L’annuncio a sorpresa e quel picco in Borsa
Perchè Allen Roses, neurologo, direttore della divisione di ricerche genetiche del gigante farmaceutico GlaxoSmithKline ( Gsk ) ha reso noto al mondo dei profani che i farmaci tradizionali spesso sono
Perchè Allen Roses, neurologo, direttore della divisione di ricerche genetiche del gigante farmaceutico GlaxoSmithKline ( Gsk ) ha reso noto al mondo dei profani che i farmaci tradizionali spesso sono inefficaci? Non è un autogol per chi produce e vende farmaci? In realtà Roses, che prima di entrare alla Glaxo è stato tra gli scopritori del gene che predispone all’Alzheimer e nel 2000 firmò sulla rivista Lancet un lungo articolo-manifesto «inneggiante» alla farmacogenomica, ha lanciato la sfida dei farmaci del futuro. Partendo da una «denigrazione» di quelli attuali. Consapevole, perchè è il settore di cui si occupa, che il suo gruppo è tra i pochissimi al mondo attrezzato per studiare e produrre medicine studiate sui geni dell’individuo malato. In teoria infallibili perchè altamente personalizzati. Niente autogol quindi, ma quasi uno «spot» a favore della sua azienda. O forse solo del settore da lui guidato all’interno della multinazionale. Eppure qualcosa non quadra. Solo sei giorni fa (il 3 dicembre), a Londra, l’amministratore delegato della multinazionale, Jean-Pierre Garnier, ha presentato alla comunità finanziaria internazionale un paniere di nuovi prodotti contro le malattie cardiache, il cancro e i disturbi respiratori e ha annunciato che 20 nuovi farmaci passeranno alla fase di test finale nei prossimi tre anni.
Sulla scia della notizia, le azioni Glaxo hanno toccato alla Borsa londinese un nuovo massimo a quota 13,49 sterline (»1,4%).
Prima del 3 dicembre, bisogna tornare al 2000 per ricordare l’annuncio di nuovi farmaci da parte della Gsk , secondo gruppo farmaceutico al mondo. Il 2000 è stato anche l’anno della nascita del colosso dalla fusione di Glaxo Wellcome e Smith-Kline Beecham .
Sei giorni fa, invece, durante l’incontro con gli investitori e gli analisti finanziari, il gruppo ha svelato ben 82 nuovi prodotti, 45 estensioni di linee di molecole esistenti e 20 vaccini. Inoltre, ha sottolineato che nei prossimi tre anni 20 nuovi farmaci cominceranno la terza fase di sviluppo, cioè quella relativa ai test sui pazienti. In particolare Gsk ha previsto che nel 2005 chiederà l’approvazione per un nuovo trattamento orale contro i tumori. Secondo i primi test, il 46% delle pazienti affette da tumore al seno ha dimostrato un miglioramento parziale o una stabilizzazione della malattia.
Il messaggio sembrava chiaro: la Glaxo mette in vetrina il suo stato di salute in un momento in cui alcuni dei suoi farmaci di punta, come l’anti-depressivo Paxil (che nel 2002 ha fatturato 3 miliardi di dollari), cominciano a perdere quote di mercato a causa di «copie» a prezzi minori. La crescita del fatturato del gruppo, infatti, è diminuita dal 13% nel 2001 al 3,5% l’anno scorso a quota 21,2 milioni di sterline. Per quanto riguarda l’utile lordo complessivo, il gruppo lo scorso ottobre aveva comunque annunciato un incremento del 22% nel terzo trimestre: pari a 1,69 miliardi di sterline (circa 2,35 miliardi di euro). Per potenziare l’utile, però, la multinazionale è stata costretta a seguire la linea di Jean-Pierre Garnier di ridurre i costi. Il 3 dicembre è stato lo stesso Garnier a illustrare i nuovi approcci per il trattamento delle malattie. Presentando prodotti che in teoria hanno gli stessi problemi illustrati ieri da Roses, a pochi giorni dalla megaconvention, all’ Independent.
Fonte: (09/12/2003)
Pubblicato in Biotecnologie
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