Tumori alla prostata sotto la lente
Convegno su una patologia molto diffusa
È la seconda causa di morte nell’uomo, ma con le nuove terapie si può guarire: il 20 per cento degli uomini tra 50 e 70 anni è portatore di un tumore alla prostata. La percentuale sale al 40 negli ultrasettantenni e raggiunge l’80 negli ultraottantenni. Ma solo l’8 per cento di queste persone avrà sintomi clinici e il 3 ne morirà. A questo, che è un problema sociale per la sua grande diffusione, è dedicato il primo dei due convegni, che si svolge oggi all’auditorium GlaxoSmithKline dalle 14.30 intitolato «Il carcinoma prostatico localizzato: terapie a confronto»; partecipano i medici del Guone, Gruppo uro-oncologico del Nord est. Domani sempre alla Glaxo si tratterà invece il tema «Le piccole masse renali: dalla diagnosi alla terapia» con l’Associazione veneta di urologia. «Fortunatamente il tumore alla prostata è a crescita molto lenta e in persone non più giovani che neppure si accorgono di averlo, così il più delle volte muoiono con il tumore alla prostata ma non di tumore alla prostata», spiega Carlo Tallarigo dell’Unità operativa di Urologia dell’Ulss 20, Ospedale di San Bonifacio, che ha curato l’organizzazione scientifica dei convegni. «Quindi, pur essendo questo tumore molto diffuso, uno screening per la diagnosi precoce non incide sulla mortalità come avviene per altri tumori, come quello al colon o alla mammella. In ogni caso, con la diffusione del Psa, un antigene specifico della prostata rilevabile nel sangue, si è avuto un aumento della diagnosi precoce del 60 per cento e un miglioramento della sopravvivenza a 5 anni pari al 65-70».
Il 15 per cento dei tumori maschili oggi è alla prostata, al secondo posto come causa di morte dopo quello al polmone al di sopra dei 70 anni, assieme a quello al colon. Si contano in Italia circa 20 mila nuovi casi all’anno. Nella provincia di Verona, secondo i dati del Servizio di epidemiologia dell’Ulss 22, la mortalità per tumori alla prostata è di circa 100 nuovi casi all’anno, in lieve calo, con un decremento importante tra il 1998 e il 1999, gli ultimi anni di cui si hanno statistiche, passando cioè da 123 casi mortali a 96, quando quattro anni prima, nel 1995, i casi erano stati 131.
«Per questo convegno abbiamo scelto di parlare dei tumori localizzati, confinati cioè alla prostata, curabili con radioterapia e con la chirurgia», continua Tallarigo, «mettendo a confronto le tecniche chirurgiche e radiologiche, inserendo quelle più nuove, come la brachiterapia, una terapia radiologica che si fa dall’interno, e la crioterapia, che necrotizza il tumore con il freddo».
Per quanto riguarda i fattori di rischio, Tallarigo punta l’indice sull’alimentazione: «Un consumo eccessivo di grassi animali è determinante, insieme alla familiarità. Una dieta ricca di pomodori, grassi insaturi, pesce, è invece protettiva. E lo si vede anche osservando la diffusione di questo tumore nel Veneto: le zone di montagna, dove l’alimentazione è più sobria, sono le meno colpite».
Per quanto riguarda il rene, la seconda giornata parlerà delle piccole masse, perlopiù tumorali. «In Italia ci sono 4.000-4500 casi nuovi all’anno, con 2.000 decessi l’anno, è un tumore abbastanza raro, il 3 per cento dei tumori nell’adulto. Nella provincia di Verona la mortalità è in notevole aumento soprattutto negli uomini, mentre nelle donne si mantiene abbastanza costante. È un tumore asintomatico, ma la diffusione dell’ecografia e il miglioramento di Tac e risonanza magnetica consente di rilevarli anche molto piccoli, così da poter operare conservando il rene. Questa terapia chirurgica conservativa è uno dei fiori all’occhiello della scuola urologica veronese da cui provengo, iniziata con il professor Gaetano Mobilio. Perché questo aumento? Sono molti i fattori scatenanti, ma tutti riconducibili all’inquinamento: contatto prolungato con coloranti, con amianto, con idrocarburi aromatici, il fumo, la familiarità. Anche per questo tumore confronteremo le diverse modalità di diagnosi e di trattamento, le tecniche laparoscopiche e quelle nuove che utilizzano il caldo e il freddo».
Fonte: (28/11/2003)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
prostata
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