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L'Unesco e la clonazione terapeutica, vista dal Vaticano


PadreTra il 23 e il 24 agosto a Parigi si e tenuta la XI sessione del Comitato Internazionale di Bioetica (CIB)

Padre Gonzalo MirandaTra il 23 e il 24 agosto a Parigi si e' tenuta la XI sessione del Comitato Internazionale di Bioetica (CIB), incaricato di elaborare per l'Unesco la 'Dichiarazione sulle Norme Universali di Bioetica'. La bozza del documento prevede di approvare la clonazione terapeutica. L'iniziativa dovrebbe aver luogo prima che le Nazioni Unite possano votare sulla proposta di proibizione di ogni tipo di clonazione umana.
A manifestare una forte preoccupazione la Chiesa Cattolica, che a Parigi era rappresentata da Padre Gonzalo Miranda, L.C., preside della Facolta' di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
'Anche se il documento si trova in una fase di redazione avanzata, i membri del Comitato Internazionale di Bioetica hanno ritenuto opportuno ascoltare l'opinione delle religioni su questo tema. Nei mesi precedenti c'erano gia' state audizioni dei rappresentanti delle principali agenzie internazionali e di esperti di bioetica di tutto il mondo. Si vede che qualcuno si e' reso conto che anche le religioni hanno qualcosa da dire e che la loro considerazione aiuterebbe a lavorare con lo spirito di vero pluralismo che lo stesso direttore generale dell'Unesco, il signor Koichiro Matsuura, aveva ricordato nel suo discorso al Comitato ad aprile'. All'agenzia cattolica Zenit, Miranda spiega: 'Anche se ogni rappresentante delle religioni aveva a disposizione, per la sua esposizione, soltanto dieci minuti circa, seguiti da altrettanti di domande e risposte, credo che l'esperienza sia stata positiva per tutti i presenti.
Alla fine del giorno dopo, quando sono state analizzate le varie parti della bozza della Dichiarazione, qualcuno mi ha detto di non aver mai visto che nell'Unesco venisse data tanta importanza alla religione. Molti partecipanti, in effetti, si sono riferiti alle audizioni del giorno precedente. Uno di loro ha commentato che la maggior parte degli esseri umani appartiene a qualche religione e che quindi, se si vuole davvero elaborare una Dichiarazione che abbia valore universale, non si puo' prescindere dalla visione delle religioni in materia di bioetica'.
'La bozza del documento raccoglie in maniera decisa il principio del rispetto della dignita' umana e della difesa dei diritti umani, ma sappiamo bene che, purtroppo, molti di coloro che parlano in questo modo giustificano tranquillamente pratiche come l'aborto, l'uso di embrioni umani per la sperimentazione e la clonazione per produrre embrioni dai quali ottenere cellule staminali. Per questo motivo ho sottolineato come tutti gli esseri umani abbiano la stessa dignita' intrinseca per il semplice fatto di appartenere alla famiglia umana e che noi Cristiani sappiamo che siamo tutti figli dello stesso Dio. Ho detto che il principio di uguaglianza universale degli esseri umani si estende a tutti senza distinzione. Ho citato la famosa frase di San Paolo 'Non c'e' piu' giudeo ne' greco, non c'e' piu' schiavo ne' libero, non c'e' piu' uomo ne' donna, poiche' tutti voi siete uno in Cristo Gesu'' e ho aggiunto: 'Non esistono piu' ne' nato ne' non nato, siamo tutti uno in Cristo'. Ho sottolineato anche la questione del rispetto dovuto all'essere umano fin dal suo stadio embrionale, che non dipende dalla propria visione religiosa; e' piuttosto espressione del principio di dignita' e di uguaglianza universali di tutti gli esseri umani, base della convivenza tra gli uomini e i popoli. […] Ho affermato che un documento dell'Unesco (vale a dire di un'agenzia delle Nazioni Unite) non deve proporre, approvare o avallare qualsiasi pratica contraria alla Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948, soprattutto al diritto alla vita, proclamato all'articolo 3. Ho ricordato anche che l'articolo 2 afferma che i diritti e le liberta' enunciati nella Dichiarazione spettano 'ad ogni individuo… senza alcuna distinzione per motivi di razza… o di altra condizione'. O di altra condizione significa semplicemente questo: nessuna condizione. Mi sono anche permesso di richiamare l'attenzione sul pericolo che il testo possa approvare indirettamente o implicitamente alcune pratiche che vanno contro questi diritti fondamentali riprovando semplicemente alcune modalita' di certe pratiche senza menzionarne altre. Accadrebbe questo, per esempio, se si riprovasse la cosiddetta 'clonazione riproduttiva' e non si menzionasse la 'clonazione terapeutica': potrebbe essere interpretato come la tacita approvazione di quest'ultima. Un'operazione di questo tipo ho affermato, mi sembrerebbe una espressione di disonestà intellettuale. Sarebbe piu' onesto dire che su questa seconda forma non si e' giunti ad una visione comune e che quindi il testo non si pronuncia su di essa'.

Fonte: Aduc (02/09/2004)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Tag: clon%terape%, %etic%clona%
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