Il 16 febbraio 2005 entrera’ in vigore il trattato di Kyoto
Il 16 febbraio 2005 segnerà una svolta memorabile: entrerà in vigore il famoso Trattato di Kyoto. E un fatto importante non perché questo trattato risolva il preccupante problema del riscaldamento de
Il 16 febbraio 2005 segnerà una svolta memorabile: entrerà in vigore il famoso Trattato di Kyoto. E' un fatto importante non perché questo trattato risolva il preccupante problema del riscaldamento del pianeta ma in quanto l'umanità, dopo aver fatto un esame di coscienza sul suo operato, riconosce che abbiamo trovato il colpevole di questo fenomeno: siamo noi, non ci sono più scuse. Intanto, fino al 17 dicembre si svolge a Buenos Aires la Cop 10, che sta definendo le modalità di entrata in vigore dell’accordo. Il mondo scientifico ha accolto la notizia dell’entrata in vigore del Trattato di Kyoto a novanta giorni dall’approvazione di esso da parte della Russia con grande soddisfazione. In modo particolare coloro che, come me, passano la loro vita a tentare di quantificare il più correttamente possibile l'intreccio di fenomeni naturali che costituiscono l'effetto serra. In questa logica, mi ha notevolmente sorpreso leggere, nello scorso mese di ottobre, alcune affermazioni di Tullio Regge, che a suo tempo fu mio professore. Secondo Regge «esistono fondati dubbi sia sull'esistenza che sulla cause dell'effetto serra». La risposta è semplice: se non ci fosse, non ci sarebbe vita sulla Terra. Quello che discutiamo è "l'effetto serra generato da cause antropiche". Questa distinzione è fondamentale, in quanto non si può pretendere che tutti i lettori la conoscano. Guardiamo ora ad alcuni fatti incontestabili. Primo. Sulla fisica dell'effetto serra non c'è scienziato al mondo che abbia alcun dubbio. Non ebbe dubbi il francese Fourier quando nel 1837 inventò l’espressione "effet de serre", non ebbe dubbi lo svedese Svante Arrhenius, premio Nobel, quando all'inizio del secolo scorso nella sua tesi di dottorato calcolò che un raddoppio dell’anidride carbonica atmosferica (CO2) avrebbe aumentato la temperatura della Terra di vari gradi centigradi.
Dopo più di cento anni, con una miglior conoscenza della fisica su molti aspetti allora oscuri nonché una miriade di scienziati specializzati nello studio dell’atmosfera e del clima, siamo arrivati essenzialmente allo stesso risultato. Questo in fisica si chiama un dato "robusto". Secondo. L'umanità emette ogni anno circa 24 miliardi di tonnellate di CO2 (il gas ad effetto serra quantitativamente più cospicuo). Che la CO2 atmosferica aumenti nel tempo non è una teoria, è un fatto misurato da Keeling dal 1958. Terzo. Quello che trova Keeling è solo la metà circa dell’anidride carbonica che si emette, grazie agli oceani che assorbono l'altra metà. Quarto. I dati paleoclimatici (che risalgono fino a 170 mila anni fa) dimostrano che più l'acqua dei mari è calda, meno CO2 è in grado di assorbire. Dunque, poiché l'aumento della CO2 porta ad un riscaldamento, la capacità degli oceani di assorbire la metà della CO2 emessa diminuirà nel tempo. Di conseguenza una sempre maggior quantità di CO2 rimarrà nell'atmosfera, e sempre maggiore sarà il riscaldamento. Un fenomeno di retro-alimentazione negativa di grande importanza. Quinto. Tutte le misure indicano che nell'ultimo secolo la temperatura terrestre è aumentata di 0,6 gradi centigradi. Questo è l'aumento più rilevante degli ultimi 10 mila anni. Sesto. Recenti analisi di dati sulla temperatura delle acque marine indicano che dal 1950 tutti gli oceani si stanno riscaldando. Settimo. Tutte le misure a nostra disposizione indicano un riscaldamento dell'Antartide di circa 4°C con un conseguente cospicuo scioglimento di ghiacciai antartici. Inoltre, dal Kilimangiaro alle Ande, è documentato che i ghiacciai si stanno riducendo. Lo stesso fenomeno avviene in Groenlandia. Ottavo. Senza l'effetto serra antropico, nessuno è sinora riuscito a spiegare il quinto e sesto fatto. Ci hanno provato i climatologi inglesi ma senza successo. Con l'aggiunta dell'effetto serra antropico, si riproducono le misure in modo di gran lunga più fedele. E se non è l'effetto serra, chi ha scaldato gli oceani? Vorrei anche intervenire sulla questione dell'asteroide che cadde a Tunguska nel 1908, evento che Tullio Regge cita come un fenomeno di cui dovremmo preoccuparci assai di più dell’effetto serra. Vediamo i fatti. Il British National Space Center cita i seguenti dati: numero di vittime per evento 5000, intervallo fra eventi 250 anni. Confrontiamo questo con le conseguenze dell'innalzamento del livello dei mari: 30-40 milioni di rifugiati dal Bangladesh al Delta del Nilo costretti a espatriare perché sommersi dalle acque. Non si può definire queste cifre "catastrofiche e ben poco razionali" poiché, tra l'altro, sono state fatte recentemente da un think tank del Pentagono (dove esistono le persone forse più pragmatiche del mondo) e anni fa, indipendentemente, da un gruppo di accademici. Si parla di decine di milioni di persone non di 5000, si parla di un fenomeno che può avvenire entro 50-70 anni e non ogni 250. La citazione di Tunguska ha un altro aspetto assai peculiare; i bolidi che ci arrivano dal cielo non li abbiamo creati noi, l'effetto serra antropico invece sì. Poiché non è possibile contestare i fatti citati e altri che non posso riportare per motivi di spazio, si potrebbe dire che tutto ciò è vero ma che non è dovuto all'effetto Serra. Posizione del tutto accettabile se e solo se qualcuno fosse in grado di fornire una spiegazione alternativa. La finalità della scienza è trovare una causa comune a fatti apparentemente diversi. Oggi, solo l'effetto serra è in grado di fornire una spiegazione unica e coerente di quanto sta succedendo. [TSCOPY](*)Goddard Space Center, Usa. Vittorio Canuto (*)
Fonte: (08/12/2004)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag:
kyoto,
inquinamento,
riscaldamento,
anidride
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