Tumori, la foto diventa un’arma
Anche in Italia le micro-camere che consentono la diagnosi precoce.
È nelle immagini e nella capacità di esplorare l’organismo dall’interno la scommessa dei prossimi anni per avere nuove e potenti armi contro i tumori: perché «vedere» consente una diagnosi precoce, e una diagnosi precoce - avvertono gli specialisti - «è quasi sempre garanzia di guarigione». È stato questo il filo conduttore degli incontri organizzati ieri dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro in 47 città in occasione della Giornata nazionale per la ricerca sul cancro. Nanotecnologie, nuovi traccianti e nuove tecniche per rilevare immagini del corpo in modo non invasivo sono state le protagoniste degli interventi dei trecento ricercatori. Accanto agli scienziati, cento personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, fra i quali il «papà» di E.T. Carlo Rambaldi. L’talia - è emerso - è in linea con gli ultimi avanzamenti della ricerca sui tumori a livello internazionale ma, come rileva a Roma l’oncologo Francesco Cognetti, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena, «senza l’Airc questi risultati non si sarebbero raggiunti».
E a Firenze, il gruppo di ricerca di Medicina nucleare biomolecolare dell’ospedale di Careggi si sta preparando a sintetizzare nuovi traccianti per la diagnosi dei tumori in grado di evidenziare le cellule malate nel corpo umano. La nuova tecnica, basata sulle nanotecnologie, consiste nell’iniettare nell’organismo sostanze-spia, come la colina, che entrano nel flusso sanguigno fino a scovare il tumore e a fissarsi su di esso, permettendo così di ottenerne un’immagine. E all’università di Padova, un gruppo sta lavorando in collaborazione con l’israeliano Ehud Shapiro, padre del primo computer molecolare: «Presto», dice il direttore del dipartimento di oncologia chirurgica dell’università di Padova, Luigi Chieco Bianchi, «avremo anche nel Veneto i microrobot che sonderanno il corpo del paziente dall’interno»: il che - dice - consente di diagnosticare l’insorgenza del cancro molte settimane prima rispetto alle tecniche tradizionali. È un progetto di frontiera anche quello sull’uso degli endocannabinoidi: le molecole che, naturalmente presenti nell’organismo, si legano agli stessi recettori dei cannabinoidi possono diventare killer dei tumori. Questo nuovo approccio si sta sperimentando nell’università di Salerno. In Gran Bretagna, per la diagnosi dei tumori di esofago e intestino, si sta sperimentando la «pillola-telecamera». Come l’astronave di E.T. , la pillola telecamera emette luce a intermittenza , « e questo », dice Carlo Rambaldi, « mi ha fatto pensare all’atterraggio dell’astronave d el mio personaggio . E ppure», spiega, «è più interessante occuparsi della realtà che della fantascienza , perch é quasi sempre la realtà supera la fantasia».
Fonte: (22/11/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
immagini,
camere,
diagnosi
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