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Ozono e mortalità nelle aree urbane


Anche piccole variazioni giornaliere possono avere serie conseguenze

Citta'In uno studio pubblicato sul numero del 17 novembre 2004 della rivista "Journal of the American Medical Association", alcuni ricercatori della Yale School of Forestry and Environmental Studies e della Johns Hopkins University scrivono che il numero di decessi nelle aree urbane può dipendere dall'aumento a breve termine dell'inquinamento di ozono a livello del terreno. La ricerca, finanziata dall'Agenzia di Protezione Ambientale (EPA) degli Stati Uniti, è stata condotta dal 1987 al 2000 e individua una connessione fra i cambiamenti giornalieri nella quantità di ozono a livello del terreno e il tasso di mortalità in 95 grandi aree urbane che rappresentano il 40 per cento della popolazione degli Stati Uniti.
"Si tratta di uno dei più vasti studi mai effettuati sull'inquinamento da ozono - commentano Michelle Bell e Francesca Dominici, le autrici principali.
- Collegando le variazioni giornaliere dei livelli ambientali di ozono al numero dei decessi in ciascuna delle aree urbane, abbiamo determinato con chiarezza gli effetti a breve termine dell'ozono sulla mortalità".
Secondo Bell, una riduzione di 10 parti per miliardo, pari a circa il 35 per cento della media di ozono a livello del terreno in un determinato giorno, può salvare in media 4000 vite l'anno nelle 95 aree urbane. "L'impatto totale dell'ozono sulla mortalità è sottostimato, - affermano gli scienziati - perché di solito si considera solo la mortalità associata ad alti livelli di ozono nei giorni precedenti e non quella associata a un'esposizione continua".
La principale fonte di inquinamento da ozono è costituita dai veicoli, dalle emissioni industriali e dalle centrali energetiche.

Fonte: Le Scienze (22/11/2004)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag: Ozono, smog, citta, inquinamento, mortalita
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