Genetica e informazione sono le nuove parole.
Genetica e informazione sono le nuove parole dordine della lotta contro i tumori. Grazie alle nuove possibilità che si aprono nellepoca del post-genoma, la lotta contro il cancro potrebbe trovarsi o
Genetica e informazione sono le nuove parole d'ordine della lotta contro i tumori. Grazie alle nuove possibilità che si aprono nell'epoca del post-genoma, la lotta contro il cancro potrebbe trovarsi ormai ad affrontare le ultime sfide. È questo il messaggio ottimista diffuso ieri in modo unanime in tutta Italia, nelle 54 conferenze organizzate dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), due delle quali anche a Verona e Padova, organzizate dall'Airc del Veneto.
Si è celebrata così all'insegna dell'ottimismo e della fiducia nelle nuove possibilità della ricerca, la Giornata nazionale della lotta contro i tumori, che in tutta Italia ha visto scendere in campo oltre 200 ricercatori accanto a giornalisti ed esperti di comunicazione per parlare delle nuove frontiere della lotta contro i tumori e della necessità di dare informazioni in modo chiaro ed eticamente corretto.
Tante le scuole e gli studenti che hanno partecipato agli incontri di ieri, dalla Lombardia alla Sardegna.
Ottimista uno dei padri della manifestazione, l'oncologo Umberto Veronesi, per il quale la sconfitta definitiva del cancro comincia a profilarsi all'orizzonte: la strada è ancora lunga e potrebbe richiedere ancora oltre 20 anni, ma la via è quella giusta.
È però più vicino il primo grande traguardo delle cure personalizzate, rese possibili dalla conoscenza delle alterazioni genetiche all'origine dei tumori.
La sfida è quindi individuare gli errori di comunicazione che trasformano una cellula normale in una cellula malata.
«Il cancro è un difetto di comunicazione. Nasce da un software contenente un piccolissimo errore» ha detto a Milano il direttore dell'Ifom, Pier Paolo Di Fiore, a circa 200 studenti delle superiori. «Un errore di comunicazione è all'origine dei tumori», ha detto a Trento l'oncologo Enzo Galligioni, e a Carpi (Modena) Miriam Alcalay, dell'Istituto Firc di oncologia molecolare di Milano, ha osservato che «è necessario puntare la ricerca sulla decifrazione del linguaggio delle cellule, la trasmissione dei risultati scientifici dal laboratorio al malato e la personalizzazione delle cure».
Se comprendere i messaggi che si scambiano fra loro le cellule è il primo passo per combattere alla radice i tumori, si pensa già al futuro della ricerca. A Pisa, per esempio, gli esperti hanno parlato della possibilità di mettere a punto cure «sempre meno invasive» e «basate su terapie personalizzate per andare a colpire solo le cellule malate».
Ma le buone notizie4 non mancano nemmeno nel presente. Si trova ad esempio in Italia, ad Ancona, uno dei tre centri mondiali in cui si fa ricerca di base sul linfoma non Hodgkin.
«Stiamo studiando la proteina che ne determina lo sviluppo - ha detto a Fano (Pesaro Urbino) Francesca Fazioli, dell'Istituto di medicina clinica dell'Università di Ancona - e ci siamo accorti che essa interviene anche in altre neoplasie. È fondamentale dunque scoprirne il ruolo, per individuare possibili antidoti».
Più lunga, invece, la strada per il vaccino anticancro.
«Dovrà passare ancora del tempo prima di poter avviare la sperimentazione sull'uomo del vaccino anticancro» messo a punto dallo staff del Cerms di Torino in collaborazione con gruppi di ricerca di Bologna, Chieti e Camerino, e già impiegato sui topi. Lo ha detto a Camerino (Macerata) uno dei ricercatori coinvolti nello studio, Augusto Amici.
Fonte: (16/11/2003)
Pubblicato in Medicina e Salute
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