Biologia per il futuro
BIOTECNOLOGIE: I CAMPI DELLA RICERCA AVANZATA
BIOINGEGNERIA, nanotecnologie biologiche, cervello e mente in azione, organismi geneticamente modificati, clonazione, DNA e postgenomica, cellule staminali, biotecnologie, antiche e nuove malattie affrontate da nuovissime ed antiche terapie, difesa dell'ambiente e della biodiversità... La biologia moderna sta disegnando un bio-futuro, che sino a pochi anni fa, era lumeggiato solo dalla fantascienza più visionaria. In questo quadro così ricco, l'Università di Torino presenta grandi realtà in parecchi dei settori più caldi. Limitiamoci ad alcuni esempi, che sono certo molto riduttivi rispetto al panorama complessivo. La ricerca sulle basi biologiche della medicina moderna - come ben indicato nell’articolo di Giuseppe Saglio qui accanto - promette grandi risultati in settori strategici come l’immunologia, l’oncologia, l’ematologia, la genetica, la gastroenterologia, la farmacologia (qui si inserisce ovviamente l’importante contributo della Facoltà di Farmacia) e si avvale di strutture come l’Istituto di Candiolo per la ricerca sul cancro e il Cerms, Centro Ricerca in medicina sperimentale, di assoluta preminenza internazionale. Quanto alle neuroscienze, ampiamente rappresentate in vari Dipartimenti e cliniche universitarie, hanno, sul fronte della ricerca neurobiologica di base, almeno due strutture di grande rilievo, il Centro Interdipartimentale "Rita Levi Montalcini" per lo studio del riparo da danno nervoso, diretto da Piergiorgio Strata e la Fondazione Cavalieri Ottolenghi, diretta da Carlos Dotti.
Questi nomi evocano benissimo i contenuti e la qualità delle iniziative: scienziati di assoluto rilievo mondiale dirigono ricerche sui temi della plasticità del sistema nervoso, delle cellule staminali, dei trapianti, in continuità ideale con l'insegnamento di Rita Levi Montalcini. L'ipotesi di fondo è che le ricerche di biologia cellulare possano fornire le chiavi giuste per capire come funziona il nostro cervello e come lo si possa riparare in caso di trauma o di malattia. Sui temi della mente, della percezione e delle emozioni esistono poi competenze scientifiche di altissima qualità nel Dipartimento di psicologia, dove convivono con successo i filoni della psicologia sociale e della psicologia della mente, in un ibrido fecondo sul piano della ricerca e della formazione. Qualche settimana fa, la nostra Università ha ottenuto dal ministero l’approvazione di due proposte di centri di eccellenza fra le 11 selezionate in tutt'Italia. Una delle due riguarda il Dipartimento di Biologia Vegetale, che intende applicare in modo mirato gli organismi vegetali e microbici per valutare e risanare l'ambiente. In questo contesto si inserisce la miniera di competenze sulla biologia dei funghi, che va dalle biotecnologie dell'ambiente sino al riconoscimento dei funghi di interesse alimentare, passando attraverso lo studio della biologia dei tartufi, tema quest'ultimo che ha reso ben noto nel mondo non solo la gastronomia ma anche la scienza piemontese… (Il secondo centro di eccellenza torinese approvato dal ministero nei giorni scorsi è quello coordinato da Adriano Zecchina sul tema «Superfici e interfasi nanostrutturate»). Altro punto di grande spicco è quello delle biotecnologie, dove per contributo di tanti, ma sotto la spinta di Lorenzo Silengo e Silvio Aime, si sono realizzate importanti acquisizioni, sia sul fronte della formazione avanzata in un settore così di frontiera, sia sui programmi di ricerca, che spaziano dalla biologia molecolare all'uso di sonde per l'imaging cellulare in terapia e ricerca di base (per il quale il ministero aveva riconosciuto un paio d'anni fa un ulteriore centro di eccellenza). In questo fervore di ricerche si sono sviluppate feconde collaborazioni con la Fondazione per le Biotecnologie e il BioIndustryPark di Ivrea, disegnando così una rete diffusa sul territorio piemontese.
Fonte: (19/11/2003)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
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