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Ictus cerebrale, ora si sopravvive


Aperto a Perugia il congresso nazionale della ”Società italiana per lo studio dello stroke”. Tre gio

C’è una nuova speranza nella battaglia tra medicina e malattie vascolari: gli studi più moderni hanno dimostrato che l’intervento precoce è l’unica possibilità che permette di migliorare la prognosi dei pazienti, sia salvando loro la vita che riducendo gli effetti disabilitanti. Di questo si parla a Perugia al congresso nazionale della ”Siss- Società italiana per lo studio dello stroke”, aperto ieri all’Hotel Sangallo e alla Sala dei Notari, che per tre giorni riunisce in Umbria alcuni fra i maggiori esperti italiani ed internazionali. Fra le relazioni e comunicazioni di punta ci sono anche quelle del professor Virgilio Gallai, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Perugia, presidente della ”Siss”.
Le malattie cerebrovascolari sono attualmente in Italia la prima causa di invalidità permanente, con alti costi per la sanità e per i servizi sociali.
Ma è possibile una riduzione della mortalità e del grado di disabilità dei pazienti con il ricovero presso reparti dedicati, altamente specializzati, con la monitorizzazione dei parametri vitali quali le ”Stroke Unit”, insieme all’utilizzo di farmaci specifici di ultima generazione. La frontiera sono ora cure che superano in un balzo una tecnologia medica vecchia di almeno 25 anni, una metodologia rivolta dunque verso una patologia sociale che ha enormi ripercussioni in termini di salute psico-fisica sia del paziente che della sua famiglia.
Non a caso il congresso è stato intolato ”Verso il successo terapeutico”. Verrà redatta una proposta per una nuova classificazione delle malattie cerebrovascolari, più operativa e adatta alle attuali possibilità di diagnosi e di trattamento, rispetto a quella in uso che ha appunto 25 anni.
Trai partecipanti ai tre giorni di seminari e dibattiti ci sono anche Adolfo Puxeddu, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia, Andrea Tessitore e Vincenzo Andreone del ”Cardarelli” di Napoli, Robert Baumgartner di Zurigo. Si discuterà della migliore organizzazione delle ”Stroke Unit” nelle regioni italiane, con interventi di assessori alla Sanità, tra cui anche maurizio Rosi per l’Umbria.
A Perugia, nella struttura sanitaria diretta dal professor Gallai, c’è un servizio di ”Stroke Unit” che nella clinica neurologica ha disponibili sei posti letto monitorizzati per accogliere pazienti affetti da ictus nella fase acuta (entro 12 ore dall'evento). Qui si effettuano le più innovative terapie: trombolitici, altri antitrombotici, neuroprotettori e nuovi farmaci in sperimentazione. Un gruppo di esperti, lo ”Stroke Team”, è a disposizione 24 ore su 24 per ogni esigenza.

Fonte: Il Messaggero (28/11/2003)
Pubblicato in Medicina e Salute
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