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Cosa sono gli antistaminici


Gli antistaminici sono in grado di bloccare le sostanze responsabili delle reazioni infiammatorie e allergiche dei tessuti (tramite il blocco della produzione di istamina) e sono utili in primo luogo

Gli antistaminici sono in grado di bloccare le sostanze responsabili delle reazioni infiammatorie e allergiche dei tessuti (tramite il blocco della produzione di istamina) e sono utili in primo luogo nelle rinite allergica stagionale (il raffreddore da fieno), in cui riducono il numero degli starnuti, la lacrimazione e la perdita di siero nasale. Funzionano meno bene sul gonfiore della mucosa, da cui dipende la sensazione di naso chiuso. Anche se le cause sono di natura differente, la somiglianza dei sintomi fa sì che gli antistaminici vengano spesso assunti anche per la comune rinite da raffreddamento, disturbo nel quale la produzione di istamina non è (come avviene invece nei disturbi allergici) la causa preponderante dei sintomi.

Ecco perché la loro efficacia nella cura del raffreddore comune è parziale e, comunque, va sempre valutata a fronte degli effetti collaterali, il più frequente dei quali è la sonnolenza. Questo, anche in considerazione del fatto che gli antistaminici più efficaci per la rinite sono quelli più vecchi "di prima generazione", gravati da maggiori effetti collaterali (sonnolenza e confusione) rispetto a quelli messi in commercio più recentemente. Inoltre, chi soffre di glaucoma, di ingrossamento della prostata o di gravi malattie del fegato e del rene deve usare questi farmaci con cautela.
I decongestionanti agiscono stringendo i vasi che irrorano la mucosa nasale, la quale, di conseguenza, si assottiglia e trasuda meno muco.
E' la regolazione del calibro dei vasi sanguigni, a seconda della temperatura e dell'umidità, a rendere ragione del quantitativo di muco prodotto quotidianamente (circa un litro) e incanalato, attraverso la faringe, nello stomaco. Questi farmaci vanno usati con prudenza se si ha la pressione alta; non se ne deve comunque abusare, per non incorrere in un rigonfiamento ancora più pronunciato della mucosa alla fine del trattamento, per un fenomeno cosiddetto di "rimbalzo".

Fonte: Corriere della Sera (07/12/2003)
Pubblicato in Medicina e Salute
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