Longevità, il Parco diventa un laboratorio genetico
la ricerca Prelievi e test sulla popolazione
GIOI CILENTO. Nei dodici comuni del ''Parco Genetico'' la ricerca continua. Due laboratori di analisi sono stati avviati nei comuni-pilota di Campora e Gioi Cilento e presto inizieranno le indagini sul dna della popolazione per individuare i geni responsabili dello stato di salute. Intanto il progetto, avviato tre anni fa dall'Istituto di genetica e biofisica ''Buzzati Traverso'' del Cnr di Napoli in collaborazione con l'Ente Parco, ha attratto l'interesse della comunità scientifica internazionale e quello dei media, dalla Bbc alla Tv giapponese. A seguirlo per conto del Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell'Università di Salerno è Silvana Barbirotti. «L'ipotesi di partenza - spiega - è che le condizioni di particolare isolamento geografico, ambientale e culturale in cui hanno vissuto per secoli alcune popolazioni dei comuni del Parco del Cilento e Vallo di Diano, hanno fatto sì che il patrimonio genetico si sia conservato inalterato nel tempo. Con un dato omogeneo diventa più semplice comprendere la funzione dei geni, che è quanto la scienza genetica si propone di fare attraverso l'analisi del Dna».
La ricerca mira a ''scomporre'' questo fattore per scoprire le cause delle malattie cardiovascolari e dell'invecchiamento e portare così alla scoperta di nuovi farmaci. «La forte interazione fra tecnologia e biologia trasforma i dati in applicazioni concrete - aggiunge la dottoressa Barbirotti - Ad esempio, sono di origine biotecnologica farmaci come l'insulina per curare il diabete». Il progetto è al terzo anno di attività e sarà completato per il 2005. Iniziato su sette comuni, è proseguito in quelli pilota di Gioi Cilento e Campora ma si estenderà per i prossimi due anni a tutti gli altri. «Le prime due fasi si svolte nelle anagrafi e nelle parrocchie per ricostruire gli alberi genealogici degli ultimi due secoli e classificare i comuni come ''isolati genetici''. Dalla terza inizia l'indagine diretta su ogni singolo abitante, che si conclude con l'analisi genetica del Dna e la raccolta di informazioni dettagliate sullo stato di salute delle popolazioni e sul suo patrimonio genetico. Tutti i dati - storici, anagrafici, anamnestici, fenotipici, epidemiologici, genetici - vengono informatizzati in un database appositamente costruito che può essere utilizzato dalla comunità scientifica per lo sviluppo di test farmacogenetici». La prima fase, che ha rivelato un'endogamia tra l'80 e il 90 per cento, è stata completata per Gioi Cilento, Stio, Campora, Perito e Orria ed è iniziata a Magliano, Moio della Civitella, Salento e Monteforte. A Gioi e Campora sono già alla terza fase: gli abitanti si stanno sottoponendo a analisi del sangue e visite specialistiche gratuite. Un territorio-laboratorio che è una novità rilevante del progetto. In questi due paesi si sta realizzando ciò che gli studiosi hanno indicato come una opzione di successo per programmi di ricerca genetica rivolti a popolazioni: un ampio grado di partecipazione collettiva al progetto. Personale locale, quasi sempre composto da giovani (57 persone), si occupa dell'organizzazione delle attività, della ricerca archivistica, dei prelievi, le amministrazioni hanno messo a disposizione le sedi.
Fonte: (29/11/2003)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
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