La Ue torna a dividersi sul mais Ogm
Il Comitato per la catena alimentare spaccato sulla proposta di Bruxelles di aprire le importazioni:
È in alto mare l'accordo sui cibi transgenici: gli esperti europei sono spaccati, ma l'ultima parola spetterà al Consiglio dei ministri dell'Ue, che ora ha tre mesi di tempo per pronunciarsi.
Nel mirino degli esperti Ue al Comitato europeo per la catena alimentare è finito il mais dolce BT-11, che la Commissione europea chiede di poter importare nell'Unione, ma di cui paesi come l'Italia vietano dal 2000 la vendita, sulla base di un parere del Consiglio superiore della sanità. Sul mais dolce BT-11 della società svizzera Syngenta, la proposta di Bruxelles non è di coltivarlo sul terreno, ma di poterlo commercializzare. Di fatto, gli europei non lo ritroverebbero nei campi ma in una merendina o in una scatola di pop-corn. Sull'etichetta dovrebbe però apparire chiaramente che il prodotto contiene mais geneticamente modificato.
Al momento però questa prospettiva non raccoglie il favore della maggioranza degli esperti degli Stati membri, a cui Bruxelles ha chiesto di votare, il che dimostra che esiste una profonda spaccatura tra i Quindici: sei paesi hanno infatti votato a favore (Finlandia, Svezia, Irlanda, Gran Bretagna, Olanda e Spagna), sei contro (Grecia, Danimarca, Francia, Austria, Lussemburgo e Portogallo) e tre si sono astenuti: Italia, Germania e Belgio.
Bruxelles insomma, è passata al contrattacco, obbligando i Quindici a scoprire le loro carte.
Per il commissario Byrne, infatti, oggi ci sono tutti i requisiti per assicurare la libertà di decisione del cittadino in materia di alimenti Ogm. Sono entrati in vigore due nuovi regolamenti europei sull'etichettatura e sulla tracciabilità degli Ogm, la cui presenza sarà segnalata a partire dalla soglia dello 0,9\%. Sotto quella soglia la loro presenza è giudicata accidentale.
La parola passa ora ai ministri europei. Dall'Italia, il responsabile per le politiche agricole Giovanni Alemanno ha accolto con soddisfazione la decisione del Comitato europeo di respingere la proposta di vendita del mais dolce Ogm. Per Alemanno, «il voto dimostra che la questione non è strettamente tecnica, ma ha anche implicazioni di carattere politico». Favorevole alla decisione anche l'eurodeputata Monica Frassoni, copresidente del gruppo dei Verdi, e Legambiente.
La battaglia sul mais dolce transgenico infiamma il dibattito sulla revoca della moratoria - in vigore dal 1999 in sette Stati europei tra cui l'Italia - che riguarda però l'autorizzazione di disperdere Ogm nell'ambiente. Contro la moratoria Ue gli Usa hanno presentato ricorso all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). La posta in gioco è elevata: saranno 30mila i prodotti alimentari interessati agli Ogm e 32 milioni di tonnellate i mangimi.
Fonte: (09/12/2003)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
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