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Ambiente e geni: il segreto della longevità cilentana


Ricerca dellUniversità di Roma e dellOspedale di Vallo

VALLO DELLA LUCANIA. Il segreto della longevità è nei geni o nell'ambiente? Se lo chiedono tutti e se lo è chiesto anche una ricerca condotta dall'Università di Roma insieme al dipartimento di Cardiologia dell'Ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Lo studio ha preso spunto dall'isolamento del gene E4, più degli altri capace di determinare malattie coronariche e l'Alzheimer e quindi di generare premorienza nei suoi ''portatori''. Secondo la ricerca de ''La Sapienza'', gli italiani e i cilentani sono tra le popolazioni che presentano le minore frequenze di questo gene. Ora lo studio, in collaborazione con la Asl Salerno 3, si è spostato su circa 300 ultraottantenni e 200 20-40enni per confermare l'osservazione e definire stile di vita e stato di salute cardiologico del campione con interviste, elettrocardiogrammi, esami biochimici e antropometrici. Una fase di raccolta dati è stata già completata e sarà presto presentata alla comunità scientifica.
Nello studio sono stati coinvolte le popolazioni di diversi paesi cilentani: vi hanno collaborato i medici di base, le équipe infermieristiche e mediche dell'Utic cardiologica dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania, i ricercatori del Dipartimento di biologia animale e dell'uomo e i genetisti del Dipartimento di genetica molecolare dell'Università di Roma (coordinati dalla professoressa Rosa Maria Corbo), ricercatori del centro Genetica del Cnr di Roma (coordinati dal professor Renato Scacchi). Una collaborazione fattiva e preziosa, per Giovanni Gregorio, direttore del Dipartimento di Cardiologia di Vallo, e il professor Massimo Cresta, direttore del Dipartimento di Biologia della Sapienza. L'originalità della ricerca sta proprio nell'analisi delle condizioni di vita e dello stato di salute per trovare una correlazione tra patrimonio genetico, abitudini di vita e rischio cardiovascolare. L'altra peculiarità sta nell'indagine a domicilio. Le persone sono contattate dall'équipe e poi visitate nei rispettivi paesi di residenza, da Vallo a Rofrano, da Cannalonga a Caselle in Pittari. «Negli ottantenni del Cilento - sottolineano Gregorio e Cresta - contrariamente a quanto si verifica nelle popolazioni del Nord Europa e del Nord, la frequenza del gene E è la stessa nei giovani e negli anziani. Vuol dire che nella popolazione del Cilento la presenza del gene E non determina alcuna selezione, per cui i portatori raggiungono un'età avanzata. A questo punto si può ipotizzare che l'ambiente (condizioni di vita, socialità, alimentazione) può condizionare quanto sta scritto nei cromosomi, nel senso di bilanciare una condizione genetica sfavorevole».

Fonte: La città (28/11/2003)
Pubblicato in Medicina e Salute
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