Risoluzione Ue contro il commercio degli ovociti, o contro la ricerca con le staminali embrionali?
Ogni occasione sembra essere buona per far passare un richiamo, un divieto, una clausola in cui si dica che la ricerca con le
Ogni occasione sembra essere buona per far passare un richiamo, un divieto, una clausola in cui si dica che la ricerca con le cellule staminali embrionali va ostacolata, fermata e perfino vietata. I contrari a questa ricerca sembra che siano pronti a presentare emendamenti e documenti ad ogni occasione, anche quando si parla d'altro. Se questa considerazione si sarebbe potuta fare per la legge italiana sulla fecondazione assistita, che regolamenta l'accesso a queste tecniche e non la ricerca, sembra essere ancora piu' valida per gli eventi dell'europarlamento dello scorso 10 marzo. In quell'occasione si discuteva di una risoluzione comune sul commercio di ovociti umani. Il testo iniziale partiva da alcune notizie4 di cronaca sul commercio di ovociti dalla clinica Global Arts in Romania verso cliniche britanniche. E nella risoluzione iniziale (B6 0199/2005) presentata da Urszula Krupa, Kathy Sinnott e Johannes Blokland a nome del gruppo Indipendenza e democrazia (IND/DEM), si rammenta che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione "sancisce il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro". In tale contesto, "va rivolta una particolare attenzione alle persone vulnerabili a rischio di divenire vittime del traffico di organi, in particolare le donne". Inoltre, sottolineando che la direttiva 2004/23/CE prescrive che gli Stati membri si adoperino per garantire donazioni volontarie e gratuite di tessuti e cellule, i deputati condannano qualsiasi traffico del corpo umano e di sue parti, e i deputati chiedono alla Commissione di fare piena luce sulle informazioni riportate dai media a tale proposito. La risoluzione e' stata adottata con 307 voti favorevoli, 199 contrari e 25 astensioni, e soprattutto ha registrato l'aggiunta di un emendamento in cui si chiede alla Commissione Ue di non finanziare con fondi comunitari la ricerca sulle cellule staminali embrionali e di concentrare il finanziamento su alternative come le cellule staminali somatiche e quelle del cordone ombelicale. Il paragrafo sulla ricerca sugli embrioni non era nel testo originario ed e' stato introdotto con un emendamento presentato dal gruppo si destra Uen (Unione dell'Europa delle nazioni).
L'europarlamento si e' spaccato quasi esattamente a meta' nel voto sull'emendamento, in cui ha prevalso per pochi voti il centro destra (con l'apporto di buona parte dei liberaldemocratici, e in particolare degli italiani della Margherita) rispetto ai gruppi di centrosinistra (Pse, Verdi e Comunisti). Il risultato e' stato determinato anche, probabilmente, dalle molte assenze (circa 200 europarlamentari erano gia' partiti) nell'ultimo giorno della sessione plenaria di Strasburgo. L'emendamento 11, l'europarlamento "chiede alla Commissione di applicare il principio di sussidiarieta'", cioe' di lasciare piena sovranita' agli Stati membri, riguardo alle decisioni su "forme di ricerca embrionale e sulle cellule staminali embrionali", in modo che "i Paesi in cui tale ricerca e' legale la finanzino dal bilancio nazionale". Questa formulazione e' stata approvata con 293 voti a favore, 220 contrari e 21 astensioni. La seconda parte dell'emendamento 11, adottata con solo 12 voti di maggioranza (265 a favore, 253 contro e 25 astenuti) recita: il Parlamento "ritiene che il finanziamento Ue dovrebbe concentrarsi su alternative come la ricerca sulle cellule staminali somatiche e la ricerca sulle cellule staminali del cordone ombelicale, che sono accettate in tutti gli Stati membri e che hanno gia' permesso di trattare con successo alcuni pazienti". Altri due emendamenti approvati, uno presentato dei Verdi e l'altro dal gruppo Uen, chiedono alla Commissione di escludere qualunque progetto di clonazione umana dai finanziamenti dei programmi comunitari di ricerca, facendo riferimento alla recente dichiarazione Onu sull'argomento. Indicativo della spaccatura interna al gruppo Alde e' il durissimo commento dell'europarlamentare liberale belga Frédérique Ries, secondo la quale questo voto "minaccia la ricerca europea sulle cellule staminali". Secondo la Ries, che e' portavoce del gruppo Alde per le questioni di salute pubblica, il testo votato "sotto il pretesto di lottare contro lo sfruttamento delle donne e per l'inalienabilita' del corpo umano mira a tutt'altro obiettivo: proibire direttamente o indirettamente la ricerca sulle cellule staminali embrionali e la clonazione terapeutica". "Questa sanzione moralista e retrograda, questa vittoria dell'oscurantismo e dell'ignoranza -continua l'europarlamentare liberale- rimette in discussione il 'si'' al finanziamento della ricerca sulle cellule staminali embrionali, pronunciato da questo stesso Parlamento europeo il 19 novembre 2003. E' un segnale disastroso inviato alle coppie in attesa di una donazione, ma anche alle centinaia di migliaia di pazienti in Europa che puntano sulla ricerca tutte le loro speranze di guarigione dal diabete, dal morbo di Parkinson o di Alzheimer".
Fonte: (23/03/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
Risoluzione,
ovociti,
staminali
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