Due italiani svelano i segreti del gene che blocca il cancro
Ricercatori della Columbia University rivelano i meccanismi che portano alla trasformazione di tessuti normali in tumori
Una scoperta di un gruppo di ricercatori italiani della Columbia University alimenta nuove speranze nella lotta ai tumori. La ricerca, firmata da Antonio Iavarone e da Anna Lasorella, sarà pubblicata sul numero di Nature in edicola domani.
Gli scienziati italiani hanno scoperto il meccanismo per il quale la mutazione di un gene antitumorale, il Retinoblastoma (Rb), provoca una perdita di "identità" nelle cellule normali, rendendole indifferenziate, non specializzate, il primo passo nello sviluppo di un tumore. La scoperta apre la possibilità di un nuovo approccio nel trattamento del cancro, basato non tanto sul tasso di crescita delle cellule, ma sulla loro mancanza di differenziazione.
"Un tumore è tale perché le cellule normali perdono la loro identità specializzata (cellule della pelle, cellule cerebrali) e ritornano allo stato primitivo di cellule immature", spiega Iavarone. "Se riusciamo a trovare un modo di ripristinare la specializzazione, possiamo trasformare una cellula tumorale in una cellula normale".
Il gene Rb ricopre un ruolo importante i tutti i casi di tumore.
Le sue mutazioni sono state scoperte venti anni fa in una rara forma di cancro pediatrico, chiamato appunto retinoblastoma. Da allora, gli scienziati hanno scoperto che in tutti i casi di cancro il tumore si sviluppa quando il gene Rb è inattivo. Nei tumori infantili, e in generale in alcune delle forme più aggressive di cancro, la mancanza di Rb è associata a grandi quantità di una proteina chiamata Id2.
Per comprendere meglio come la mancanza di Rb porti al tumore, i ricercatori italiani della Columbia hanno usato topi privi di questo gene. E' noto che questi topi sviluppano una forma di anemia mentre sono ancora nel grembo materno, e muoiono prima della nascita, ma finora nessuno era riuscito a capire perché. Iavarone e Lasorella hanno scoperto che i topi muoiono perché, senza Rb, le cellule embrionali ancora non specializzate non possono trasformarsi in macrofagi. Senza macrofagi, a loro volta, i globuli rossi non possono sopravvivere e gli embrioni muoiono.
La parte più interessante della scoperta è nel rapporto tra il gene Rb e la proteina Id2. I ricercatori italiani hanno evidenziato che, senza il gene, l'Id2 prende il sopravvento e inibisce la capacità di specializzazione delle cellule. "Il fatto che un gene antitumorale come l'Rb sia coinvolto nel processo di differenziazione contrastando la funzione dell'Id2 è una scoperta molto importante", spiega la dottoressa Lasorella. "Questo spiega perché i tumori più aggressivi, che presentano tutti alti livelli di Id2, perdano le normali proprietà di specializzazione".
L'Id2 è da tempo sotto la lente di ingrandimento, poiché la sua presenza è associata anche ad altri aspetti del cancro, come l'angiogenesi e le metastasi. "Il prossimo passo", dice Iavarone, "sarà identificare molecole in grado di interferire con l'Id2, e usarle per convertire le cellule tumorali nei tessuti dai quali evolvono. Solo il tempo e altre ricerche potranno dire quanto questa strategia sia applicabile".
Fonte: (23/12/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
Id2,
Rb,
Retinoblastoma
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