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Approvata la clonazione terapeutica


In questo modo si potranno estrarre cellule staminali per curare malattie incurabili. Primo obbietti

L’autorità britannica per l’embriologia e la fecondazione umana (Hfea) ha concesso a un gruppo di ricercatori dell’università di Newcastle il primo permesso per clonare embrioni umani a fini terapeutici. E’ quanto ha annunciato oggi un portavoce dell’università.
I ricercatori, guidati dal dottor Miodrag Stojkovic - responsabile dell’istituto per la genetica umana dell’università di Newcastle - prevedono di clonare embrioni umani per estrarne cellule staminali da utilizzare in nuovi trattamenti contro malattie incurabili.
Inizialmente, questa tecnica dovrebbe essere applicata per trovare una cura contro il diabete. Gli embrioni, secondo le disposizioni della Hfea, verranno distrutti prima che compiano il 14/mo giorno di età e comunque non potranno svilupparsi oltre un minuscolo agglomerato di cellule.
Quanto ai tempi previsti per l’avvio degli esperimenti, Stojkovic ha affermato oggi che il lavoro comincerà non appena tutti i necessari documenti saranno pronti: «C’è voluto un anno di lavoro - ha affermato - e sono felice che la Hfea abbia riconosciuto il potenziale di questa tecnologia nella medicina moderna».
Soddisfatti gli scienziati
«E’ una decisione storica». Gli scienziati britannici autorizzati alla clonazione di embrioni umani a fini terapeutici, incassano con soddisfazione il via libera dell’Autorità britannica per la fecondazione umana ed embriologia. Ma avvertono, cauti, che ci vorranno almeno cinque anni anche di più per le applicazioni sui pazienti delle terapie con le cellule staminali frutto delle loro ricerche.
Gli esperimenti saranno condotti all’International Center for Life di Newcastle, coinvolgendo gli esperti dell’Istituto di genetica umana dell’Università della cittadina inglese e del Centro di fecondazione di Newcastle.
Per gli scienziati, questo è il primo via libera in Europa alla clonazione terapeutica. La tecnica è la stessa utilizzata per clonare la pecora Dolly, ma è diversa da quella usata per la creazione di esseri umani, la cosiddetta clonazione riproduttiva.
«Le potenzialità di quest’area di ricerca - commenta Alison Murdoch, del Newcastle NHS Fertility Centre e ccordinatrice degli esperimenti - sono immense ed eccitanti. Ci permetterà di capire molto sulla genesi di numerose malattie e adesso potremo passare al livello successivo dei nostri studi».
Da quando hanno presentato la loro richiesta di autorizzazione, gli scienziati hanno ricevuto numerose dichiarazioni di sostegno da colleghi di tutto il mondo, «ma anche - riferisce Murdoch - lettere di pazienti che ripongono tante speranze nella clonazione terapeutica e un giorno potranno beneficiarne».

Per il Pontefice si tratta di violenza
Violenza operata dagli scienziati appropriandosi ''senza limiti di sorta'' di valori intangibili come ''il vero e il giusto''. Il Pontefice coglie l'occasione per condannare i recenti annunci di esperimenti di clonazione nel mondo anglosassone con un messaggio inviato a monsignor Mariano De Nicolo', vescovo di Rimini, in occasione dell'apertura del Meeting per l'amicizia tra i popoli.
''Particolarmente forte e' la tentazione di pensare che l'opera dell'uomo trovi in se stessa la giustificazione dei propri obiettivi. I risultati raggiunti nei vari ambiti della scienza e della tecnica -ricorda Giovanni Paolo II- vengono da molti considerati e difesi come a priori accettabili. Si finisce cosi' per pretendere che cio' che e' tecnicamente possibile sia di per se' anche eticamente buono''.
''Non c'e' chi non veda le conseguenze drammatiche e desolanti di tale pragmatismo, che concepisce la verita' e la giustizia come qualcosa di modellabile ad opera dell'uomo stesso. Basti, come esempio fra gli altri, il tentativo dell'uomo di appropriarsi delle fonti della vita attraverso gli esperimenti di clonazione umana. Qui tocchiamo con mano -sottolinea il Papa- la presunzione di cui parla proprio il titolo del Meeting: la violenza con cui l'uomo tenta di appropriarsi del vero e del giusto, riducendoli a valori di cui egli puo' disporre liberamente, cioe' senza riconoscere limiti di sorta, se non quelli fissati e continuamente superati dell'operabilita' tecnica''.
Ma la via insegnata da Cristo, spiega Giovanni Paolo II e' ''un'altra: e' quella del rispetto per l'essere umano, che ogni mezzo di ricerca deve anzitutto mirare a conoscere nella sua verita', per poi servirlo, non manipolandolo secondo un progetto considerato da taluni con arroganza come migliore di quello del Creatore stesso''.

Redazione MolecularLab.it (17/05/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: clonazione terapeutica
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