerca sono attualmente impegnati in vari studi di primo piano (anticorpi monoclonali in vivo, vaccinazione, neoangiogenesi, studi epidemiologici) in collaborazione con i centri più accreditati a livello internazionale. Il progetto ha anche lo scopo di comportare consistenti risparmi sul bilancio della Sanità alla voce "tumore prostatico" ottimizzando i servizi e mantenendo nel contempo inalterate le qualità, le prestazioni e i tempi. Non viene inoltre dimenticata, come ulteriore finalità, l'istruzione e la formazione avanzata per il personale medico e biotecnologico con l'istituzione di master e dottorati di ricerca in oncologia. Tre obiettivi ambiziosi, quindi, da attuare subito in considerazione che la maggior parte delle risorse sono già presenti: informazione/prevenzione; ricerca/terapia; istruzione/formazione. Questa è la sfida che il Progetto Prostata Torino si pone con la certezza che esistono tutte le premesse per poterla vincere.
Fonte: (13/11/2003)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
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