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Quel virus è mobile e più letale


Torna lo spettro antico della malattia infettiva che si diffonde a livello globale, diventa pandemìa. Torna con la paura dellinfluenza di fine anno, una paura sopita ma non vinta. Come non è stata vi

Torna lo spettro antico della malattia infettiva che si diffonde a livello globale, diventa pandemìa. Torna con la paura dell'influenza di fine anno, una paura sopita ma non vinta. Come non è stata vinta la guerra tra ricercatori e agenti patogeni. «I quali tendono a evolversi» - sottolinea Edoardo Altomare, medico, saggista e divulgatore scientifico - «più rapidamente di quanto non faccia la specie umana. Sono capaci di adattarsi a qualunque farmaco messo a punto per distruggerli. E di passare al contrattacco. Grazie all'alto tasso di mutazioni e al loro numero, i virus in modo particolare riescono più facilmente a sfuggire alla risposta immunitaria dell'organismo umano e ad adattarsi a diverse condizioni».
Al brusco risveglio da questa grande illusione è dedicato l'ultimo libro, Virus all'attacco (Avverbi ed.), che Altomare ha appena pubblicato insieme a Margherita De Bac, una giornalista del «Corriere della Sera» che si occupa in particolare di sanità. Il saggio, scritto in uno stile piano e accessibile a tutti, ipotizza, con realismo e senza allarmismi, le minacce che vengono dagli agenti già noti e da quelli emergenti.
Dottor Altomare, questa paura è solo l'eredità di un catastrofismo psicologico? oppure esistono i presupposti o le evidenze scientifiche per tale evenienza?
«I virus influenzali sono noti per la loro capacità di causare epidemie annuali di diversa severità. Ad ogni stagione invernale, ci aspettiamo così l'inevitabile passaggio di una malattia che è per tutti familiare, benigna nella grande maggioranza dei casi, e pur tuttavia letale per qualche migliaio di anziani (solo in Italia). Ma i virus influenzali sono in grado di provocare occasionalmente, su scala mondiale, un'infezione improvvisa e invasiva in tutti i gruppi di età».

Cioè quella che si chiama una pandemia?
«Sì, perché tali eventi pandemici si verificano ciclicamente ad intervalli irregolari: nel secolo scorso, si è avuta ad esempio la famigerata Spagnola nel 1918, l'Asiatica nel 1957, l'Hong Kong nel 1968. Da alcuni anni gli esperti hanno lanciato l'allarme sull'imminente arrivo di una nuova pandemia. Potrebbe presentarsi da un momento all'altro, e non possiamo farci trovare impreparati».
Come è cambiato l'atteggiamento della gente comune rispetto ai virus?
«Nonostante la disinvoltura con cui in tv e sui giornali si parla di infezioni virali di ogni tipo - dalle più gravi come l'Aids, l'epatite o la più recente Sars, al comune e banale raffreddore - pochi sanno davvero cos'è un virus, com'è fatto, perché è diverso da un batterio e quali siano le sue sofisticate strategie per sopravvivere e riprodursi negli organismi ospiti».
Facciamo grande confusione?
«Direi di sì. Si fa per esempio grande confusione tra raffreddore ed influenza: alcuni anni fa, un'indagine condotta in Francia mise in evidenza che i tre quarti di quelli che sostenevano di aver avuto l'influenza nei due anni precedenti, in realtà si sbagliavano. C'è un grande bisogno d'informazione corretta su questi argomenti».
Quali sono i virus che oggi l'uomo deve maggiormente temere? e perché?
«Negli ultimi 25-30 anni le epidemie innescate da nuovi virus sono aumentate: il virus Ebola, l'Hiv, cioè il virus che provoca l'Aids, l'Hantavirus, fino al virus della Sars, hanno tutti provocato malattie gravi e devastanti, diffondendo morte e panico. Tra quelli già noti, i più temibili per i loro effetti sulla popolazione mondiale sono sicuramente l'Hiv e i virus influenzali. Senza dimenticare il possibile ritorno del coronavirus associato alla Sars».
Tralasciamo l'Aids che è oggi la più frequente causa di morte nel continente africano. Ci parli della Sars, l'ultima arrivata.
«E' ancora un enigma. L'epidemia primaverile di quella che è stata anche definita come "polmonite atipica" è stata circoscritta - ufficialmente ai primi di luglio - prima di aver chiarito le perplessità e i dubbi della comunità scientifica, che sono ancora tanti».
Esiste una terapia efficace?
«No, non disponiamo ancora di una terapia efficace né di un vaccino né di un test diagnostico rapido e di facile esecuzione. Né sappiamo con certezza quali siano i serbatoi animali del virus o se esistono davvero dei portatori sani. Un bel grattacapo, visto che i virologi scommettono che il virus della Sars, presto o tardi, farà la sua ricomparsa».
Infine, il vecchio virus influenzale. Ma perché desta tanta preoccupazione?
«Perché la prossima minaccia potrebbe essere portata da un ceppo virale influenzale radicalmente mutato».
Si spieghi.
«Ciò può accadere o in seguito ad una "ricombinazione" genetica tra virus umani e animali, oppure a un passaggio diretto di virus non umani all'uomo: come, ad esempio, nei recenti casi -verificatisi ad Hong Kong nel 1997 e nel 2001 e in Olanda nella primavera di quest'anno - di trasmissione dai polli di virus letali per l'uomo. Nonostante i progressi e le conquiste della medicina, un virus pandemico potrebbe fare anche oggi milioni di vittime in tutto il mondo».

Fonte: La gazzetta (09/12/2003)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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