D’Agostino: «La clonazione umana, pratica narcisistica»
FIRENZE - «La clonazione, intesa come duplicazione genetica di un essere umano, è palese che è una pratica che ha una finalità narcisistica, non medica e non terapeutica, e quindi non riesco a vedere
FIRENZE - «La clonazione, intesa come duplicazione genetica di un essere umano, è palese che è una pratica che ha una finalità narcisistica, non medica e non terapeutica, e quindi non riesco a vedere quale giustificazione morale possa avere». Lo ha detto il presidente del comitato nazionale di bioetica, Francesco D' Agostino, affermando le indicazioni a cui si attiene il comitato in un intervento fatto a Firenze durante un convegno su «Dna e bioetica» promosso dall'Istituto Stensen.
«La ricerca scientifica - ha affermato D'Agostino - in linea di principio è sempre buona, e quindi è doveroso sempre promuoverla ed aiutarla, ove vada nella direzione della massimizzazione del bene umano».
«Ma - ha aggiunto - una ricerca scientifica degna di questo nome è una ricerca per l'uomo e non contro l'uomo, e quindi non deve, cioè, mirare alla manipolazione dell'essere umano ma a prevenire, a curare le malattie, a potenziare tutta la qualità della vita nella maggiore misura possibile ed immaginabile».
«È sempre possibile - ha considerato D' Agostino - che la scienza, e in particolare oggi la genetica, travalichino i limiti etici costituiti dal rispetto del bene umano. Ma questo non è un rischio che corre solo la scienza, tutta la società, in tutte le sue dinamiche, mette sempre a rischio il bene dell'uomo. E quindi noi dobbiamo difendere il bene umano non solo contro i rischi che vengono dalla scienza ma contro qualsiasi rischio che possa provenire da qualunque pratica sociale qualunque essa sia».
Fonte: (16/11/2003)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
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