Gli OGM dividono l'Europa
In questi ultimi tempi l’Europa si è trovata divisa su diversi fronti, anche strategicamente cruciali, ma di rado le opinioni sono diversificate come in materia di biotecnologie. Il recente rapporto E
In questi ultimi tempi l’Europa si è trovata divisa su diversi fronti, anche strategicamente cruciali, ma di rado le opinioni sono diversificate come in materia di biotecnologie. Il recente rapporto Europeans and biotechnology di Eurobarometer, l’agenzia di indagini demoscopiche della Commissione Europea, non mostra però un rifiuto a priori delle tecniche di manipolazione genetica. Anzi, il 43 per cento del campione dice di essere ottimista circa i risultati futuri per quanto riguarda la qualità della vita, contro un 17 per cento pessimista e un 12 per cento convinto che non porteranno particolari mutamenti.
I contrasti nascono, invece, quando si entra nel particolare: che cosa è lecito fare con l’ingegneria genetica? Mentre in tutti e 15 i paesi c’è una larga maggioranza a favore dell’uso dell’ingegneria genetica, compresa la clonazione di cellule e tessuti da embrioni, per la diagnosi e la cura delle malattie, l’uso di tecniche simili in campo vegetale e alimentare spacca profondamente l’opinione pubblica.
L’uso di tecniche genetiche in agricoltura è visto con favore in Spagna, Portogallo, Irlanda, Belgio, Gran Bretagna, Finlandia, Germania e Olanda, mentre è decisamente rifiutato in Danimarca, Austria, Francia, Italia, Grecia e Lussemburgo.
Curiosamente, molti di coloro che appoggiano l’uso di tecniche genetiche in agricoltura non vogliono poi nel piatto i cibi GM, visti come inutili e rischiosi dalla maggior parte degli europei e largamente accettati solo in Spagna, Portogallo, Irlanda e Finlandia.
L’appoggio alle tecniche di ingegneria genetica in agricoltura, però, sta guadagnando consensi, rispetto a un sondaggio analogo effettuato nel 1999 in tutti i paesi dell’UE: i cittadini favorevoli alle coltivazioni GM sono aumentati, con l’eccezione di Francia e Germania, dove sono stabili, e dell’Italia, dove l’appoggio a queste tecniche in agricoltura ha perso addirittura il 10 per cento.
Divisioni analoghe si registrano nel campo delle “schedature genetiche”. Mentre la grande maggioranza degli europei è a favore della raccolta di informazioni per scopi medici e sanitari ed è contraria al loro utilizzo da parte di enti governativi e compagnie di assicurazione, l’opinione pubblica si spacca in due riguardo alla schedatura genetica a fini di contrasto del crimine, con il 43 per cento degli europei a favore e il 44 per cento contro.
Ma, infine, a chi riconosciamo i titoli per dare informazioni in questo campo? In primo luogo agli scienziati di enti pubblici e alle associazioni in difesa di malati e consumatori (70 per cento dei consensi); seguono i ricercatori che lavorano in laboratori privati, i media e i gruppi ambientalisti (55 per cento). Ultimi, i governi e le industrie (meno del 50 per cento).
Fonte: (12/06/2003)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
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