Strategie contro le malattie immunitarie

Il ruolo delle citochine nei processi infiammatori cronici e un nuovo anticorpo monoclonale

Noi siamo protetti dagli innumerevoli agenti biologici estranei (microrganismi, batteri, virus) e dai fattori ambientali ostili grazie al sistema immunitario. Il sistema immunitario è costituito da una complicata rete di componenti cellulari e sostanze solubili interagenti tra loro. Se questo delicato meccanismo non funziona perfettamente si verificano numerosi disturbi. Milioni di persone in tutto il mondo e più del 5% della popolazione dei paesi occidentali soffrono dei debilitanti effetti di un sistema immunitario che denuncia degli errori più o meno gravi, secondo varie modalità. Queste disfunzioni vengono chiamate Diim (Disordini Infiammatori Immuno Mediati) e colpiscono aree differenti dell’organismo, ossia le articolazioni (artrite reumatoide), gli intestini (malattia di Crohn), la colonna vertebrale (spondilite anchilosante), la cute (artrite psoriasica e psoriasi), il sistema nervoso (sclerosi multipla). Le ricerche hanno potuto dimostrare che queste patologie, apparentemente diverse, hanno molti punti in comune, e la comprensione dei loro meccanismi ha consentito di trovare nuovi rimedi.

I Diim sono infiammazioni croniche dovute a un patogeno non eliminato in modo completo, oppure dovute al fatto che la risposta infiammatoria è erroneamente indirizzata verso le cellule e i tessuti (sono le malattie autoimmuni). Un passo avanti nello studio del sistema immunitario è stata la scoperta delle citochine, una serie di sostanze solubili di origine proteica secrete dai monociti e dai linfociti che hanno il compito di modulare l’ampiezza delle risposte infiammatorie o immunitarie: aumentano la permeabilità vasale, attirano le cellule mononucleate, attivano i macrofagi, le grosse cellule deputate a inglobare e distruggere i germi e i detriti cellulari. Nei Diim si verifica una smodata produzione di citochine (ne citiamo alcune: Tnf-alfa o fattore di necrosi tumorale alfa; Il o interleuchina; Ifn o interferone). Recentemente l’attenzione si è soffermata soprattutto sulla citochina Tnf-alfa perché si è visto che questa sostanza è in grado di unirsi a specifici recettori situati sulle cellule di diversi organi provocando processi infiammatori di difficile risoluzione. Oggi si è accertato che è possibile bloccare questa successione di processi infiammatori con la somministrazione di una sostanza ottenuta grazie alle biotecnologie (infliximab, un anticorpo monoclonale) che si lega alla citochina Tnf-alfa e ne altera la conformazione. La citochina Tnf così alterata non è più in grado di legarsi ai recettori delle cellule e quindi non è più in grado di scatenare la serie di eventi che portano ai processi infiammatori (con tutte le conseguenze che derivano) e di mantenerli (diminuisce anche la produzione di altre citochine ad attività infiammatoria). Nella cura dei Diim possono rivelarsi utili gli antiinfiammatori non steroidei (Fans) per alleviare i sintomi dell’infiammazione (dolore e gonfiore) e i farmaci che riducono la velocità di progressione delle lesioni articolari nel caso dell’artrite reumatoide. Queste terapie però non influenzano il rilascio delle citochine e in molti casi non rallentano la progressione della malattia. Di conseguenza la nuova terapia è fondamentale per combattere le condizioni invalidanti dei Diim e può essere di aiuto per migliorare la qualità della vita.

Fonte: (17/09/2004)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare

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